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Pietro Metastasio Olimpiade IntraText CT - Lettura del testo |
LIC. Oh generoso amico!
Oh Megacle fedel!
AMI. Così di lui
non parlavi poc'anzi.
LIC. Eccomi al fine
possessor d'Aristea. Vanne, disponi
tutto, mio caro Aminta. Io con la sposa,
prima che il sol tramonti,
voglio quindi partir.
AMI. Più lento, o prence,
nel fingerti felice. Ancor vi resta
molto di che temer. Potria l'inganno
esser scoperto: al paragon potrebbe
Megacle soggiacer. So ch'altre volte
fu vincitor; ma un impensato evento
so che talor confonde il vile e 'l forte;
né sempre ha la virtù l'istessa sorte.
LIC. Oh sei pure importuno
con questo tuo noioso
perpetuo dubitar. Vicino al porto
vuoi ch'io tema il naufragio? A' dubbi tuoi
chi presta fede intera,
non sa mai quando è l'alba o quando è sera.
Quel destrier, che all'albergo è vicino,
più veloce s'affretta nel corso;
non l'arresta l'angustia del morso,
non la voce, che legge gli dà.
Tal quest'alma, che piena è di speme,
nulla teme, consiglio non sente;
e si forma una gioia presente
del pensiero che lieta sarà.