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Pietro Metastasio
Il re pastore

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SCENA TERZA

 

Alessandro ed Agenore

 

AGEN.

Or che dici, Alessandro?

ALESS.

Ah! certo asconde

Quel pastorel lo sconosciuto erede

Del soglio di Sidone. Eran già grandi

Le prove tue; ma quel parlar, quel volto

Son la maggior. Che nobil cor! che dolce,

Che serena virtù! Sieguimi: andiamo

La grand’opra a compir. De’ fasti miei

Sarà questo il più bello. Abbatter mura,

Eserciti fugar, scuoter gl’imperi

Fra’ turbini di guerra,

È il piacer che gli eroi provano in terra.

Ma sollevar gli oppressi,

Render felici i regni,

Coronar la virtù, togliere a lei

Quel che l’adombra ingiurioso velo,

È il piacer che gli dèi provano in cielo.

 

Si spande al sole in faccia

Nube talor così,

E folgora e minaccia

Su l’arido terren.

Ma, poi che in quella foggia

Assai d’umori unì,

Tutta si scioglie in pioggia,

E gli feconda il sen. (parte col séguito)

 

 

 




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