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Pietro Metastasio Il re pastore IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SETTIMA
Aminta in abito reale, e detto.
AMIN. |
Eccomi a te di nuovo; ecco deposte Le care spoglie antiche. Avvolto in questi Lucidi impacci, alla mia bella Elisa Mal noto forse io giungerò. Potessi Almeno a lei mostrarmi! |
AGEN. |
Ah! d’altre cure, Signore, è tempo. Or che sei re, conviene Che a pensar tu incominci in nuova guisa. |
AMIN. |
Come! E che far dovrei? |
AGEN. |
Scordarti Elisa. |
AMIN. |
Elisa! E chi l’impone? |
AGEN. |
Un cenno augusto Di chi può ciò che vuole, e vuole il giusto: L’impone il ben d’un regno, L’onor d’un trono... |
AMIN. |
Ah! vadan pria del mondo Tutti i troni sossopra. Elisa è stato, Elisa è il mio pensiero; e, fin che l’alma Non sia da me divisa, Sempre Elisa il sarà. Scordarmi Elisa! Ma sai come io l’adoro? Sai che fece per me? sai come... |
AGEN. |
Ah! calma Quegl’impeti, o mio re. |
AMIN. |
Scordarmi Elisa! Se lo tentassi, io ne morrei. |
AGEN. |
T’inganni: Di tua virtù non ben conosci ancora Tutto il valor. Sentimi solo; e poi... |
AMIN. |
Che mai, che dir mi puoi? |
AGEN. |
Che, quando al trono Sceglie il Cielo un regnante... (vede Elisa alla destra) Ah! viene Elisa. Fuggiam. |
AMIN. |
Non lo sperar. |
AGEN. |
Pietà, signore, Di te, di lei. L’ucciderai, se parli Pria di saper... |
AMIN. |
Non parlerò, tel giuro. |
AGEN. |
No: déi fuggirla. Andiam: soffri un eccesso Dell’ardita mia fé sol questa volta. (lo prende per mano e il trae seco in fretta verso la sinistra) |