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Pietro Metastasio Il re pastore IntraText CT - Lettura del testo |
ATTO TERZO
SCENA PRIMA
Parte interna di grande e deliziosa grotta, formata capricciosamente nel vivo sasso dalla natura, distinta e rivestita in gran parte dal vivace verde delle varie piante, o dall’alto pendenti o serpeggianti all’intorno, e rallegrata da una vena di linmpid’acqua, che, scendendo obliquamente fra’ sassi, or si nasconde, or si mostra, e finalmente si perde. Gli spaziosi trafori, che rendono il sito luminoso, scuoprono l’aspetto di diverse amene ed ineguali colline in lontano, e, in distanza minore, di qualche tenda militare, onde si comprenda essere il luogo nelle vicinanze del campo greco.
Aminta solo.
AMIN. |
Aimè! declina il sol: già il tempo è scorso Che a’ miei dubbi penosi Agenore concesse. Ad ogni fronda, Che fan l’aure tremar, parmi ch’ei torni, E a decider mi stringa. Io, da che nacqui, Mai non mi vidi in tanta angustia. (siede) Elisa Il suo vuol ch’io rammenti Tenero, lungo e generoso amore: Con mille idee d’onore Agenore m’opprime. Io, nel periglio Di parer vile o di mostrarmi infido Tremo, ondeggio, m’affanno e non decido. E questo è il regno? e così ben si vive Fra la porpora e l’òr? Misere spoglie! Siete premio o castigo? In questo giorno Non ho più ben, da che mi siete intorno. Fin che in povere lane... Oh me infelice! Agenore già vien. Che dirgli? Oh Dio! (si leva) Secondarlo non posso; Resistergli non so. Troppo ha costui Dominio sul mio cor. Mi sgrida, e l’amo; M’affligge, e lo rispetto. (pensa, e poi risoluto) Ah! non si venga Seco a contesa. |