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Pietro Metastasio Il re pastore IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SETTIMA
Parte dello spazio circondato dal gran portico del celebre tempio di Ercole tirio.
Fra l’armonia strepitosa de’ militari stromenti esce Alessandro, preceduto da’ capitani greci e seguìto da’ nobili di Sidone; poi Tamiri, indi Agenore
AGEN. |
Voi, che fausti ognor donate Nuovi germi a’ lauri miei, Secondate, amici dèi, Anche i moti del mio cor. Sempre un astro luminoso Sia per voi la gloria mia; Pur che sempre un astro sia Di benefico splendor.
Olà! che più si tarda? Il sol tramonta: Perché il re non si vede? Dov’è Tamiri? |
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TAM. |
È d’Alessandro al piede. |
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ALESS. |
Sei tu la principessa? |
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TAM. |
Son io. |
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AGEN. |
Signor, non dubitarne: è dessa. |
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TAM. |
Perdonare a’ nemici Sanno gli eroi; ma sollevarli al trono Sanno sol gli Alessandri. Io dirti i moti, Signor, non so, che per te sento in petto. Vincitor ti rispetto, eroe t’onoro, T’amo benefattor, nume t’adoro. |
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ALESS. |
È gran premio dell’opra Render superbo un trono Di sì amabil regina. |
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TAM. |
Ancor nol sono. |
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ALESS. |
Ma sol manca un istante. |
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TAM. |
Odi. Agenore, amante, La mia grandezza all’amor suo prepone. Se alla grandezza mia posporre io debba Un’anima sì fida, Esamini Alessandro e ne decida. Quel, che nel caso mio Alessandro faria, far voglio anch’io. |
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ALESS. |
E tu sapesti, amando... (ad Agenore) |
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AGEN. |
Odila; e vedi Se usurpar dessi al trono Un’anima sì bella. |
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ALESS. |
(a Tamiri) |
E tu sì grata |
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Dunque ti senti a lui... |
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TAM. |
L’ascolta; e dimmi Se merita un castigo Tanta virtù. |
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AGEN. |
Ma, principessa, or ora Lieta pur mi paresti Del nuziale invito. |
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TAM. |
No; ma tu mi credesti Più ambiziosa che amante: io t’ho punito. |
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ALESS. |
Dèi, qual virtù! qual fede! |