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Pietro Metastasio Ruggiero IntraText CT - Lettura del testo |
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA
Logge terrene negli appartamenti destinati a Clotilde.
Bradamante in abito guerriero, ma senza scudo, e Clotilde
BRAD. |
Sì, Clotilde, ho deciso; e il mio disegno Fido a te sola: all’oscurar del giorno Voglio quindi partir. |
CLOT. |
Che dici! |
BRAD. |
Ah! scorse Son già tre lune, ed io sospiro in vano Del mio Ruggier novelle. Il fido Ottone, Che le recava a me, nulla di lui, Nulla più sa. Non è Ruggier capace (Io conosco Ruggier) di questo ingrato, Barbaro oblio. Chi sa dov’è? fra quali Angustie, oh Dio, languisce? |
CLOT. |
E il suo valore Non ti rende tranquilla? |
BRAD. |
Ah! principessa, Son uomini gli eroi. Chi gli assicura Dall’insidie degli empi, Da’ capricci del caso, e da’ funesti Incogniti perigli Della terra e del mar? Mille ne finge Il mio timido amor. Qual pace io posso Trovar così? No; rinvenirlo io voglio O perdermi con lui. |
CLOT. |
Ma dove speri Ritrovarne la traccia? |
BRAD. |
Ei contro il greco Furor (lo sai) de’ Bulgari sostenne La cadente fortuna, e questi il trono Gli offerser grati al beneficio. I primi Passi io là volgerò: d’indi a cercarlo Le imprese sue mi serviran di scorta. |
CLOT. |
E vorrai, Bradamante, Così l’afflitto padre e la dolente Annosa genitrice Di nuovo abbandonar? Né ti ritiene Il lor tenero amore? |
BRAD. |
Ah! questo, amica, Questo amor sconsigliato è la sorgente De’ mali miei. Per cingermi la fronte Del serto oriental m’hanno i crudeli Negata al mio Ruggiero; ei disperato Cerca errante il rivale, io qui per loro Palpito abbandonata. |
CLOT. |
Il trono eccelso, Che la paterna cura Provvida a te procura, è gran compenso Delle perdite tue. |
BRAD. |
No, non è vero: Mille troni ha la terra, e un sol Ruggiero. |
CLOT. |
Ah, Leon non conosci: allor che quindi Pellegrino ei passò, guerrieri allori Tu raccoglievi altrove. Ah, se un istante Il giungessi a mirar!... |
BRAD. |
So che a te piacque: Ma non ben si misura L’altrui dal proprio cor. |
CLOT. |
Scuoterti almeno Un tanto amor dovrebbe, Che sol la tua d’Asia e d’Europa a tutte Le bellezze antepone. |
BRAD. |
Amor tu chiami, Clotilde, una leggiera Vaghezza giovanile. Ei me non ama; Ama il mio nome, ama il romor che intese Di mie guerriere imprese: una donzella Con l’elmo in fronte e con l’acciaro al fianco Nuovo è per lui strano portento, e ambisce Farsene possessor. |
CLOT. |
Deh! meno ingrata... |
BRAD. |
Ah, non più, principessa; o taci, o solo Parlami di Ruggiero, e meco affretta Co’ tuoi voti la notte. |
CLOT. |
Almen sospendi Il tuo partir fin che l’atteso giunga Greco orator. Trarrem da lui, da’ suoi, Del tuo Ruggier forse contezza, e a caso Errando non andrai. |
BRAD. |
L’arrivo appunto Io fuggo di costui. L’unico erede So che il greco regnante oltre ogni segno Ama nel suo Leone, e ne seconda Cieco qualunque brama. E s’ei chiedesse Che la mia destra il nostro Cesare ottenga al figlio, e la sovrana Congiurasse a mio danno Con la paterna autorità? Di quanto Peggior sarebbe il caso mio! |
CLOT. |
S’affretta Ottone a questa volta. |