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Pietro Metastasio Ruggiero IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SECONDA
Ottone e dette.
BRAD. |
Otton, che rechi? |
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OTT. |
Giunse il greco orator. |
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BRAD. |
Giunse? |
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OTT. |
E più grande Sarà, se m’odi, il tuo stupor. L’istesso Leone è l’orator. |
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BRAD. |
Leon! |
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CLOT. |
Vedesti Tu il prence? |
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OTT. |
Io no; ma un mio Fedel, cui molto è noto. |
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CLOT. |
E dove a lui Destinato è l’albergo? |
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OTT. |
In questo ameno Recinto ove noi siam. |
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BRAD. |
(altiera e sdegnata) |
Che vuol? che spera? |
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Che pretende? a che vien? |
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OTT. |
Tu il chiedi! |
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BRAD. |
È folle Se conseguire a forza Vuol la mia man. Di Bradamante il core Violenze non soffre: i propri affetti Difender sa come gl’imperi altrui. |
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CLOT. |
Calmati, amica. |
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BRAD. |
(ad Ottone) |
Ah questo è troppo! Augusto |
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Il vide ancor? |
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OTT. |
No; qualche spazio a lui Di riposo concede: E poi l’ascolterà. |
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BRAD. |
Ma sa che il prence È l’orator? |
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OTT. |
Né pure. Io ben l’avviso Corsi a recar; ma Cesare è raccolto In solitaria stanza, onde permesso Per or non è l’ingresso. |
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BRAD. |
Ah, questo audace Giovane mal accorto Farò pentir! (in atto di partire) |
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CLOT. |
Dove t’affretti? |
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BRAD. |
Dove L’amor, lo sdegno e il mio valor mi guida. |
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CLOT. |
Odi: pensiamo... |
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BRAD. |
Or non è tempo: avvezza Non sono a tollerar. Me stessa oltraggio, Se neghittosa in petto Del conteso amor mio gl’impeti io premo. Chiede estremi rimedi un rischio estremo.
Farò ben io fra poco Impallidir l’audace Che vuol turbar la pace D’un sì costante amor. Vedrà quanto più fiero Divien l’ardor guerriero, Quando congiura insieme Con l’amoroso ardor. (parte) |
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