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Pietro Metastasio
Ruggiero

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SCENA TERZA

 

Clotilde ed Ottone

 

OTT.

Seguila, principessa, e quei t’adopra

Suoi primi ardori a moderar. Fra’ Greci

Io di Ruggier novelle

A rintracciar men vo.

CLOT.

Del caso mio

Che dici, Otton? Di me t’incresce?

OTT.

Il caso

Comprendo, e ti compiango. Una rivale

Aver sempre su gli occhi; un incostante

Veder che torni ardito a farti in faccia

Pompa d’infedeltà; d’un giusto sdegno,

Lo so, deve infiammarti.

CLOT.

Ah, non procede

Quindi lo sdegno mio! Se merta amore,

Qual colpa ha Bradamante? E qual se cede

Leone a sì gran merto?

OTT.

Con chi dunque t’adiri?

CLOT.

Con me, che un caro oggetto,

Che il Cielo a me non destinò, dovrei

E non posso obliar.

OTT.

Clotilde, addio:

Presto il potrai. Fin che delira amore,

Ogni arbitrio imprigiona:

Docile è già quando sì ben ragiona. (parte)

 

 

 




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