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Pietro Metastasio Ruggiero IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SESTA
Ruggiero, poi Leone
RUGG. |
No; fra tutti i viventi alcun non vive |
LEO. |
Ma quando, Erminio amato, Quando una volta io giungerò la bella Bradamante a veder? Questo riposo, Che Augusto a me concede, |
RUGG. |
Ma come, o prence, Per un sembiante ignoto |
LEO. |
La fama istessa, Che il gran valor di Bradamante esalta, N’esalta la beltà. Forse è mendace? |
RUGG. |
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LEO. |
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RUGG. |
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LEO. |
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RUGG. |
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LEO. |
È dolce? è altiera |
RUGG. |
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LEO. |
Ah! non ho ben se mia non è. Si voli A chiederla ad Augusto. Ai voti miei |
RUGG. |
Il tuo gran padre onora, Bradamante gli è cara: e a sì gran sorte |
LEO. |
Ed ella |
RUGG. |
So che rispetta, |
LEO. |
Ma il mondo Del famoso Ruggier la crede amante: |
RUGG. |
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LEO. |
Ah, saria questo Un terribil rivale! Afferma ognuno Ch’or non vi sia più cavalier che ardisca Seco provarsi al paragon dell’armi. Ei vorrà forse in campo |
RUGG. |
No, nol vorrà. Rispetterà Ruggiero |
LEO. |
Oh fido, oh caro Sostegno mio! No, con Erminio accanto, Cento Ruggieri e cento, Tutto il mondo nemico io non pavento.
Otterrò, felice amante, Sol per te sì degno oggetto; E a te sol del mio diletto Debitor mi vanterò. Possessor d’un bel sembiante Trarrò seco i dì ridenti; Ed in mezzo a’ miei contenti La tua fé rammenterò. (parte) |