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Pietro Metastasio Ruggiero IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SECONDA
Carlo Magno, poi Leone
CAR. |
Del giovane reale io pur vorrei Il periglio evitar. S’ei qui perisse, Qual saria dell’augusto Suo genitor la doglia! e qual... Ma viene Già risoluto a me. Principe amato, Tu già pugnar vorresti: io tutto in volto |
LEO. |
Sì, lo confesso, io vengo |
CAR. |
Ma sai di Bradamante Qual sia l’arte guerriera, |
LEO. |
Sì; ma compagno in campo So che avrò meco Amore; e i fidi suoi |
CAR. |
È bello anche l’eccesso D’un giovanile ardir. Quel che sarai Io già veggo nel tuo; ma pur conviene Che il fren senta per or. Del tempo è dono L’esperienza ed il vigore: e in erba Gran speranze recidi, |
LEO. |
Se quella ch’or m’alletta Dolce speme, o signor, perdo o trascuro, Dell’altre i doni io conseguir non curo. Deh, secondar ti piaccia |
CAR. |
Ma prendi almeno |
LEO. |
No; di mia sorte La penosa incertezza Soffrir non so: vengasi all’armi; il segno Fa che ne dian le trombe Senz’altro indugio. Il sol favor che imploro |
CAR. |
Il vuoi? S’adempia Il tuo voler. Quel marzial recinto Vedi colà, solo a’ festivi assalti Destinato fin or? Là per mio cenno La tua bella nemica A momenti sarà. Va: t’arma e vieni, Se tentar vuoi di Marte il dubbio giuoco; Ma pensa che fra poco Potresti nel periglio Rammentar troppo tardi il mio consiglio.
Non essere a te stesso Per troppo ardir crudele: Pria di spiegar le vele Guarda di nuovo il mar. Pensa che poco è fido; Che or giova essere accorto; Che sarà lungi il porto Quando vorrai tornar. (parte) |