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Pietro Metastasio Ruggiero IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUINTA
Ruggiero e dette.
BRAD. |
Ah vieni, Mia dolce unica speme, Mia cura, mio tormento e mio conforto! A te pervenne il grido |
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RUGG. |
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BRAD. |
Dunque va: le usate Illustri armi ti cingi, e a vincer vieni, |
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RUGG. |
Mia Bradamante, ascolta: |
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BRAD. |
Ne stringe Troppo il tempo, o Ruggier. Chiederti anch’io Mille cose vorrei: se ognor m’amasti: Quai furo i casi tuoi; se per costume Fra’ tuoi labbri il mio nome, Qual fra’ miei sempre è il tuo, trovossi mai; Se penasti lontan quant’io penai. Ma in campo andar convien: la pugna affretta, Forse per lui fatale, |
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RUGG. |
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BRAD. |
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RUGG. |
Sì, Bradamante, È il mio benefattor; per lui respiro: Il ben di rivederti |
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BRAD. |
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RUGG. |
Sorpreso, In un carcere orrendo Fra gli strazi io moria: Leon nemico Venne a serbarmi in vita, |
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CLOT. |
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BRAD. |
Ah, degno |
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RUGG. |
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BRAD. |
Anzi ho ragione D’esserla anch’io: son miei |
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RUGG. |
Ma vai, ben mio, Ad assalirlo armata! Egli inesperto... |
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BRAD. |
E ben, se vuoi, Non l’esponiamo. In campo Tu precedilo, e nostro Sia l’arringo primier: luogo al secondo |
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RUGG. |
Ma con qual fronte io posso A tutto il mondo in faccia Dichiararmi rival del mio pietoso |
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BRAD. |
Dunque la sorte in campo Tenti prima Leone. Egli al cimento Non reggerà (lo spero), e tu disciolto Sarai da ogni riguardo. Allor che un dritto Da lui perduto ad acquistar tu vieni, |
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RUGG. |
Ah, s’io felice Al suo disastro insulto, |
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BRAD. |
Ma che per lui, |
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RUGG. |
Deh! se gli obblighi miei |
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BRAD. |
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RUGG. |
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BRAD. |
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RUGG. |
Il fato Nega a me la tua mano; abbiala almeno |
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BRAD. |
Che? sposa Io di Leone! Ad altro amante in braccio Andar dee Bradamante, E il propone Ruggier! Clotilde, udisti? |
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CLOT. |
Oppressa io sono |
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BRAD. |
Da sì remote sponde Così la tua fedele Ritorni a consolar? Bella mercede Mi rendi in ver di tanto amor, di tanti Palpiti, affanni e pianti Sostenuti fin ora, Sparsi per te! Costa al tuo cor ben poco |
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RUGG. |
Quel che mi costa Non curar di saper: troppo è funesto |
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BRAD. |
No, tu mai non m’amasti, o più non m’ami. Questo è un pretesto all’incostanza. I suoi Confini ha la virtù: non merta fede Quando a tal segno eccede La misura comune. Ho un’alma anch’io Capace di virtù: ma so fin dove L’umanità può secondarla: e sento Ch’io non avrei vigore A sostener bastante L’idea del tuo martìre, |
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RUGG. |
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BRAD. |
Ad altro amante Ch’io porga la mia man? Che atroce insulto! Che disprezzo inumano! |
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RUGG. |
Se meno irata, |
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BRAD. |
Né voglio udirti, |
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RUGG. |
Senti, ben mio: |
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BRAD. |
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A svellermi, se posso, L’immagine dal cor: le smanie estreme D’un amor che non merti Vado almeno a celarti: Di vivere o d’amarti |
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RUGG. |
Deh, in questo stato, |
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BRAD. |
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Non esser troppo altero, Crudel, del mio dolore: Questo è un amor che more, E tutto amor non è. Lagrime or verso, è vero, Per tua cagion, tiranno, Ma l’ultime saranno Ch’io verserò per te. (parte) |
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