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Pietro Metastasio Ruggiero IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA ULTIMA
Leone, Ruggiero e detti.
RUGG. |
Dove mi guidi, o prence? (a Leone, uscendo dal fondo della scena) Soffri ch’io parta. In nulla qui poss’io |
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LEO. |
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CAR. |
Ah venga, Di sua vittoria i frutti |
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LEO. |
È giusto. Adempia Bradamante La legge che dettò. Non è tua legge Che sia degno di te, bella guerriera, Chi a resisterti in campo |
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BRAD. |
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LEO. |
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BRAD. |
Come? se meco armato |
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LEO. |
T’ingannasti: L’armi eran mie, non il valor; le cinse Ruggiero e le illustrò. Nascosto in quelle Le mie veci ei sostenne: io mai non fui Nel recinto guerriero; |
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BRAD. |
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TUTTI |
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LEO. |
(a Bradamante) Sì, quest’anima grande, Che in te solo vivea, tant’oltre spinse L’eroica sua grata virtù, che seppe E pugnar teco e debellar se stessa Per conquistarti a me. Qual cor di sasso Resiste a queste prove? Alme felici, Già che formovvi il Cielo Per farne un’alma sola, in dolce laccio Anche Imeneo vi stringa. Io son beato Se, come un dì l’amico Vantai nel fido Erminio, oggi il maestro |
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RUGG. |
Ah prence, Di quante vite io deggio |
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BRAD. |
(Ora è portento |
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CAR. |
Io sento il ciglio A così nobil gara Per tenerezza inumidir. Ruggiero, (l’abbraccia) Vieni al mio sen. Vieni al mio seno, o prence, |
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LEO. |
(si ritira con rispetto) Perdona, Augusto, Non ne son degno ancora: ancor non sono |
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CAR. |
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LEO. |
Della real Clotilde un dì m’accese Il merto e la beltà. Le offersi il core, Ottenni il suo; fé le promisi, e poi Di Bradamante il luminoso nome M’abbagliò, m’invaghì. Tornar mi vide, Ma non per lei, la bella Mia prima fiamma; e, di sdegnarsi in vece, Compatì generosa La giovanil mia leggerezza, e tacque Per non farmi arrossir. Son pronto, Augusto, Ad ogni ammenda: il tuo favor mi vaglia, Se il pentimento mio, se la mia fede, Se il mio cor, se il mio trono |
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CAR. |
Che risponde Clotilde |
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CLOT. |
Signor... Son io... È il prence... Ah, mi confondo: |
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CAR. |
Sì, tu la mano Porgi sposa a Leon. Ruggiero ottenga Nella sua Bradamante Di tante pene e tante La dovuta mercede; e questo giorno Sia tra i fausti il più grande. Alme non strinse Mai più degne Imeneo. Da sì bei nodi Ognun virtude apprenda; |
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Portator di lieti eventi, Di speranze e di contenti Mai dall’indica marina Più gran giorno non uscì. Fin di clima ancor mal noto Il remoto abitatore N’oda il grido in ogni lido Dove more e nasce il dì. |