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Pietro Metastasio Romolo ed Ersilia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUINTA
Ostilio e Valeria
VAL. |
Io nulla intendo, Ostilio: Ersilia amante Di Romolo credei: convinta a prova Or son che m’ingannai. D’aver mi parve Nel tuo cor qualche parte; or certa io sono Che solo tu per gioco M’adulasti fin ora amor fingendo: Ostilio, lo confesso, io nulla intendo. |
OST. |
Credendo Ersilia amante, io non saprei Se t’apponesti al ver. So ben ch’io t’amo Quanto amar mai si possa, e so che amarti Sempre così vogl’io. |
VAL. |
Ma tua regina Come dunque mi brami? |
OST. |
In che s’oppone Il trono all’amor mio? L’amor ch’io sento, Di tempra assai diversa È dall’amor d’ogni volgare amante. Ammirator costante Sempre di tua virtù, sempre geloso Del tuo real decoro, Sempre t’adorerò, come or t’adoro. |
VAL. |
Taci, Ostilio, e risparmia I rimorsi al mio cor d’esserti ingrata. Qual alma innamorata Vantar si può di somigliarti? Ah! sappi Almen ch’io ti conosco, e che, se fosse Indissolubil meno Il laccio in cui languisco, il nobil dono D’un tal core ambirei più che d’un trono.
Ah perché, quando appresi A sospirar d’amore, In altro ardor m’accesi, Non sospirai per te? Perché d’un primo foco Sa giudicar sì poco, Sì mal distingue un core La fiamma sua qual è? (parte) |