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Pietro Metastasio Romolo ed Ersilia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA NONA
Romolo, indi Ostilio
ROM. |
Ah! non è dubbio il mio trionfo; ho vinto L’austero cor d’Ersilia. Il genitore, Sol che al fin si rinvenga, Resister non potrà. Preghiere, offerte, Nulla fia ch’io risparmi Per ottener da lui... |
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OST. |
(con premura) |
Romolo, all’armi. |
ROM. |
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OST. |
Roma è in periglio. Ingrato Acronte A’ benefìci tuoi, libero a pena, D’assalirla minaccia. |
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ROM. |
E con quai schiere? |
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OST. |
Co’ Ceninesi suoi. Già in vari agguati Pronti gli avea; che ad un suo cenno io vidi Popolar di guerrieri La vicina campagna, inaspettati Balenar mille acciari, e cento e cento Improvvise bandiere aprirsi al vento. |
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ROM. |
Mal preparati il folle Sorprenderne sperò. Lo disinganni Il suo castigo. (in atto di partire) |
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OST. |
Al fianco tuo... (volendolo seguire) |
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ROM. |
No, resta. Roma io confido a te. Veglia in difesa Della patria e d’Ersilia. Il fraudolento Potria, chi sa, qui aver lasciata alcuna Non ancor eseguita insidia ascosa. Va, non tardar. |
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OST. |
Su la mia fé riposa. (parte) |
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ROM. |
Grazie, o nume dell’armi, Grazie, o madre d’Amor, del sangue mio Immortali sorgenti. Vostro de’ miei contenti, e vostro è il dono Dell’ardir ch’io mi sento. In ogni impresa Vicino a voi mi trovo; e a voi vicino È piano alla mia gloria ogni cammino.
Con gli amorosi mirti Fra i bellici sudori I marziali allori Ad intrecciare io vo. E corrisposto amante, E vincitor guerriero, Di due trionfi altero, A Roma io tornerò. (parte) |