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Pietro Metastasio Romolo ed Ersilia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SECONDA
Ersilia, poi Valeria
ERS. |
Oh Tebro, oh Roma, oh care sponde, a cui I miei primi ho fidati Amorosi sospiri, io vi abbandono; Ma la maggior vi lascio Parte del core. Oh, quante volte al labbro Mi torneranno i vostri nomi! Oh, quante Su gli amati sentieri Verran di questi colli i miei pensieri! Misera me! Nessuno ha mai provato Del mio stato più fiero, Più maligno destin... No, non è vero: Io Romolo conobbi; e ognun, cui tanta Sorte ha negata il Ciel, stato più rio, Più maligno destin soffre del mio. Saper potessi almeno, Pria di partir... Valeria, ah del conflitto Se pur sai le vicende, Non lasciar ch’io le ignori. |
VAL. |
Il conflitto finì. |
ERS. |
Chi vinse? |
VAL. |
Avea Romolo già la palma. |
ERS. |
Ed ora? |
VAL. |
Ed ora Non si sa chi otterrà l’ultime lodi. |
ERS. |
Io nulla intendo. |
VAL. |
Intenderai, se m’odi. |
ERS. |
Parla. |
VAL. |
Già della pugna Deciso era il destin; già in ogni lato Rotti i nemici alle romane spade Più non offriano il petto; e il lor mostrando Perduto ardire a mille segni espressi, Cadean fuggendo ed opprimean se stessi: Quando le furie sue portando in fronte Il disperato Acronte, Tra i feriti destrieri, Tra i cadenti guerrieri, Urtando i fuggitivi, Calcando i semivivi, Sforza gl’inciampi, apre le vie, da lungi Chiama Romolo a nome, il giunge, e sfida Con insano ardimento Il vincitore a singolar cimento. |
ERS. |
Oh temerario! |
VAL. |
Il nostro eroe, sdegnando Ogni vantaggio, ad un girar di ciglio Fece l’armi cessar; fe’ vuoto intorno Largo campo lasciarsi; e solo e senza Cambiar di volto, al Ceninese ardito Si fece incontro ed accettò l’invito. |
ERS. |
Ma poi? |
VAL. |
Non so: quando partì dal campo Chi mi narrò ciò ch’io t’esposi, ancora Il pregio della pugna era indistinto. |