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Pietro Metastasio Romolo ed Ersilia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SESTA
Luogo spazioso alle radici del colle Palatino già ornato per festeggiare le seguìte nozze con le donzelle sabine; donde per magnifica scala si ascende alla reggia di Romolo situata sul colle suddetto.
La scena è tutta ingombrata di numeroso popolo accorso al ritorno del vincitore. Fra lo strepito de’ pubblici applausi si avanza Romolo coronato d’alloro, preceduto da’ littori, da’ prigionieri sabini, dalle spoglie opime del vinto Acronte, e seguìto dal trionfante esercito vittorioso.
Romolo, indi Valeria frettolosa.
CORO |
Serbate, o numi, L’eroe che regna E l’arte insegna Di trionfar. Crescan gli allori Per le sue chiome; Ne adori il nome La terra e il mar. |
ROM. |
Il tenor de’ fati intendi, E vincendo, o Roma, apprendi Qual d’onor ne’ dì futuri È la via che déi calcar. Sé facondo altri rischiari, Gli astri annunzi, il ciel descriva, Per lui spiri il bronzo e viva; Giunga i marmi ad animar. È il tenor de’ fati amici Che a dar leggi il Tebro impari, I sommessi a far felici, I superbi a debellar. |
CORO |
Serbate, o numi, L’eroe che regna E l’arte insegna Di trionfar. |
ROM. |
Il tenor de’ fati intendi, E vincendo, o Roma, apprendi...
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VAL. |
Al riparo, signor. La tua presenza È necessaria: abbiam nemici in Roma. |
ROM. |
Nemici in Roma! |
VAL. |
Sì. |
ROM. |
Dove? |
VAL. |
Là, verso La porta Carmental, già tutto è in armi. Altri accorre, altri fugge, e si dilata A momenti il tumulto. |
ROM. |
Seguitemi, o Romani. |