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Pietro Metastasio Semiramide IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA OTTAVA
Ircano, Tamiri e poi Mirteo
IRC. |
Ah, non si perda un solo istante. Oh, come Delusi rimarranno, Se m’arride il destino, E Scitalce e Mirteo, Tamiri e Nino! (in atto di partire) |
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TAM. |
Che si fa? che si pensa? Ancor non turba Il valoroso Ircano, Né pur con la minaccia, i sonni al reo? |
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IRC. |
Hai difensor più degno: ecco Mirteo. (partendo, addita ironicamente Mirteo che giunge) |
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TAM. |
Mirteo, son vendicata? È punito Scitalce? |
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MIR. |
Egli di Nino È prigionier: come assalirlo? |
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TAM. |
E Nino Perché l’imprigionò? |
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MIR. |
Perché ti offese Nella sua reggia; e vuole Della sorte del reo Che decida Tamiri. |
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TAM. |
Addio, Mirteo. (in atto di partire in fretta) |
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MIR. |
Dove? |
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TAM. |
A Nino. (come sopra) |
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MIR. |
Ah, sì presto, Tiranna, m’abbandoni? |
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TAM. |
(impaziente) |
(Aimè!) |
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MIR. |
Lo veggo, Nacqui infelice. |
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TAM. |
(come sopra) |
(Oh che importuno!) |
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MIR. |
Ascolta. Non ho pace per te; de’ miei sospiri Tu sei l’unico oggetto... |
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TAM. |
Mirteo, cangia favella o cangia affetto. Io tollerar non posso Un querulo amator, che mi tormenti Con assidui lamenti, Che mai pago non sia, che sempre innanzi Mesto mi venga, e che, tacendo ancora, Con la fronte turbata Mi rimproveri ognor ch’io sono ingrata.
L’eterne tue querele Soffribili non sono: Odiami, ti perdono, Se amar mi vuoi così. Co’ pianti dell’aurora Cominciano i tuoi pianti; Né son finiti ancora Quando tramonta il dì. (parte) |
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