MIR.

Più sventurato amante

Non v’è di me.

SEMIR.

Né giunge ancor? S’affretti

Scitalce. (verso la scena)

MIR.

Ah, se sapessi,

Signor, quai torti io soffro...

SEMIR.

Un’altra volta

Gli ascolterò: parti per ora.

MIR.

Oh Dio!

Un solo istante...

SEMIR.

E ben, che fu? Ti spiega;

Ma spedisciti.

MIR.

Il fasto

Dell’ingrata Tamiri...

SIB.

(a Semiramide)

Il prigioniero,

Signore, è qui.

SEMIR.

Fa che s’appressi. (Sibari parte per eseguire il comando)

MIR.

Il fasto...

SEMIR.

Lasciami solo.

MIR.

E udir non vuoi?

SEMIR.

(con impazienza)

Non posso.

MIR.

Deh, per pietà...

SEMIR.

(con impeto)

Mirteo,

T’imposi di partir; basti. Cotesta

Tua soverchia premura è poco accorta.

MIR.

Ah, per me la pietà nel mondo è morta! (parte)