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Pietro Metastasio
Semiramide

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ATTO TERZO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Campagna su le rive dell’Eufrate. Mura de’ giardini reali da un lato,

con cancelli aperti. Navi nel fiume, che ardono.

 

Zuffa già incominciata fra le guardie assire e i soldati sciti, gli ultimi

de’ quali si disperdono inseguiti dagli altri: poi Ircano e Mirteo combattendo.

Il primo cade; l’altro gli guadagna la spada.

 

 

MIR.

Cedi il ferro, o t’uccido.

IRC.

Il ferro avrai,

Quand’io rimanga estinto.

MIR.

Empio! vivrai, ma disarmato e vinto. (gli leva la spada)

IRC.

Astri nemici!

MIR.

Assiri,

Al re lo Scita altero

Prigionier conducete.

IRC.

Io prigioniero!

Lacci ad Ircano! Ah, temerario! E sai

Chi son io?

MIR.

Sì, io veggo: un vil tu sei

Senza onor, senza fede;

Che altro dover non vede

Che il suo piacer; che insidia le regine;

Che sol con le rapine,

Pregio de’ traditori,

Sa meritar, sa contrastar gli amori.

IRC.

Quest’insolente oltraggio

Pagherai col tuo sangue.

MIR.

Eh! di minacce

Tempo or non è. Grazia e pietade implora.

IRC.

Grazia e pietà! Farò tremarvi ancora.

 

In mezzo alle tempeste,

Scoglio battuto in mar

Da lungi fa tremar

Navi e nocchieri.

Fra l’onde più funeste

Lo scoglio tuo sarò,

E il fasto io frangerò

De’ tuoi pensieri. (parte fra le guardie assire)

 

 

 




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