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Pietro Metastasio Siroe IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA UNDICESIMA
Cosroe, Siroe in disparte, poi Laodice
COS. |
Che da un superbo figlio Prenda leggi il mio cor, troppo sarei Stupido in tollerarlo. E quale, o cara, (vedendo Laodice) Insolita ventura a me ti guida? |
LAOD. |
Vengo a chieder difesa. In questa reggia Non basta il tuo favor perch’io non tema. V’è chi m’oltraggia e chi m’insulta. |
COS. |
A tanto Chi potrebbe avanzarsi? |
LAOD. |
E il mio delitto È l’esser fida a te. |
COS. |
Scopri l’indegno, E lascia di punirlo a me la cura. |
LAOD. |
Un tuo figlio procura Di sedurre il mio amor: perch’io ricuso Di renderlo contento, Minaccia il viver mio. |
SIR. |
(Numi, che sento!) |
COS. |
Dell’amato Medarse Esser colpa non può. Siroe è l’audace. |
LAOD. |
Pur troppo è ver. Tu vedi Qual uopo ho di soccorso. Imbelle e sola, Contro un figlio real che far poss’io? |
SIR. |
(Tutto il mondo congiura a danno mio). |
COS. |
Anche in amor costui Rivale ho da soffrir! Tergi i bei lumi, Rassicurati, o cara. Ah! Siroe ingrato! (passeggiando) Ancor questo da te! Cosroe non sono, S’io non farò... Basta... vedrai... |
SIR. |
(Che pena!) |
LAOD. |
(Fu mio saggio consiglio Il prevenir l’accusa). |
COS. |
Indegno figlio! (siede e s’avvede del foglio:lo prende e lo legge da sé) |
LAOD. |
S’io preveder potea Nel tuo cor tanto affanno, avrei... (Qual foglio Stupido ei legge e impallidisce?) |
COS. |
Oh numi! E che di più funesto Può minacciarmi il Ciel! Che giorno è questo! (s’alza) |
LAOD. |
Che ti affligge, o signor? |