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Pietro Metastasio Siroe IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUINDICESIMA
Emira
EMI. |
Sì diversi sembianti Per odio e per amore or lascio, or prendo, Ch’io me stessa talor né meno intendo. Odio il tiranno, ed a svenarlo io sola Mille non temerei nemiche squadre; Ma penso poi che del mio bene è padre. Amo Siroe, e mi pento D’esser io la cagion del suo periglio; Ma penso poi che del tiranno è figlio. Così sempre il mio core È infelice nell’odio e nell’amore.
Non vi piacque, ingiusti dèi, Ch’io nascessi pastorella: Altra pena or non avrei Che la cura d’un’agnella, Che l’affetto d’un pastor. Ma chi nasce in regia cuna, Più nemica ha la fortuna; Ché nel trono ascosi stanno E l’inganno ed il timor. |