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Pietro Metastasio
Siroe

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SCENA NONA

 

Luogo angusto e racchiuso nel castello destinato a Siroe per carcere.

 

Siroe, poi Emira

 

SIR.

Son stanco, ingiusti numi,

Di soffrir l’ira vostra. A che mi giova

Innocenza e virtù? Si opprime il giusto;

S’innalza il traditor. Se i merti umani

Così bilancia Astrea,

O regge il caso, o l’innocenza è rea.

EMI.

(Arasse non mentì: vive il mio bene).

SIR.

Ed Emira fra tanti

Rigorosi custodi a me si porta?

EMI.

Questo impronto real fu la mia scorta.

SIR.

Come in tua man?

EMI.

L’ebbi da Cosroe istesso.

SIR.

Se del mio fato estremo

Scelse te per ministra il genitore,

Per così bella morte

Io perdono alla sorte il suo rigore.

EMI.

Senti Emira qual sia...

 

 

 




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