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Pietro Metastasio
Siroe

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SCENA DODICESIMA

 

Siroe, Emira e Medarse

 

MED.

Numi! ognun m’abbandona.

EMI.

Andiamo, o caro.

Dell’amica fortuna

Non si trascuri il dono.

Siegui i miei passi; ecco la via del trono.

SIR.

È pur vero, idol mio,

Che non mi sei nemica? Oh Dio! che pena

Il crederti infedele!

EMI.

E tu potesti

Dubitar di mia fé?

SIR.

Perdona, o cara:

Tanto in odio alle stelle oggi mi vedo,

Che per mio danno ogn’impossibil credo.

 

EMI.

Ch’io mai vi possa

Lasciar d’amare,

Non lo credete,

Pupille care;

Né men per gioco

V’ingannerò.

Voi foste e siete

Le mie faville,

E voi sarete,

Care pupille,

Il mio bel foco,

Fin ch’io vivrò. (parte)

 

 

 




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