Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Pietro Metastasio Temistocle IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA TERZA
Temistocle ed Aspasia
TEMIS. |
(Che fasto insano!) |
|
ASP. |
(A queste sponde, o numi, Deh! non guidate il genitor). |
|
TEMIS. |
(Si cerchi Da questa greca intanto qualche lume miglior). Gentil donzella, Se il Ciel... (Stelle, che volto!) |
|
ASP. |
(Eterni dèi! È il genitore, o al genitor somiglia). |
|
TEMIS. |
Di’... |
|
ASP. |
Temistocle! |
|
TEMIS. |
Aspasia! |
|
ASP. |
(s’abbracciano) |
Ah padre! |
TEMIS. |
Ah, figlia! |
|
ASP. |
Fuggi. |
|
TEMIS. |
E tu vivi? |
|
ASP. |
Ah! fuggi, Caro mio genitor. Qual ti condusse Maligna stella a questa reggia? Ah! Serse Vuol la tua morte: a chi ti guida a lui Premi ha proposti... Ah! non tardar: potrebbe Scoprirti alcun. |
|
TEMIS. |
Mi scoprirai con questo Eccessivo timor. Di’: quando in Argo Io ti mandai per non lasciarti esposta A’ tumulti guerrieri, il tuo naviglio Non si perdé? |
|
ASP. |
Sì, naufragò, né alcuno Campò dal mare. Io, sventurata, io sola Alla morte rapita, Con la mia libertà comprai la vita. |
|
TEMIS. |
Come? |
|
ASP. |
Un legno nemico all’onde... oh Dio! Lo spavento m’agghiaccia... all’onde insane M’involò semiviva; Prigioniera mi trasse a questa riva. |
|
TEMIS. |
È noto il tuo natal? |
|
ASP. |
No: Serse in dono Alla real Rossane Mi diè non conosciuta. Oh, quante volte Ti richiamai! con quanti voti il Cielo Stancai per rivederti! Ah, non temei Sì funesti adempiti i voti miei! |
|
TEMIS. |
Rasserenati, o figlia: assai vicini Han fra loro i confini La gioia e il lutto; onde il passaggio è spesso Opra sol d’un istante. Oggi potrebbe Prender la nostra sorte un ordin nuovo: Già son meno infelice or che ti trovo. |
|
ASP. |
Ma qual mi trovi! in servitù. Qual vieni! Solo, proscritto e fuggitivo. Ah! dove, Misero genitor, dov’è l’usato Splendor che ti seguia? le pompe, i servi, Le ricchezze, gli amici?... Oh, ingiusti numi! Oh, ingratissima Atene! E il terren ti sostiene! e oziosi ancora I fulmini di Giove... |
|
TEMIS. |
Olà, più saggia Regola, Aspasia, il tuo dolor. Mia figlia Non è chi può lo scempio Della patria bramar; né un solo istante Tollero in te sì scellerata idea. |
|
ASP. |
Quando tu la difendi, ella è più rea. |
|
TEMIS. |
Mai più... |
|
ASP. |
Parti una volta, Fuggi da questo ciel. |
|
TEMIS. |
Di che paventi, Se ignoto a tutti...? |
|
ASP. |
Ignoto a tutti! E dove È Temistocle ignoto? Il luminoso Carattere dell’alma, in fronte impresso, Basta solo a tradirti. Oggi più fiero Sarebbe il rischio. Un orator d’Atene In Susa è giunto. A’ suoi seguaci, a lui Chi potrebbe celar... |
|
TEMIS. |
Dimmi: sapresti A che venga e chi sia? |
|
ASP. |
No, ma fra poco Il re l’ascolterà. Puoi quindi ancora Il popolo veder, che già s’affretta Al destinato loco. |
|
TEMIS. |
Ognun che il brami Andar vi può? |
|
ASP. |
Sì. |
|
TEMIS. |
Dunque resta: io volo A render pago il desiderio antico, Che ho di mirar d’appresso il mio nemico. |
|
ASP. |
Ferma! misera me! che tenti? Ah! vuoi Ch’io muoia di timor? Cambia, se m’ami, Cambia pensier. Per questa mano invitta, Che supplice e tremante Torno a baciar; per quella patria istessa, Che non soffri oltraggiata, Che ami nemica e che difendi ingrata... |
|
TEMIS. |
Vieni al mio sen, diletta Aspasia. In questi Palpiti tuoi d’un’amorosa figlia Conosco il cor. Non t’avvilir. La cura Di me lascia a me stesso. Addio. L’aspetto Della fortuna avara Dal padre intanto a disprezzare impara.
Al furor d’avversa sorte Più non palpita e non teme Chi s’avvezza, allor che freme, Il suo volto a sostener. Scuola son d’un’alma forte L’ire sue le più funeste, Come i nembi e le tempeste Son la scuola del nocchier. (parte) |