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Pietro Metastasio Temistocle IntraText CT - Lettura del testo |
ATTO SECONDO
SCENA PRIMA
Ricchissimi appartamenti destinati da Serse a Temistocle. Vasi all’intorno ricolmi d’oro e di gemme.
Temistocle, poi Neocle
TEMIS. |
Eccoti in altra sorte; ecco cambiato, Temistocle, il tuo stato. Or or, di tutto Bisognoso e mendico, in van cercavi Un tugurio per te: questo or possiedi Di preziosi arredi Rilucente soggiorno; Splender ti vedi intorno In tal copia i tesori; arbitro sei E d’un regno e d’un re. Chi sa qual altro Sul teatro del mondo Aspetto io cambierò. Veggo pur troppo Che favola è la vita; E la favola mia non è compita. |
NEOC. |
Splendon pure una volta, Amato genitor, fauste le stelle All’innocenza, alla virtù: siam pure Fuor de’ perigli. A tal novella, oh, come Tremeran spaventati Tutti d’Atene i cittadini ingrati! Or di nostre fortune Comincia il corso: io lo prevengo, e parmi Già ricchezze ed onori, Già trionfi ed allori Teco adunar, teco goderne e teco Passar d’Alcide i segni, I regi debellar, dar legge a’ regni. |
TEMIS. |
Non tanta ancor, non tanta Fiducia, o Neocle. Or nell’ardire eccedi, Pria nel timor. Quand’eran l’aure avverse, Tremavi accanto al porto: or che seconde Si mostrano un momento, Apri di già tutte le vele al vento. Il contrario io vorrei. Questa baldanza, Che tanto or t’avvalora, È vizio adesso, era virtude allora: E quel timor, che tanto Prima ti tenne oppresso, Fu vizio allor, saria virtude adesso. |
NEOC. |
Ma che temer dobbiamo? |
TEMIS. |
Ma in che dobbiam fidarci? In quei tesori? D’un istante son dono: Può involarli un istante. In questi amici, Che acquistar già mi vedi? Eh! non son miei: Vengon con la fortuna, e van con lei. |
NEOC. |
Del magnanimo Serse Basta il favore a sostenerci. |
TEMIS. |
E basta L’ira di Serse a ruinarne. |
NEOC. |
È troppo Giusto e prudente il re. |
TEMIS. |
Ma un re sì grande Tutto veder non può. Talor s’inganna, Se un malvagio il circonda; E di malvagi ogni terreno abbonda. |
NEOC. |
Superior d’ogni calunnia ormai La tua virtù ti rese. |
TEMIS. |
Anzi là, dove Il suo merto ostentar ciascun procura, La virtù, che più splende, è men sicura. |
NEOC. |
Ah qual!... |
TEMIS. |
Parti: il re vien. |
NEOC. |
Qual ne’ tuoi detti Magia s’asconde! Io mi credea felice; Mille rischi or pavento: in un istante Par che tutto per me cangi sembiante.
Tal per altrui diletto Le ingannatrici scene Soglion talor d’aspetto Sollecite cambiar. Un carcere il più fosco Reggia così diviene; Così verdeggia un bosco Dove ondeggiava il mare. (parte) |