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Pietro Metastasio
Temistocle

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SCENA SECONDA

 

Serse e Temistocle

 

SER.

Temistocle.

TEMIS.

Gran re.

SER.

Di molto ancora

Debitor ti son io. Mercé promisi

A chi fra noi Temistocle traesse.

L’ottenni: or le promesse

Vengo a compir.

TEMIS.

Né tanti doni e tanti

Bastano ancor?

SER.

No; di sì grande acquisto,

Onde superbo io sono,

Parmi scarsa mercé qualunque dono.

TEMIS.

E vuoi...

SER.

Vuo’ della sorte

Corregger l’ingiustizia e sollevarti

Ad onta sua. Già Lampsaco e Miunte,

E la città, che il bel Meandro irriga,

Son tue da questo istante; e Serse poi

Del giusto amore, onde il tuo merto onora,

Prove darà più luminose ancora.

TEMIS.

Deh! sia più moderato

L’uso, o signor, del tuo trionfo; e tanto

Di mirar non ti piaccia

Temistocle arrossir. Per te fin ora

Che feci?

SER.

Che facesti! E ti par poco

Credermi generoso?

Fidarmi una tal vita? aprirmi un campo

Onde illustrar la mia memoria? e tutto

Rendere a’ regni miei

In Temistocle sol quanto perdei?

TEMIS.

Ma le ruine, il sangue,

Le stragi, onde son reo...

SER.

Tutto compensa

La gloria di poter nel mio nemico

Onorar la virtù. L’onta di pria

Fu della sorte; e questa gloria è mia.

TEMIS.

Oh magnanimi sensi,

Degni d’un’alma a sostener di Giove

Le veci eletta! oh fortunati regni

A tal re sottoposti!

SER.

Odimi. Io voglio

Della proposta gara

Seguir l’impegno. Al mio poter fidasti

Tu la tua vita; al tuo valore io fido

Il mio poter. Delle falangi perse

Sarai duce sovrano. In faccia a tutte

Le radunate schiere

Vieni a prenderne il segno. Andrai per ora

Dell’inquieto Egitto

L’insolenza a punir: più grandi imprese

Poi tenterem. Di soggiogare io spero,

Con Temistocle al fianco, il mondo intero.

TEMIS.

E a questo segno arriva,

Generoso mio re...

SER.

Va, ti prepara

A novelli trofei. Diran poi l’opre

Ciò che dirmi or vorresti.

TEMIS.

Amici dèi,

Chi tanto a voi somiglia

Custoditemi voi. Fate ch’io possa,

Memore ognor de’ benefizi sui,

Morir per Serse o trionfar per lui.

 

Ah! d’ascoltar già parmi

Quella guerriera tromba,

Che fra le stragi e l’armi

M’inviterà per te.

Non mi spaventa il fato,

Non mi fa orror la tomba,

Se a te non moro ingrato,

Mio generoso re. (parte)

 

 

 




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