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Pietro Metastasio Temistocle IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SETTIMA
SER. |
Viene il foglio a Sebaste; Oronte lo vergò: leggasi... Oh stelle, Che nera infedeltà! Sebaste è dunque De’ tumulti d’Egitto L’autore ignoto! Ed al mio fianco intanto Sì gran zelo fingendo... Eccolo. E come Osa il fellon venirmi innanzi! |
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SEB. |
Io vengo Della mia fé, de’ miei sudori, o Serse, Un premio al fine ad implorar. |
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SER. |
Son grandi, Sebaste, i merti tuoi, E puoi tutto sperar. Parla: che vuoi? |
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SEB. |
Va l’impresa d’Atene Temistocle a compir; l’altra d’Egitto Fin or duce non ha. Di quelle schiere, Che all’ultima destini, Chiedo il comando. |
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SER. |
Altro non vuoi? |
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SEB. |
Mi basta Poter del zelo mio Darti prove, o signor. |
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SER. |
Ne ho molte, e questa È ben degna di te. Ma tu d’Egitto Hai contezza bastante? |
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SEB. |
I monti, i fiumi, Le foreste, le vie, quasi potrei I sassi annoverar. |
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SER. |
Non basta: è d’uopo Conoscer del tumulto Tutti gli autori. |
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SEB. |
Oronte è il solo. |
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SER. |
Io credo Ch’altri ve n’abbia. Ha questo foglio i nomi: Vedi se a te son noti. (gli dà il foglio) |
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SEB. |
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(Misero me!) (lo riconosce) |
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SER. |
Che fu? Tu sei smarrito! Ti scolori! ammutisci! |
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SEB. |
(Ah, son tradito!) |
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SER. |
Non tremar, vassallo indegno; È già tardo il tuo timore: Quando ordisti il reo disegno, Era il tempo di tremar. Ma giustissimo consiglio È del Ciel che un traditore Mai non vegga il suo periglio, Che vicino a naufragar. (parte) |