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Pietro Metastasio
Il trionfo di Clelia

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SCENA QUARTA

 

Clelia, poi Orazio

 

CLEL.

Io più pace non ho; tutto m’ingombra

Di timor, di sospetto: ove mi volgo,

Ho presente Tarquinio. Il violento

Superbo suo carattere, i recenti

Atroci esempi, il mio presente stato...

ORA.

Clelia...

CLEL.

Ah, sposo adorato,

Partiam.

ORA.

Come! Perché?

CLEL.

Tutto saprai.

Partiam.

ORA.

Spiegati almen.

CLEL.

Qui mal sicura

È la tua Clelia. Osò Tarquinio in queste

Stanze inoltrarsi, osò scoprirsi amante.

Troppo esposta io qui sono;

Tu conosci i Tarquinii... Ah, non perdiamo,

Caro, i momenti! Andiam.

ORA.

Fermati, e calma,

Bella mia speme, il tuo timor. Che mai

Può un esule tentar?

CLEL.

M’ama...

ORA.

Che t’ami;

E un disprezzato amore

L’affligga e lo punisca.

CLEL.

A lui vicino

Riposo io non avrei. Si parta.

ORA.

Ah! taci:

Non si può, non si dee. Qui tu sei pegno

Della pubblica fé. L’unica io sono

Speme qui della patria. A queste cure

Convien che ceda ogni altra cura.

CLEL.

Ingrato!

Scopri un rival, mi vedi

Esposta alle sue frodi, in rischio sei

Di perdermi per sempre, e sì tranquillo

Né men cangi colore! E poi son io

L’unico tuo pensiero,

Il tuo ben, la tua fiamma? Ah, non è vero!

ORA.

Sposa, or m’ascolta. Io non amai, non amo,

Né son d’amar capace altro sembiante

Che quel della mia Clelia. Adoro in lei

La bell’alma, il bel volto, i bei costumi;

Per lei, lo giuro ai numi,

Mille vite darei: ma... (non sdegnarti)

Clelia cede alla patria. È Roma il sacro

Nostro primo dover. Se Orazio ingrato

Potesse un solo istante

Sì gran madre obliar, per Clelia a lei

Se scemasse un sostegno,

Saria di Clelia istessa Orazio indegno.

CLEL.

Oh magnanimo, oh vero

Figlio di Roma! Il tuo parlar m’inspira

Tenerezza e valor. Perdona; a torto

Di tua fé dubitai.

T’imiterò; m’avrai

Sposa degna di te. Su l’orme illustri...

 

 




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