24-grond | gross-salvo | sangu-zuppi
         grassetto = Testo principale
     Capitologrigio = Testo di commento

1 | 24 2 tes| derisunt me...~ ~ PSALM, XXI, 7,8.~ ~ ~ Judica me secundum 3 ded| macerie, fra le pozze di calce abbacinanti; e quel loro entrare nella 4 tes| maggior numero possibile, per abbagliare la plebe di via Montanara 5 tes| poter bere, per potersi abbandonare alla sua passione irrefrenabile; 6 tes| Adirarmi? Inferocirmi? Abbandonarmi alle violenze? Dare qualche 7 tes| alcuni dei nostri compagni abbandonarono la pensione, altri dichiararono 8 tes| ordine. La ragione non m'ha abbandonato ancóra. Credetemi.~ ~Ecco, 9 tes| le pozze di calce, che mi abbarbagliavano e mi attiravano. - Meglio, 10 tes| arrossendo a pena a pena, abbassando gli occhi:~ ~- Vuole? Ebbene, 11 tes| ingiallita... Ma io le volevo abbassare, perché Ciro ogni tanto 12 tes| veduta.~ ~- Ti somiglia abbastanza, questo figliuolo - seguitò 13 tes| Ludovisi, fra i tronchi abbattuti, fra i mucchi di mattoni, 14 tes| antichi amici si rivedono, si abbracciano, si scambiano le solite 15 tes| fermò; anzi, meglio, mi abbrancò.~ ~- Oh, Episcopo, quanto 16 tes| un poco stanco. È meglio abbreviare.~ ~Abbrevio. Ottenni il 17 tes| uomo disonorato, degradato, abbrutito, inebetito, vilissimo. Ebbi 18 tes| voi stimate pusillanime e abietto e quasi idiota?~ ~No, voi 19 tes| mia debolezza e della mia abiezione; e specialmente, dell'impossibilità 20 tes| bassa voce l'elemosina, abilmente, senza farsi scorgere, camminando 21 tes| poteva arrivare. Fra tanti abissi che io aveva scoperti dentro 22 tes| portarmi via, tutti i suoi abiti non erano , su la sedia, 23 tes| tirava per un bottone dell'abito, ora mi scoteva un grano 24 ded| appartiene.~ ~Il cavalleggere abituato a restare in sella dieci 25 tes| Aveva il vizio del vino, l'abitudine della ubriachezza, la sete, 26 tes| opprobrium hominum, et abjecto~ ~ plebis. Omnes videntes 27 tes| La memoria del passato è abolita, l'inquietudine del futuro 28 tes| malinconia quasi affannosa, un'abondanza di cose oscure e confuse 29 tes| demenza nel buio. Ma non accadde nulla. Udii distintamente 30 tes| anche noi di quel che va accadendo con la facilità e l'assurdità 31 tes| bocca di Ginevra, a lungo, accalorandosi; e guardava me, nel parlare, 32 tes| idea della ferocia, dell'accanimento che mia moglie e mia suocera 33 tes| ferocia degli altri uomini s'è accanita senza mai tregua, a un uomo 34 tes| evitando di rispondere, accarezzandolo. - Sto qui con te; non mi 35 tes| madre.~ ~E stese la mano per accarezzargli i capelli. Ma Ciro diede 36 tes| suscita un brivido, come se mi accarezzasse. Tutti, intorno alla tavola, 37 tes| timidi gli sorridevano, lo accarezzavano. Che aveva quell'uomo?~ ~ 38 tes| schiaffo. Le lacrime mi accecarono.~ ~- Ti duole? Di': ti duole 39 tes| carità, a fianco del padre!~ ~Accendevo un pezzo di candela, per 40 tes| soffocante; gli orecchi si accendono, gli occhi luccicano. Un' 41 tes| intollerabile. E mi disse, accennando allo sfregio, sapendo di 42 tes| tre volte indietro, per accertarmi di non essere seguìto; entrai 43 tes| un ricordo incerto. Fu un accesso di demenza? Fu l'atto di 44 tes| Volete appoggiarvi?~ ~Egli accettò, s'appoggiò. Quando fummo 45 tes| nome gridato da Wanzer, acclamato dagli altri; e poi il motto 46 tes| L'altro, dopo un poco, si accomiatò.~ ~- Addio, Battista. Al 47 tes| cappello. Sorrideva ancóra, accompagnando il sorriso con un suono 48 tes| vettura che portava un ferito accompagnato da due guardie.~ ~Egli disse, 49 tes| una scuola. La mattina, lo accompagnavo io stesso; nel pomeriggio, 50 tes| vino, un poco intorpiditi, accomunati da una stessa preoccupazione 51 tes| passeri faceva un cinguettìo accorante, continuo, senza fine; e 52 tes| con gli orecchi tesi per accorgermi del suo passo. Continuamente, 53 tes| Non badava a me, non s'accorgeva di me che la guardavo. E 54 tes| quello che dico? Vi siete accorto di nulla? Rispondetemi sinceramente, 55 tes| torceva le viscere. L'orrore, accumulato già nell'estremo fondo, 56 tes| impazientiva della mia tosse, e m'accusava della sua sfortuna; e poi, 57 tes| un'ombra che ci offriva l'acquavite.~ ~Ah, signore, chi saprà 58 tes| Tivoli.~ ~...Un lezzo acuto d'acque sulfuree; e poi da per tutto, 59 tes| parve finalmente che Ciro si acquietasse. Egli chiuse gli occhi come 60 ded| consuetudini dello spirito, ad acquistare una nozione precisa del 61 tes| l'inquietudine crebbe, si acuì, mi suggerì un pensiero: - 62 tes| pallido, perdevano ogni acutezza. Pensate, signore, a una 63 tes| una riga gialla, diritta, acutissima, splendeva sinistramente, 64 tes| Dormi, dormi!~ ~Un grido acutissimo, lacerante, scoppiò sul 65 tes| anch'io patii la fame. E m'adattai a tutti i mestieri, a tutte 66 tes| misteriosissimo, che s'addensava nell'estremo fondo del mio 67 tes| ogni traviato, per ogni addolorato, e sentire nell'intimo della 68 tes| contentarmi, fingendo di addormentarsi. Ma li riaprì, dopo qualche 69 tes| lasciavo più, finché non s'era addormentato. In breve seppe leggere, 70 tes| dovuto fare? Offendermi? Adirarmi? Inferocirmi? Abbandonarmi 71 tes| Wanzer alzava la voce e s'adirava. Ingletti, forse reso audace 72 ded| materiale narrativo in parte già adoperato e in parte ancóra vergine. 73 tes| egli vedesse la luce, io l'adorai, io piansi per lui di tenerezza, 74 tes| sorvegliavo, quasi direi mi ci affacciavo, con un'ansietà tremenda, 75 tes| Basta! Alzatevi; non v'affannate tanto. So io dove bisognerebbe 76 tes| guardò sotto il letto. Si affannava, ansava; e la candela gli 77 tes| potevo parlare, per il grande affanno. Balbettai alla fine disperatamente:~ ~- 78 tes| indietro. Una malinconia quasi affannosa, un'abondanza di cose oscure 79 tes| quell'ora che per gli altri affaticati è un sollievo e qualche 80 tes| ruppe egli all'improvviso, afferrandomi alle tempie. E aveva nella 81 tes| medesimo, la destra mi corse ad afferrarlo, e una forza prodigiosa 82 tes| tendessi l'orecchio per afferrarne qualcuna. La mia pena era 83 tes| a gridargli contro; l'ho afferrato per le gambe, gli ho dato 84 tes| disgraziato, un lampo d'affetto o almeno di pietà.~ ~In 85 tes| che la vista di un'arme affilata al pusillanime. M'accorsi 86 tes| amico. Perché? Per quale affinità misteriosa? Per quale antiveggenza 87 tes| non essere udito, per non affliggere la persona che mi amava, 88 tes| l'infedeltà, la colpa mi affliggeva per me, quanto per il figliuolo 89 tes| noncuranza profonda mi aveva afflitto come in quel giorno; mai 90 tes| significato di queste parole: «affogare la tristezza nel vino»? 91 tes| cacciò sotto le coperte, affondò la testa nel guanciale. 92 tes| egli non cadde; seguitò ad affrettare il passo, a trascinarmi, 93 tes| non potesse dire di più. Affrettava il passo, mi trascinava.~ ~- 94 tes| pozze - io pensavo - che affrontare l'avvenimento ignoto. Ma 95 tes| feci il commesso in un'agenzia di collocamento, feci tutto 96 tes| mattine d'inverno quando agghiacciava. Le mie carezze non lo calmavano, 97 tes| risa inaspettato che mi agghiacciò nel buio della stanza, e 98 tes| avvenuti. Quando? Chi lo sa? Aggiungete che io non era sicuro di 99 tes| volte davanti alla Posta, agitato come un uomo che sia sul 100 tes| su la terra stranieri.~ ~Ahimè, il suo cuore è per tutti, 101 tes| silenzio. Io mi misi ad aiutarlo, con gesti quasi timidi, 102 tes| voleva venire con me, voleva aiutarmi... Ah, se lo aveste veduto, 103 tes| in una bisca, fino all'alba, morto di stanchezza e di 104 tes| del suo amore? Ogni uomo alimenta in sé un sogno segreto che 105 tes| ciarle e alle risa, potevo alimentare le mie imaginazioni oscure 106 tes| una lama appannata da un alito...~ ~Ma no, io non posso 107 tes| fare tanto bene. Poi, nell'allacciare, chino a terra, sentivo 108 tes| Le ondate della musica si allargavano in una luce densa; tutte 109 tes| possesso della mia casa, era alloggiato nella mia casa in qualità 110 tes| non mi riconobbe. E io m'allontanai rapidamente; fuggii, per 111 tes| insopportabile; ma io non cercai di allontanarmi. Seguitai a frequentar la 112 tes| Piano, piano! Non v'allontanate troppo. C'è Episcopo, qui, 113 tes| Troppo tardi: si era già allontanato.~ ~Per tre o quattro giorni 114 tes| mia mano.~ ~Come colui si allontanò, Battista mi disse a bassa 115 tes| in fondo. Entrai a testa alta. Mi pareva di avere un'aria 116 tes| se dovesse vedere sul suo altare il Sacramento coperto d' 117 ded| nel mio cervello le più alte ebrezze, ora mi lasciavano 118 tes| questi disturbi, in queste alterazioni, quasi di continuo! Parestesie, 119 tes| quasi, ch'egli non avesse un alterco. Era odiato e temuto, 120 tes| diventato verde.~ ~- Il principe Altini, per esempio... Da quanto 121 | altrimenti 122 tes| buffonescamente. Io pagai; e ci alzammo, ed uscimmo. Egli mise di 123 tes| onesti... a quest'ora...~ ~Alzando il bicchiere, ebbe un sorriso 124 tes| veduta più di una volta alzare i pugni in viso al marito.~ ~ 125 tes| gettato addosso con le mani alzate, urlando... «Prendi! Prendi! 126 tes| con asprezza:~ ~- Basta! Alzatevi; non v'affannate tanto. 127 tes| entrando.~ ~Lo trovai che s'era alzato a sedere sul letto, come 128 tes| piatto?~ ~Io tento di ridere. Alzo gli occhi, e incontro quelli 129 tes| Nessuna creatura umana ama un'altra creatura umana, 130 tes| Tivoli, credo... da zia Amalia... Bisogna arrivare in tempo. 131 tes| costringeste a masticare una cosa amara, d'un'amarezza mortale, 132 tes| masticare una cosa amara, d'un'amarezza mortale, insopportabile. 133 tes| affliggere la persona che mi amava, per non tediare la persona 134 tes| Questura». Per fermare l'ambascia dell'esitazione, feci uno 135 tes| di me con un'espressione ambigua.~ ~Ella esce dalla stanza. 136 tes| proferito in mezzo a frasi ambigue che tradivano un desiderio 137 tes| punto un uomo con un aspetto ambiguo, ripugnante, tra di cameriere 138 tes| Deve aver fatto fortuna in America, almeno a giudicarne dall' 139 tes| come per un respiro; su l'ammattonato il sole disegnava esattamente 140 tes| vilissimo. Ebbi due o tre ammonizioni; poi fui sospeso dall'impiego; 141 tes| talvolta per me effusioni di amorevolezza ridicole e attristanti, 142 ded| elaborano la materia quasi amorfa ricevuta dall'esterno e 143 tes| salire. Ginevra mi dice, andando verso un balcone:~ ~- Venga, 144 tes| malati. Quando mi levai per andarmene, egli disse a bassa voce, 145 tes| passeggiare. Ginevra e Doberti andarono avanti, io e l'altro rimanemmo 146 tes| metterci la roba dentro, per andarsene sùbito, fuori di Roma... 147 tes| sentiva bene, che sarebbe andata a Tivoli, che sarebbe rimasta 148 tes| non ebbi forza. Dissi:~ ~- Andiamo.~ ~Uscimmo. Per le scale, 149 tes| per me - dissi.~ ~- Bene, andiamocene. Aspetta.~ ~E si mise a 150 tes| con Wanzer passavo per un andito buio, per una scala buia, 151 tes| aveva nella bocca la domanda angosciosa.~ ~- Ma parla, dunque! Ma 152 tes| settimane, tra le peggiori angustie materiali, tra le umiliazioni, 153 tes| notato questo? Un uomo, un animale, una pianta, una qualunque 154 tes| gli tremavano; ma mi parve animato da una energia quasi selvaggia.~ ~- 155 tes| di centomila frammenti d'anime che hanno vissuta tutta 156 tes| occhi. E io rimanevo annientato...~ ~No, no, non è possibile. 157 tes| sottraendosi:~ ~- Non m'annoiare. Basta!~ ~Ma io, come un 158 tes| libero. E il giorno dopo mi annunziò di avere scoperto un luogo 159 tes| senza aspettare altro, dissi ansando, mangiandomi le parole:~ ~- 160 tes| mio braccio, sbigottito, ansante.~ ~- Papà, papà, hai inteso?~ ~ 161 tes| il letto. Si affannava, ansava; e la candela gli sgocciolava 162 tes| scavava il cervello; ma l'ansia d'un'aspettazione unica, 163 tes| cercai altro che le scarpe, ansiosamente, sotto il letto, sentendomi 164 tes| profondissimo il sentimento dell'anteriorità di ciò che accadeva e stava 165 tes| era forse migliore dell'antica. Le condizioni mi convenivano. 166 ded| durai fatica a riprendere le antiche consuetudini dello spirito, 167 tes| affinità misteriosa? Per quale antiveggenza istintiva? Forse per l'attrazione 168 tes| chiedendomi:~ ~- Che fa?~ ~Io apersi le dita; lasciai cadere 169 tes| inquieto. Ma la mattina, a pena aperte le imposte, un senso di 170 tes| dagli occhi che rimanevano aperti e puri, che non si infiammavano, 171 tes| Pensate, signore, a una lama appannata da un alito...~ ~Ma no, 172 tes| espressione bassa, quasi bestiale, appare nelle facce di quegli uomini 173 tes| possibile che un uomo, almeno apparentemente non folle, non ebete, non 174 tes| per cercare un piccolo appartamento, per comprare il letto nuziale, 175 tes| chiarezza che ella non mi apparteneva, che ella poteva esser di 176 ded| quanto crediamo nostro ci appartiene.~ ~Il cavalleggere abituato 177 ded| inquieto; il quale tanto è appassionato dell'Arte che non può rassegnarsi 178 tes| io gli dissi:~ ~- Volete appoggiarvi?~ ~Egli accettò, s'appoggiò. 179 tes| sentivo che le sue mani appoggiate su le mie spalle tremavano 180 tes| appoggiarvi?~ ~Egli accettò, s'appoggiò. Quando fummo su la strada, 181 tes| mi dava sempre la stessa apprensione che la vista di un'arme 182 tes| in un gran pianto, e mi s'appressò come per cadermi fra le 183 tes| accanto alla sorella, ed apre un libro di preghiere. Io, 184 tes| marzo, i primi giorni d'aprile ebbero per me dolcezze e 185 tes| rossore e a quel gonfiore si aprivano a stento due pupille lacrimose, 186 tes| donna, tre sillabe sonore aprono d'innanzi a voi un abisso 187 tes| cosa di simile al soffio ardente e impuro che passava un 188 tes| vuol dire una cosa e non ardisce e si vergogna.~ ~- Che bella 189 tes| orologio, un piccolo orologio d'argento, un ricordo di mio padre 190 tes| qualche goccia di sangue aristocratico. Chi era dunque il padre? 191 tes| apprensione che la vista di un'arme affilata al pusillanime. 192 tes| la vedrete. Ma la cosa si arresta, si ritrae, si sottrae; 193 tes| No, è impossibile. Non arriverei alla fine. E poi, forse, 194 tes| infiammavano, che non si arrossavano... Ah, signore, bisogna 195 tes| poco. Poi risponde, piano, arrossendo a pena a pena, abbassando 196 tes| morfina con una siringa arrugginita.~ ~Ma basta, basta. Sia 197 ded| mortalmente dai palpiti delle loro arterie; e il grido selvaggio, e 198 tes| talvolta, di averne una artificiale. Che mistero, i nervi dell' 199 tes| tenuti dallo stesso terrore, ascoltammo, aspettammo.~ ~Un altro 200 tes| e inutilmente. Ella mi ascoltava, certe volte, seria, con 201 tes| ascoltare tutti i rumori e non ascoltavamo che il rumore del nostro 202 tes| nel parlare, perché io l'ascoltavo con un'attenzione straordinaria. 203 tes| offesa che avrei voluto aspergere non delle mie lacrime ma 204 tes| dovunque egli volle; lo aspettai per ore intere su la strada, 205 tes| pànico, senza vedere, senza aspettare altro, dissi ansando, mangiandomi 206 tes| camera. Mi tocca risalire. Aspettatemi qui. Faccio in un momento.~ ~ 207 tes| solita scena... E io, che aspettavo in segreto, tremando, quella 208 ded| rendere indimenticabili i loro aspetti. E ciascun episodio del 209 tes| senza misericordia. Ella non aspettò neppure un giorno; cominciò 210 tes| su tutte le voci quella aspra di Wanzer, che rende cruda 211 tes| m'irritò. Gli gridai con asprezza:~ ~- Basta! Alzatevi; non 212 tes| lungo, come d'una persona assassinata, ci giunse, a traverso il 213 tes| comprendete? Credevo ancóra di assistere alla ripetizione inevitabile 214 tes| riaccompagnò a casa, col dottore; assistette alla seconda medicatura; 215 tes| parte di vita già vissuta; assistevo alla ripetizione inevitabile 216 ded| insolita alla formazione e alla associazione delle imagini più diverse. 217 ded| vita stessa ne restò quasi assorbita.~ ~Mai, signora, mai da 218 tes| orecchi, facevano un rumore assordante. E in mezzo a quella luce, 219 tes| baleni, pensieri strani, assurdi, senza nesso. Rimasi un 220 tes| accadendo con la facilità e l'assurdità d'un sogno...~ ~Sì, assurdo, 221 tes| quelle mani, una notte, atrocemente, - ecco il mio destino, 222 tes| compresi ch'ella non era atta che a un'opera carnale, 223 tes| bruttura gli si dovesse attaccare, lo dovesse macchiare. Comprendete 224 tes| sempre; come se mi si fosse attaccata qui un poco di quella pelle. 225 tes| sedersi accanto a me e avesse attaccato discorso, io certo avrei 226 tes| balzò a sedere sul letto, si attaccò a un mio braccio, sbigottito, 227 tes| espressivo che fece Wanzer e dell'atteggiamento, quasi direi d'ingordigia, 228 ded| quel gran tutto di forza si attenuò e si spense?~ ~La mattina 229 tes| perché io l'ascoltavo con un'attenzione straordinaria. Mi ricordo 230 tes| con una evidenza che vi atterrisce, la bestia, la femmina, 231 tes| lascia ansioso, deluso, atterrito...~ ~No, no... Puerilità, 232 tes| nuova quell'ansietà dell'attesa? Era nuovo quel malessere 233 tes| marcia.~ ~La cucina era attigua alla saletta d'ingresso. 234 tes| di più profondo, di più attirante, di più oscuro? Dite, dite: 235 tes| mi abbarbagliavano e mi attiravano. - Meglio, meglio morire 236 ded| al servizio dell'Arte da attività misteriose e prodigiose 237 tes| esempio, la campagna che attraversavo, mi pareva indefinitamente 238 tes| amorevolezza ridicole e attristanti, che mi stringevano il cuore. 239 tes| adirava. Ingletti, forse reso audace dal vino, gli teneva testa. 240 | autem 241 tes| contrazione sempre eguale, come un automa impeccabile. Che altra cosa 242 tes| sensala al Monte di Pietà, autorizzata dalla R. Questura». Per 243 tes| con gravità studiata, si avanzano e domandano in mio nome 244 | averlo 245 | averne 246 tes| Efrati che raccontava d'averti veduto, in via Alessandrina, 247 | avessero 248 | avessimo 249 | aveste 250 | avevi 251 | avrà 252 | avrebbero 253 tes| cosa di poetico, sognare un avvenire. Continuamente ripetevo 254 tes| bicchiere e lo scagliò contro l'avversario. Il colpo fallì; e il bicchiere 255 tes| ribrezzo, il disprezzo, l'avversione, anche l'odio, si mostravano 256 tes| vogliono, a casa, sùbito.~ ~Ci avviammo. Io tremavo, come un malfattore 257 tes| assai tardi, mi risolsi ad avviarmi verso la mia casa. Tutte 258 tes| questo inconoscibile ed avvicinarsi alla zona della conscienza, 259 tes| del Foro Traiano, mi vidi avvicinato da un uomo che balbettava:~ ~- 260 tes| parlava, in piedi, mi si avvicinava troppo, mi toccava continuamente: 261 tes| di Ginevra! Mi scossi; mi avvidi che anche Ciro aveva sussultato 262 tes| gonfiava il cuore già tanto avvilito e stretto.~ ~Ancóra, dopo 263 tes| in giorno la mia anima si avviliva, si rimpiccioliva. Non ebbi 264 tes| legami sentimentali che vi avvincono a lei e di vedere, con una 265 tes| Da chi mi veniva dunque l'avviso?~ ~È possibile? È possibile? 266 tes| di fango come se si fosse avvoltolato in una pozzanghera, smunto, 267 tes| finestra si sprofondava l'azzurro; le rondini volavano rasente, 268 tes| Non lo trovai.~ ~- Per Bacco! Ho lasciato l'orologio 269 tes| non s'accorgesse dei miei baci!»~ ~No, no; io non posso 270 tes| proverebbe se non potesse baciare la cosa divina in altro 271 tes| una volta: «Oh, se potessi baciarle la faccia ed ella non s' 272 tes| in tutti i suoi atti. Non badava a me, non s'accorgeva di 273 tes| chiese il permesso; non badò, nel tirarla, se io ci poggiavo 274 ded| in un attimo, come nel bagliore d'un lampo, vidi la figura 275 tes| buio una moltitudine di bagliori; e nel mio cervello si succedevano, 276 tes| avvicinato da un uomo che balbettava:~ ~- Sono un operaio senza 277 tes| possibile che sia questa?~ ~Io balbetto, in fine, qualche parola.~ ~ 278 tes| Mi cadde il cuore.~ ~Egli balbettò, confuso:~ ~- Qui dev'essere; 279 tes| stesso sforzo che fa un balbuziente quando s'impunta, a testa 280 tes| tutti i conoscenti, una baldoria senza fine. Io leggevo in 281 tes| fedelmente alla figura che m'era balenata dentro? Lasciamo stare. - 282 tes| Non l'ho veduto.~ ~Mi balenava già il sospetto. Battista 283 tes| succedevano, con la rapidità dei baleni, pensieri strani, assurdi, 284 tes| avevano negli occhi lo stesso baleno. Sempre così, sempre così, 285 tes| anche me. Un pensiero mi balenò: «Se Wanzer ora entrasse?» 286 tes| lacrime ma di non so quale balsamo.~ ~Egli non rispondeva, 287 tes| sul nostro capo. E Ciro balzò a sedere sul letto, si attaccò 288 tes| altro parente; ci sono le bambine. Io faccio, davvero, il 289 tes| raggrinzando la bocca come fanno i bambini quando vogliono cominciare 290 tes| fatta crescere tutta la barba. Non sapeva nulla di noi. 291 tes| Volgemmo in su, verso la piazza Barberini che era un lago di fuoco 292 tes| al letto; s'inginocchiò, barcollando; sollevò le coperte, guardò 293 tes| scale, vedendolo esitare e barcollare, io gli dissi:~ ~- Volete 294 tes| tra quei sacchi, tra quei barili, tra quei mucchi di sapone, 295 tes| Eravamo nella strada di San Basilio, deserta. Io lo supplicai 296 tes| aveva ripugnanza a nessuna bassezza, pur di soddisfare la sua 297 tes| perché erano coperti. Ma bastava che io lo guardassi, per 298 tes| Oh, sì, sì, dite bene: basterà un lume perché io sia tranquillo, 299 tes| calamaio? Brandire una sedia? Battermi in duello? - Ma tutte queste 300 tes| mio pollice il polso. I battiti crescevano con una rapidità 301 tes| piano di sopra: sai?, la Bedetti... Càlmati, Ciro. Non è 302 tes| malvagità in quella risata acre, beffarda, impudica, non mai udita, 303 tes| ha lasciato in fronte un bel ricordo...~ ~Allora, anche 304 | ben 305 tes| chiesa fiorita di palme benedette. Ella s'inginocchia accanto 306 tes| fin dalla nascita. Dio sia benedetto per quella macchia che mi 307 tes| Doberti!~ ~La botte era una berlina.~ ~E la notizia si sparse. 308 tes| dagli scoppii delle sue bestemmie e dal fumo acre che mi mordeva 309 tes| espressione bassa, quasi bestiale, appare nelle facce di quegli 310 tes| che hanno nello sguardo le bestie quando soffrono. Un misto 311 tes| un bicchiere di vino.~ ~- Bevete, Teodoro, alla salute nostra. 312 tes| improvviso, rapidamente:~ ~- Beviamo un bicchiere, insieme?~ ~ 313 ded| incontrarci col doloroso bevitore. Alcune circostanze bizzarre 314 tes| Ah questi occhi! Quando bevo, che spasimo!~ ~E di nuovo 315 tes| sotto la falda d'un cappello biancastro; ma quando mi urtò, levò 316 tes| dunque ancóra delle cose bianche, al mondo?~ ~Quanti gigli!~ ~ 317 tes| guardandomi con certi occhi bianchicci che mi fecero rabbrividire 318 tes| subitanea. Versò il vino nei bicchieri, tremando come un paralitico; 319 tes| tavolo, ne bevvi due o tre bicchierini.~ ~Si soffocava, in quel 320 tes| Che cosa? - Ah, tutto! - Bisognerà dunque che io vi racconti 321 tes| mia di quel tempo, così bizzarra, così insensata, così comica 322 ded| bevitore. Alcune circostanze bizzarre avevano favorito il nostro 323 tes| assente passò su tutte le bocche, proferito in mezzo a frasi 324 tes| carne, e mastica il primo boccone con i poveri denti indeboliti 325 ded| energie fatue, come le piccole bolle nell'acqua mantenuta in 326 tes| non una cicatrice ma un bollo servile, un segno vergognoso 327 ded| nell'acqua mantenuta in un bollore leggero ma costante da un 328 tes| tutto, intorno, olivi olivi, boschi di olivi; e in me la strana 329 tes| spinta, ora mi tirava per un bottone dell'abito, ora mi scoteva 330 tes| in via Alessandrina, a braccetto con un ubriaco.~ ~- Con 331 tes| uomo che si dibatte nelle branche del vizio e si sente divorare 332 tes| Scagliare qualche calamaio? Brandire una sedia? Battermi in duello? - 333 ded| intollerabile peso. Certi brani di stile, in qualche mio 334 tes| muro come una cosa floscia. Brontolava e piagnucolava, sotto la 335 tes| Meglio, meglio morire bruciato vivo in una di queste pozze - 336 tes| scoperta di un piccolo segno bruno mi un fremito ineffabile. 337 tes| poco, egli mi disse, quasi bruscamente:~ ~- Mi vuoi frugare?~ ~- 338 ded| della nostra inconscienza bruta.~ ~Una sera di gennaio, 339 tes| precisamente così. Dice la parola brutale; indica l'atto, la funzione 340 tes| bestia, la femmina, l'aperta brutalità del sesso?~ ~Questo io vidi, 341 ded| avviticchiato al gran corpo di quel bruto, e i colpi di coltello in 342 tes| modo che a traverso un velo bruttato? Che proverebbe?~ ~Io non 343 tes| di quell'onta, di quella bruttura gli si dovesse attaccare, 344 tes| finalmente, e misi nella buca la lettera; ma mi parve 345 tes| quanto un cencio, quanto la buccia che si trova per la strada. 346 tes| collana d'oro, due grosse buccole d'oro, anelli d'oro in tutte 347 tes| Come! Non sai che è a Buenos-Ayres?~ ~- Non so nulla.~ ~- Ah, 348 tes| Doberti fa una proposta buffonesca.~ ~- Cari miei, non c'è 349 tes| metter fuori il denaro, buffonescamente. Io pagai; e ci alzammo, 350 tes| Risposi qualche altra bugia, evitando di guardarlo in 351 tes| sotterfugi, di pretesti, di bugie, per nascondere quel che 352 tes| specie di ripostiglio, in un bugigattolo oscuro e soffocante, remoto, 353 tes| andito buio, per una scala buia, e i fiammiferi stentavano 354 tes| Sono proprio contento. Che buon figliuolo devi essere tu! 355 tes| gelosia.~ ~Scherzarono, mi burlarono. Doberti e Ginevra seguitarono 356 tes| tirato il campanello, avrebbe bussato, avrebbe strepitato, furiosamente. 357 tes| nulla. Salì sul letto, si cacciò sotto le coperte, affondò 358 tes| capelli; e le immobilità cadaveriche del suo corpo nel letto, 359 tes| gioia nella mia sciagura, io caddi in ginocchio come davanti 360 tes| raccapriccio: «Ecco, ora mi cade; ora mi resta qui, di schianto, 361 tes| una volta che t'eri ferito cadendo? Perché mentisti? E chi 362 tes| e mi s'appressò come per cadermi fra le braccia; e così, 363 tes| sarà vecchia, finché non le cadranno di bocca i denti. Quando 364 tes| labbra; ma la sua energia era caduta. Le forze gli mancavano. 365 tes| schiaffo? Scagliare qualche calamaio? Brandire una sedia? Battermi 366 tes| pozzo del quale non possiate calcolare la profondità. Il pozzo 367 tes| illuminata dal gas, troppo calda, d'un calore arido, che 368 tes| agghiacciava. Le mie carezze non lo calmavano, le mie parole non gli facevano 369 tes| Erano di quelle giornate calme, dorate, un poco meste, - 370 tes| ogni passo, pareva che mi calpestassero il cuore. Parlavano molto, 371 tes| sanguinanti. Io gli mettevo le calze, io gli mettevo le scarpe. 372 tes| Sì, signore: era una cameriera, serviva una mensa d'impiegati.~ ~ 373 tes| ambiguo, ripugnante, tra di cameriere e di parrucchiere, pallido, 374 tes| curvo per non macchiarsi la camicia, il sangue gocciolava a 375 tes| intendere. Pure, è così. C'è chi cammina in mezzo a un popolo come 376 tes| sangue dal naso: e, come egli camminava curvo per non macchiarsi 377 tes| cieco. Una notte, mentre camminavamo insieme, si soffermò sotto 378 tes| attitudine che quella di un cane impaurito. Quando entrava 379 tes| misi la bottiglia sotto la cannella dell'acqua marcia.~ ~La 380 tes| andavamo insieme in una cantina, a bere.~ ~Che tregua? Che 381 tes| entrato in una di queste cantine silenziose? I bevitori sono 382 tes| sospensione della vita. Non capitava un cliente; non passava 383 tes| collocamento, feci tutto ciò che mi capitò di fare, mi strisciai ad 384 tes| mantello impermeabile con un cappuccio, tutto molle di pioggia, 385 tes| forse un prete, uno di quei cardinali galanti che seminavano figli 386 tes| quando agghiacciava. Le mie carezze non lo calmavano, le mie 387 tes| che certe volte diventava carezzevole, quasi lascivo, somigliando 388 tes| proposta buffonesca.~ ~- Cari miei, non c'è altro scioglimento 389 tes| ulcerate, gonfie, senza cigli, cariche di marcia, orribili; e in 390 tes| di lavorare. E viveva a carico della moglie, del figlio 391 tes| era atta che a un'opera carnale, a una funzione ignobile. 392 tes| innumerevoli come sopra una carogna. Il padrone, il droghiere, 393 tes| via, il principe nella sua carrozza si voltava indietro, il 394 tes| luccicavano; le ruote delle carrozze, ai miei orecchi, facevano 395 tes| seminavano figli in tutte le case di Roma?~ ~Ci ho pensato 396 ded| esercizii violenti dentro una caserma di cavalleria. La persona 397 tes| persona cara, fate che nella cassa non le manchi nulla. Vestitela 398 tes| il padrone. Apriva i miei cassetti, si pettinava col mio pettine, 399 tes| spillo alla cravatta, una catena di oro. Parlava senza imbarazzo, 400 tes| l'idea di Doberti non era cattiva.~ ~Alcuni, allora, si volsero 401 tes| contro di lui un mandato di cattura, ma senza effetto. Qualcuno 402 tes| tremavo, come un malfattore catturato. A un certo punto domandai, 403 tes| tutti i rumori m'erano causa di sbigottimento. Un uomo 404 tes| segreto. Usavo una quantità di cautele, di sotterfugi, di pretesti, 405 ded| nostro ci appartiene.~ ~Il cavalleggere abituato a restare in sella 406 ded| violenti dentro una caserma di cavalleria. La persona di Giovanni 407 tes| Quel poco che aveva, glielo cavò dalla fronte Giulio Wanzer. 408 | ce 409 tes| settimana dopo, il matrimonio fu celebrato. I miei testimoni furono 410 tes| si compone di mille, di centomila frammenti d'anime che hanno 411 tes| di valori alla Tesoreria centrale, dov'egli era impiegato 412 tes| continuamente ansioso, che cerca in ogni volto la muta risposta 413 tes| naturalissimo che io andassi a cercargli una vettura. Non m'aveva 414 tes| ogni sera. Egli veniva a cercarmi dovunque; mi aspettava alla 415 tes| occhiali scuri, di quelli cerchiati da una rete, enormi, che 416 tes| vago, interrotto, della cerimonia, della festa, di quella 417 tes| esile e pallida come un cero.~ ~Notate, signore, una 418 | certa 419 tes| agonia terminasse.~ ~Gli urli cessarono; incominciò lo scroscio 420 tes| poco a poco; il tremito cessò. Io rimasi accanto al letto, 421 tes| svenire tra le braccia. Lo chiamai.~ ~- Ciro, Ciro, figlio 422 tes| Ebbene, sì, siamo.~ ~Ci chiamano, di dentro. C'è il cognato; 423 tes| Io avrei dovuto andare a chiamare il medico, per Ciro. Ma 424 tes| coperta di vituperii, l'ha chiamata con tutti i nomi... Ah, 425 tes| egli sapeva questo. E io lo chiamavo papà, quando nessuno mi 426 tes| di quell'uomo, gli lessi chiara negli occhi l'impressione 427 tes| questo?~ ~Presentimento, chiaroveggenza, vista interiore... Parole! 428 tes| la porta da dentro, col chiavistello. Wanzer, non potendo aprire 429 tes| guardia mi toccò una spalla, chiedendomi:~ ~- Che fa?~ ~Io apersi 430 tes| fa molto dolore? - io gli chiedevo, chinandomi con una disperata 431 tes| andrete. No, neanche questo vi chiedo; io, io stesso, prima di 432 tes| tavolo. Non mi guardò, non mi chiese il permesso; non badò, nel 433 tes| benché tenessi la testa china, scorsi con la coda dell' 434 tes| dolore? - io gli chiedevo, chinandomi con una disperata tenerezza 435 tes| consapevole, come un uomo chinato su un abisso, aspettando 436 tes| inghiottito una gran quantità di chinino. E persi, d'un tratto, il 437 tes| bene. Poi, nell'allacciare, chino a terra, sentivo che le 438 tes| Due sonatori, flauto e chitarra, sonavano un'aria della 439 tes| Allora ve n'andrete, mi chiuderete gli occhi e ve n'andrete. 440 tes| stesso, prima di spirare, li chiuderò.~ ~Vedete la mia mano. Ha 441 tes| Ah, ma gli occhi erano chiusi... Non tutt'e due, però; 442 ded| dolce e miserabile, quel Christus patiens, si mise a vivere ( 443 tes| Sì, sì, - interruppe il ciarlone - il signor Episcopo.~ ~- 444 tes| e mi trascinava con sé, ciecamente, verso il destino.~ ~Giungemmo; 445 tes| ulcerate, gonfie, senza cigli, cariche di marcia, orribili; 446 tes| capelli dalle radici alle cime.~ ~Io ripetei:~ ~- Làsciati 447 tes| risolse in un piccolo dialogo cinico, in una ridicolaggine e 448 ded| doloroso bevitore. Alcune circostanze bizzarre avevano favorito 449 tes| sdrucciolevoli come quelle di una cisterna, dove trapelava da uno spiraglio 450 tes| della vita. Non capitava un cliente; non passava una vettura; 451 tes| testa china, scorsi con la coda dell'occhio qualcuno che 452 tes| erano turbati. Io cercavo di cogliere quelle parole da un capo 453 tes| un'aria fiera. Ordinai del cognac; feci lasciare la bottiglia 454 tes| certe volte si mettevano a colare d'improvviso, a una a una, 455 tes| sensala, che portava una collana d'oro, due grosse buccole 456 tes| entrò un certo Questori, un collega di Wanzer; e disse:~ ~- 457 tes| ella mi comandò, pallida di collera.~ ~Io mi alzai: obbedii. 458 tes| sofferenze di Ciro? - le sue collere mute e verdi le sue parole 459 tes| commesso in un'agenzia di collocamento, feci tutto ciò che mi capitò 460 tes| Non tanto l'infedeltà, la colpa mi affliggeva per me, quanto 461 tes| Uscimmo. Per le scale, il colpevole mi veniva dietro, piano 462 ded| corpo di quel bruto, e i colpi di coltello in quella schiena 463 tes| gialla, come intorno alle coltri mortuarie. Quando ero bambino, 464 tes| me n'andrò. Se tu me lo comanderai, mi metterò a pulire le 465 tes| portalo via sùbito! - ella mi comandò, pallida di collera.~ ~Io 466 tes| Non sono stato io che ho combinato questo matrimonio? Sono 467 tes| bizzarra, così insensata, così comica e miserevole, fino al grande 468 tes| nella schiena e i capelli cominciavano a diventarmi sensibili. 469 tes| mano malferma.~ ~Quella commedia m'irritò. Gli gridai con 470 tes| facevano le mascelle del mio commensale: mascelle da mastino, formidabili, 471 tes| spese; e con quel piccolo commercio la famiglia poteva ancóra 472 tes| di un giornale, feci il commesso in un'agenzia di collocamento, 473 tes| i miei doveri d'ufficio; commettevo errori frequenti nelle carte; 474 tes| di ribrezzo e di pietà mi commosse, davanti a quella rivelazione. 475 tes| esser consolato. Spesso, per commuovermi, mi mostrava qualche lividura, 476 ded| quasi disgusto, come d'una compagine senza vitalità, la quale 477 ded| degenerazione degli organi, in compenso questi medesimi fragili 478 ded| forme verbali in cui m'ero compiaciuto.~ ~Mai artefice ripudiò 479 tes| mi sarei mai battuto, mi compiacqui in questo pensiero. Se qualcuno 480 ded| intelletto un lavorio occulto si compie, le cui fasi lente non sono 481 tes| degli atti che io andava compiendo. Rivivevo, in sogno, una 482 tes| voglie puerili. Avrei voluto compiere mille atti in una volta 483 tes| rivelazione, quell'indizio, quel compimento d'un vòto supremo, quell' 484 tes| Io dicevo quelle parole, compivo quegli atti, come se non 485 ded| 1891, dopo quindici mesi di completo riposo intellettuale trascorsi 486 tes| alcune perfidie troppo complicate, e poi l'istinto del lusso, 487 tes| accaduto. La vostra anima si compone di mille, di centomila frammenti 488 tes| Imaginate, signore, per comprendermi, imaginate di stare all' 489 tes| primi anni, quando Ciro non comprendeva ancóra. Ma quando m'accorsi 490 ded| le note, per non so qual comprensiva intuizione che non mi parve 491 tes| sentire di non avere alcuna comunanza di sangue col marito di 492 tes| accadere altro, come se le cose comuni della vita, le cure pel 493 ded| della memoria ma dal segreto concorso di elementi psichici non 494 tes| mio stipendio, della mia condizione. Ella aveva una voce sonora, 495 tes| migliore dell'antica. Le condizioni mi convenivano. C'erano 496 tes| Alcuni giorni dopo, io lo condussi all'ospedale per farlo visitare 497 tes| ella me lo disse, me lo confermò. Ella aveva dentro di sé 498 tes| manicomio, mentecatto!~ ~No; vi confesso che non è questo il mio 499 tes| poco sale, giunge sino al confine della penombra, dove voi 500 tes| tre, quattro volte gli confissi il coltello nella schiena, 501 tes| questo, non sarebbe nulla, in confronto, figlio mio.~ ~Forse egli 502 tes| vedete, ma la sentite muovere confusamente. E questa cosa a poco a 503 tes| abondanza di cose oscure e confuse mi gonfiava il cuore già 504 tes| Sorridiamo, imbarazzati, confusi, stupiti anche noi di quel 505 tes| padrona di casa una specie di congedo. Dopo avere strepitato contro 506 tes| di per sé, a cui stavano congiunte due misere braccia umane, 507 tes| fatto, che cosa avranno congiuratoNotai nell'uno e nell' 508 tes| male di lui, mormoravano, congiuravano; a pena egli appariva, anche 509 tes| Episcopo. Tanto piacere... Mi congratulo... Io non aprii bocca. Ma 510 tes| alla casa nuova, alla casa coniugale già pronta per ricevere 511 tes| commensali, per tutti i conoscenti, una baldoria senza fine. 512 tes| il sangue caldo, persi la conoscenza. Quando la ripresi, avevo 513 tes| importante dei fatti che volete conoscere. Quando...~ ~Un'altra volta? 514 tes| sofferenze. La sua bocca conosceva già le parole amare, quelle 515 tes| a una stessa tavola. Ci conoscevamo tutti, più o meno, benché 516 tes| su l'orlo della pazzia, consapevole, come un uomo chinato su 517 tes| di dozzinante! Ed io, per conseguenza, seguitavo ad essere un 518 tes| Abbrevio. Ottenni il consenso, facilmente.~ ~La sensala 519 tes| consentito a lasciarmi uscire? Consentendolo, egli sarebbe rimasto solo. 520 tes| per Ciro. Ma Ciro avrebbe consentito a lasciarmi uscire? Consentendolo, 521 tes| i suoi piedi, che hanno conservata la forma dei suoi piedi. 522 tes| avevano più realtà, non ne conservavano che una parvenza; non erano 523 tes| fraternità umana, e non considerare su la via nessun uomo come 524 tes| poteva ancóra vivere.~ ~Fui considerato come un mangiapane odioso; 525 tes| ricordo, ora che muoio, mi consola dell'esser nato.~ ~Per quel 526 tes| per sentirsi una volta consolare da un uomo.~ ~- Tanto vi 527 tes| egli aveva bisogno d'esser consolato. Spesso, per commuovermi, 528 tes| mille atti in una volta per constatare la mia libertà. Passando 529 ded| a riprendere le antiche consuetudini dello spirito, ad acquistare 530 tes| mio cuore, la sua figura consunta dal patimento, esile e pallida 531 tes| già mi sentivo addosso il contagio del desiderio per quella 532 tes| tutta l'aria intorno fosse contaminata da quella impurità; mi parve 533 tes| Comprendete? Il pensiero della contaminazione... Comprendete? Non tanto 534 tes| signore, questo almeno mi sia contato, nella vostra memoria. Direte, 535 ded| il nostro corpo dai rudi contatti delle moltitudini per mezzo 536 tes| avessi sentito su la pelle un contatto viscido e freddo; mormorò:~ ~- 537 tes| sentiva più male del solito. Contemplavo, dentro il mio cuore, la 538 tes| Quanto sangue! Può un uomo contenere un mare di sangue? Le vene 539 tes| gioia. Feci uno sforzo per contenermi. E udii allora tutti i risentimenti, 540 tes| Poi chiuse gli occhi, per contentarmi, fingendo di addormentarsi. 541 tes| scarpette logore che hanno contenuto i suoi piedi, che hanno 542 tes| tortura, quella manomessione continua da parte di quella donna 543 tes| Non è nulla.~ ~Ma gli urli continuavano, traversavano il muro, ci 544 tes| Uno di noi la sposa... per conto degli altri.~ ~Non dice 545 tes| che mi confondo e che mi contraddico. È inutile. Lasciamo stare. 546 tes| soverchiava tutti; non soffriva contradizioni. Alzava sempre la voce; 547 tes| puntura sorridevo con una contrazione sempre eguale, come un automa 548 tes| forse in quel momento le contrazioni della matrice ove incominciava 549 tes| pareva quasi di essere in convalescenza; avevo del mio corpo un 550 tes| antica. Le condizioni mi convenivano. C'erano alcuni de' miei 551 tes| trattava di cosa leggera. Nella conversazione, il nome della assente passò 552 tes| la sua maniera di ridere convulsa e melensa. Pace all'anima 553 tes| macello, io pensai, con una convulsione di tutto il mio essere: - 554 tes| le parole... Wanzer l'ha coperta di vituperii, l'ha chiamata 555 tes| suoi occhi, perché erano coperti. Ma bastava che io lo guardassi, 556 tes| che Questori richiamò la coppia dicendo:~ ~- Piano, piano! 557 tes| starne lontano; io non potevo coprirlo continuamente con la mia 558 tes| quando si posava su lui, si copriva di quel velo.~ ~- Piove 559 tes| impenetrabile. Ecco, a un tratto, si coprivano come d'un velo pallido, 560 tes| povero bambino! Com'era coraggioso, in quell'opera di carità, 561 tes| feci uno sforzo e tirai la corda; ma, senza volere, così 562 tes| giaceva esposto sul letto, tra corone di fiori. Mi pare ancóra 563 ded| dell'uomo: non la figura corporea soltanto ma quella morale, 564 tes| Un garzone, un giovane corpulento, dormiva sdraiato su i sacchi, 565 tes| unghie su la roba di casa e correva a venderla, per poter bere, 566 tes| tracce, indovinarne tutte le corrosioni, le devastazioni nascoste. 567 tes| selvaggia: quella fronte corrugata, quella bocca gonfia, quella 568 tes| tempo medesimo, la destra mi corse ad afferrarlo, e una forza 569 tes| mia rigidità. Gli occhi mi corsero a un lungo coltello che 570 ded| io potei osservare, nel corso della lettura, che il mio 571 tes| finestra che stava su un cortile. La casa di contro pareva 572 tes| come per venir dentro; le cortine si gonfiavano come per un 573 tes| per qualche mese; poi fu costretto a mettersi in letto; e non 574 tes| orologio in tasca. Bisogna costringerlo a confessare, a rendere 575 tes| di lei. È come se voi mi costringeste a masticare una cosa amara, 576 tes| alle dita, uno spillo alla cravatta, una catena di oro. Parlava 577 ded| repentinamente invaso dalla forza creatrice. Mai Giovanni Episcopo era 578 tes| di pane a quelle povere creature di Dio...~ ~Riconobbi sùbito 579 tes| smarrimento; e l'inquietudine crebbe, si acuì, mi suggerì un 580 tes| intendere; e forse neppur credere quel che dico. Ebbene, io 581 tes| E poi, forse, voi non mi credereste; perché quel che noi abbiamo 582 tes| desiderassero quella donna, e credessero facile ottenerla, e avessero 583 tes| accanto all'altra...~ ~Mi credete pazzo? Ah, no? Mi pareva 584 tes| non compresi bene o non credetti; ma il cuore mi saltò alla 585 tes| senza effetto. Qualcuno credeva di sapere ch'egli aveva 586 tes| vertiginosa.~ ~Non parlavamo; credevamo ascoltare tutti i rumori 587 tes| accadere. Mi comprendete? Credevo ancóra di assistere alla 588 ded| cara amica, nulla di quanto crediamo nostro ci appartiene.~ ~ 589 tes| senza potermi frenare; ho creduto che per il terrore mi si 590 ded| Ciro, in quella stanza, nel crepuscolo, al conspetto dell'ucciso; 591 tes| Episcopo e C.~ ~Lo schiamazzo cresce. Rientra Ginevra, che forse 592 tes| sforzandomi, provando un disgusto crescente nell'udire il romore che 593 tes| riconoscevo, perché s'è fatta crescere tutta la barba. Non sapeva 594 tes| la visione del sangue. Le cronache dei giornali mi turbavano, 595 tes| memoria altre parole più crude, piu brutali. E rividi, 596 tes| un mistero, d'un silenzio cupo, dove venivano a morire 597 tes| cose comuni della vita, le cure pel mio figliuolo mi dovessero 598 tes| non soltanto visuale, ma cutanea. Io non so esprimermi. La 599 | dallo 600 tes| rideva, col mento sul petto, dandosi un'aria maliziosa. L'altro, 601 tes| morì; ella rimase, per la dannazione mia e del mio figliuolo.~ ~ 602 tes| Abbandonarmi alle violenze? Dare qualche schiaffo? Scagliare 603 tes| Quanti giorni di vita mi dareste ancóra, a giudicarmi dall' 604 tes| acqua.~ ~Io mi alzai per dargli da bere. Ma la bottiglia 605 tes| me, all'improvviso, per darmi quel terribile impeto; se...~ ~ 606 tes| per la strada. Nulla può darvi un'idea della ferocia, dell' 607 ded| che ricercando il meglio date in Italia l'esempio di una 608 tes| nuovo quel malessere che mi davano gli occhi di mio figlio 609 tes| campane; il sole batteva sul davanzale. Il sole, veramente, è la 610 tes| sono le bambine. Io faccio, davvero, il fidanzato! A tavola, 611 | de 612 | de' 613 tes| allora, che in quella sera fu decisa la mia sorte. Da chi mi 614 tes| quell'uomo.~ ~Io non vi so definire, per esempio, il sentimento 615 tes| vaga né mutevole, ma ben definita, con una fisonomia speciale, 616 tes| tutta intera quella faccia deformata, che pareva quasi spellata, 617 tes| scoprivamo allora quel gran corpo deforme che gemeva, che non voleva 618 tes| mendicanti che mostrano la loro deformità o il loro male per strappare 619 ded| lesione o d'una progressiva degenerazione degli organi, in compenso 620 tes| come un uomo disonorato, degradato, abbrutito, inebetito, vilissimo. 621 tes| le angosce dell'amore più delicate e più violente. A ventotto 622 tes| figliuolo, un piccolo essere delicato e dolce, oh infinitamente 623 tes| disturbo, una specie di deliquio... Voi sapete; - la solita 624 tes| vuoto, avevo una specie di delirio leggero, tanto strano. Pareva 625 tes| tetro. Tutti parevano come delusi. Wanzer disse:~ ~- E pure, 626 tes| sottrae; vi lascia ansioso, deluso, atterrito...~ ~No, no... 627 tes| allargavano in una luce densa; tutte le foglie degli alberi 628 tes| avevo ritirato un certo deposito di quindicimila lire, che 629 tes| prolungarono stupidamente le derisioni.~ ~La compagnia di quegli 630 tes| plebis. Omnes videntes me, derisunt me...~ ~ PSALM, XXI, 7,8.~ ~ ~ 631 tes| grandezza dei sentimenti da cui derivano. Io avevo dentro di me, 632 tes| Wanzer entrò.~ ~Debbo descrivervi la scena? Debbo ridirvi 633 tes| straordinario? Quanto io vi descrivo deve sembrarvi necessariamente 634 tes| perduto, uscendo, per i vicoli deserti, in mezzo alla nebbia, mi 635 ded| feroce, nel silenzio, nel deserto, a traverso i terreni ingombri 636 tes| hanno desiderata, tutti la desiderano, la vogliono; la vorranno 637 tes| impurità; mi parve che tutti desiderassero quella donna, e credessero 638 tes| Tutti gli uomini l'hanno desiderata, tutti la desiderano, la 639 tes| sorriso sensuale. Egli la desiderava già e pensava che l'avrebbe 640 tes| percezione. È come se vi desse la sua verginità. Sùbito 641 tes| sospeso dall'impiego; poi fui destituito, in nome della moralità 642 tes| stanchezza e di nausea, tenuto desto dagli scoppii delle sue 643 tes| nel tempo medesimo, la destra mi corse ad afferrarlo, 644 tes| M'era impossibile di determinare un proposito, di imaginare 645 tes| gran sole, su per i terreni devastati della villa Ludovisi, fra 646 tes| tutte le corrosioni, le devastazioni nascoste. Vedere, intendete?, 647 tes| contento. Che buon figliuolo devi essere tu! Ti voglio già 648 tes| mangiano da quarantott'ore. Mi dia qualche cosa per comprare 649 tes| sapone, lui così fine, quasi diafano, con l'apparenza d'uno spirito! - 650 tes| pronunziare una frase oscena in dialetto. E mi ricordo che, uscendo 651 tes| dal vizio, l'uomo che si dibatte nelle branche del vizio 652 tes| che facemmo e in quel che dicemmo. Due antichi amici si rivedono, 653 tes| uccisa. L'ho sentita io che diceva a Maria di prendere la valigia, 654 tes| abbandonarono la pensione, altri dichiararono che sarebbero rimasti se 655 tes| Alcuni domandarono:~ ~- Che dici? Chi è fuggito?~ ~- Wanzer, 656 tes| sorella. Tutti, all'addio, le diedero la mano. Ella ripeteva a 657 tes| meditare un'offesa, una difesa. Il tempo passava, e nulla 658 ded| separano, e come sia più difficile preservare la nostra persona 659 tes| sollievo incominciò di nuovo a diffondermisi per tutto l'essere: un senso 660 tes| Deve essere l'effetto del digiuno; non altro, certo, non altro. 661 tes| Colui mi levò ogni senso di dignità umana, così, d'un tratto, 662 ded| come oggi fu imperioso il dilemma: - O rinnovarsi o morire.~ ~ 663 tes| non si dimenticano!~ ~Chi dimentica qualche cosa? Chi?~ ~Io 664 tes| tanto male e che non si dimenticano!~ ~Chi dimentica qualche 665 tes| vivessi un secolo, non potrei dimenticare quello scoppio di risa inaspettato 666 tes| madre non ne aveva cura; lo dimenticava per giornate intere; qualche 667 tes| mia moglie e mia suocera dimostrarono nel torturarmi. E pure, 668 tes| plebe di via Montanara e dei dintorni. Tutti i commensali della 669 tes| rientrare a casa? Non gli dirai nulla? Non gli farai nulla?~ ~ 670 tes| contato, nella vostra memoria. Direte, quando sarò morto, che 671 ded| studiare gli uomini e le cose DIRETTAMENTE, senza transposizione alcuna.~ ~ 672 tes| di sole, una riga gialla, diritta, acutissima, splendeva sinistramente, 673 tes| sino alla mattina, duri, diritti. Non ho tutti i capelli 674 tes| suoi piedi. Io non saprò dirvelo mai, nessun padre ve lo 675 tes| La casa di contro pareva disabitata; non si udivano voci umane; 676 tes| dello sbaglio e seguitò a discendere. Io allora ripresi a salire, 677 tes| quasi nel vento della corsa. Discendo. La gente è per le vie; 678 tes| sopra. Accesi un fiammifero; discesi.~ ~Mentre ero sul punto 679 tes| un grido selvaggio, che disciolse immediatamente la mia rigidità. 680 tes| Camminando, i due seguitavano a discorrere di voluttà grossolane; e 681 tes| una bella carriera, con un discreto stipendio... Lo troveremo. 682 tes| del desinare, sorse una discussione tra Wanzer e un certo Ingletti 683 ded| con maggior sincerità di disdegno, pur non avendo ancóra in 684 tes| su l'ammattonato il sole disegnava esattamente il rettangolo 685 tes| di continuo! Parestesie, disestesie... Mi hanno anche detto 686 tes| una pozzanghera, smunto, disfatto, con una faccia quasi violetta.~ ~- 687 tes| miei superiori come un uomo disonorato, degradato, abbrutito, inebetito, 688 tes| vissuto fino ad oggi in questi disordini, in questi disturbi, in 689 tes| affanno. Balbettai alla fine disperatamente:~ ~- Non posso... Bisogna 690 tes| sensazione primitiva che si disperde a poco a poco quasi nel 691 ded| fossero oscurate, indebolite, disperse. Mi sentivo in certe ore 692 tes| Soggiunsi, dopo un poco:~ ~- Mi dispiace, perché era un ricordo di 693 tes| e spesso il ribrezzo, il disprezzo, l'avversione, anche l'odio, 694 tes| d'un calore arido, che dissecca la pelle; e l'odore e il 695 tes| già vecchio, inaridito, disseccato fino al fondo. Imaginate 696 ded| nel quale spuntavano e si dissolvevano di continuo piccole energie 697 ded| certe ore così profondamente distaccato dall'Arte, così estraneo 698 tes| gomiti per aumentare la distanza tra me e i miei vicini. 699 ded| pesante e triste in cui mi distendevo. Qualunque tentativo riescì 700 tes| di sbigottimento. Un uomo disteso sul marciapiedi, nell'ombra, 701 tes| dove voi non potete ancóra distinguerla. Ancóra un poco, ancóra 702 tes| non accadde nulla. Udii distintamente ridere Ginevra; udii rumori 703 tes| Mi giunse all'orecchio, distinto, il rumore d'una chiave 704 tes| questi disordini, in questi disturbi, in queste alterazioni, 705 tes| me presente, ella ebbe un disturbo, una specie di deliquio... 706 tes| a tutti i gioghi.~ ~Ora, ditemi: dopo tutto questo travaglio, 707 tes| al punto. Non bisogna più divagare.~ ~ ~ ~Il destino! - Erano 708 tes| trafiggevano i timpani, divenivano sempre più brutali. Era 709 tes| quel miserabile, io gli divenni amico. Perché? Per quale 710 tes| i capelli cominciavano a diventarmi sensibili. Il mio pensiero 711 tes| rapace, che certe volte diventava carezzevole, quasi lascivo, 712 tes| le tocca. Sa forse che io diventerei pazzo, se la mattina non 713 tes| risata.~ ~- Ah, ah, ah! E ci diventi rosso? Sempre bella compagnia 714 tes| parole, i fatti. La mia casa diventò un lupanare. Certe volte 715 ded| degli estranei da cui tante diversità ci separano, e come sia 716 tes| a lui, aveva un accento diverso da quel di prima. L'occhio 717 tes| brivido: visibile. E il calore diviene soffocante; gli orecchi 718 tes| potesse baciare la cosa divina in altro modo che a traverso 719 tes| branche del vizio e si sente divorare e si vede perduto e non 720 tes| mia vergogna era troppo divulgata, lo scandalo era troppo 721 tes| giorni d'aprile ebbero per me dolcezze e tristezze il cui solo 722 tes| mie imaginazioni oscure e dolci. Per molte settimane, tra 723 tes| su l'imbrunire; una sera dolcissima. La gente era per le strade. 724 tes| Wanzer era , con un'aria dolente; mi disse qualche parola 725 tes| sole mi ha fatto sempre dolere il cuore. In tutti i miei 726 tes| tutti i miei ricordi più dolorosi c'è un po' di sole, qualche 727 ded| Alessandrina per incontrarci col doloroso bevitore. Alcune circostanze 728 tes| studiata, si avanzano e domandano in mio nome a Ginevra la 729 tes| smisurata. Non reggo più. Le domando, con una voce irriconoscibile:~ ~- 730 tes| tu non parli? Non eri il domestico di Wanzer, tu? Non gli hai 731 tes| che conobbi Wanzer.~ ~Dominava tutti, dentro; soverchiava 732 tes| di quelle giornate calme, dorate, un poco meste, - voi sapete 733 tes| sia tranquillo, perché io dorma profondo; sì, sì, un lume, 734 tes| mi avrebbe pacificato.~ ~Dormii poco e d'un sonno inquieto. 735 tes| chiuse gli occhi come per dormire: il volto gli si ricompose, 736 tes| hai chiamato in sogno. Non dormivi, dianzi?~ ~- No, non dormivo.~ ~ 737 tes| dormivi, dianzi?~ ~- No, non dormivo.~ ~Mi guardava, inquieto, 738 tes| riaccompagnò a casa, col dottore; assistette alla seconda 739 tes| ospedale per farlo visitare dai dottori. Si trattava d'un tumore, 740 tes| Inoltre, io trascuravo i miei doveri d'ufficio; commettevo errori 741 tes| cure pel mio figliuolo mi dovessero occupare nel resto di quel 742 tes| sono debole. E voi, anche, dovete essere un poco stanco. È 743 tes| impressione che io gli feci. Dovetti sembrargli un morente, tenuto 744 tes| nella mia casa in qualità di dozzinante! Ed io, per conseguenza, 745 ded| E ciascun episodio del dramma doveva aver la potenza di 746 tes| Perdonatemi. Ora andrò dritto alla fine. Dove eravamo 747 tes| nella notte, che mi facevano drizzare i capelli; e le immobilità 748 tes| perché Ciro ogni tanto si drizzava sul letto e gridava:~ ~- 749 tes| nauseato dell'odore delle droghe. Potevan essere le tre del 750 tes| nella retrobottega d'una drogheria, curvo su lo scrittoio a 751 tes| carogna. Il padrone, il droghiere, entrò e andò verso un angolo 752 tes| da uno spiraglio una luce dubbia, verdognola, quasi sepolcrale: 753 ded| dalla servitù militare, io durai fatica a riprendere le antiche 754 tes| aghi, sino alla mattina, duri, diritti. Non ho tutti i 755 tes| giorni Wanzer mi pareva più duro, più irascibile del solito. 756 | ebbero 757 tes| apparentemente non folle, non ebete, non mentecatto, si lasci 758 ded| mio cervello le più alte ebrezze, ora mi lasciavano freddo. 759 | eccomi 760 tes| Egli aveva talvolta per me effusioni di amorevolezza ridicole 761 | Ego 762 tes| sfrenato di piacere e d'egoismo. Lo so. Nessuna creatura 763 tes| con una contrazione sempre eguale, come un automa impeccabile. 764 tes| una foresta d'alberi tutti eguali, indifferente; ma c'è qualcuno, 765 ded| prodigiose che a poco a poco elaborano la materia quasi amorfa 766 tes| alcune movenze naturalmente eleganti, alcune crudeltà, alcune 767 tes| ma con grazia, quasi con eleganza. Mi domanda notizia degli 768 tes| Ai vóti! Ai vóti! Bisogna eleggere il marito.~ ~Wanzer grida:~ ~- 769 tes| loro vita quotidiana. L'emanazione della loro impurità mi ferisce 770 tes| dissi:~ ~- Vado in cucina a empirla.~ ~Uscii dalla stanza, andai 771 ded| dissolvevano di continuo piccole energie fatue, come le piccole bolle 772 tes| Ebbene: un altro enigma. Perché Ginevra in realtà 773 tes| silenzio. Poi, con uno sforzo enorme, le presi una mano e le 774 tes| quelli cerchiati da una rete, enormi, che sporgevano da una faccia 775 tes| I miei testimoni furono Enrico Efrati e Filippo Doberti. 776 tes| risposi:~ ~- Entriamo pure.~ ~Entrammo nell'osteria. C'erano pochi 777 tes| gli domandai sùbito, entrando.~ ~Lo trovai che s'era alzato 778 tes| In quel momento, quando entrarono nella stanza, quando vennero 779 tes| mi balenò: «Se Wanzer ora entrasse?» Non so come feci a sostenere 780 tes| lagni. E io tutti i giorni entravo dentro; e Ciro voleva 781 ded| loro aspetti. E ciascun episodio del dramma doveva aver la 782 tes| perdere ad ogni momento l'equilibrio, come se posassi i piedi 783 tes| bicchiere, ebbe un sorriso equivoco che mi inquietò. Poi riprese:~ ~- 784 tes| sua!) mi aveva lasciato in eredità la sua maniera di ridere 785 tes| tutti gli odii repressi erompere contro l'uomo che era stato 786 tes| nuova, non mai provata? Errore, illusione. Tutto è stato 787 tes| doveri d'ufficio; commettevo errori frequenti nelle carte; certi 788 tes| musica fragorosa che forse li esaltava e li inebriava, mentre io 789 tes| inquietudine, una certa esaltazione molto strana, quasi profetica.~ ~ 790 tes| raccogliere i miei pensieri, esaminare il mio stato. Mi venivano 791 tes| ammattonato il sole disegnava esattamente il rettangolo della finestra, 792 tes| espressione ambigua.~ ~Ella esce dalla stanza. Allora Filippo 793 tes| inesplicabile.~ ~- Così presto? - esclamò Ginevra, vedendomi ricomparire.~ ~ 794 tes| sarebbero rimasti se fosse stato escluso Giulio Wanzer. Così Wanzer 795 ded| parte fra ozii torpidi ed esercizii violenti dentro una caserma 796 ded| sedia, contro l'irritante esercizio della scrittura. Alcune 797 tes| palpebre. Non dormiva dunque? - Esitai, prima d'obbedire. Ginevra 798 tes| intimidito; e rimasi , esitante. Un uomo scendeva a poco 799 tes| per le scale, vedendolo esitare e barcollare, io gli dissi:~ ~- 800 tes| fermare l'ambascia dell'esitazione, feci uno sforzo e tirai 801 tes| tremare. C'è bisogno, ormai d'esporvi lo svolgimento di questi 802 tes| d'una mia sorella giaceva esposto sul letto, tra corone di 803 tes| ricordo sempre del gesto espressivo che fece Wanzer e dell'atteggiamento, 804 tes| desiderio, e peritandosi di esprimerlo. Poi si mise a ridere, come 805 tes| tacevamo. Il volto di Ciro esprimeva un'inquietudine insolita. 806 ded| nuovo potere.~ ~Ma in noi esseri d'intelletto un lavorio 807 | essi 808 ded| su noi l'azione pur degli estranei da cui tante diversità ci 809 tes| minuto all'altro la vertigine estrema, la grande oscurità.~ ~Voi 810 tes| soliti; rispondevo sempre evasivamente a qualunque domanda; mi 811 tes| Silenzio. Altri passi. Evidentemente, egli ora la cercava per 812 tes| lei e di vedere, con una evidenza che vi atterrisce, la bestia, 813 tes| Ma Ciro diede un guizzo, evitò quella mano con una mossa 814 tes| quasi bestiale, appare nelle facce di quegli uomini che hanno 815 tes| lascio, perché ho qualche faccenda stasera.~ ~E lo lasciai, 816 | facemmo 817 tes| Abbrevio. Ottenni il consenso, facilmente.~ ~La sensala pareva già 818 ded| pareva che tutte le mie facoltà di scrittore si fossero 819 | fai 820 tes| contro l'avversario. Il colpo fallì; e il bicchiere venne a 821 tes| sul punto di confessare un fallo. Ma non confessò. Si alzò 822 tes| nervi la trasformano, la falsano, la oscurano. Addio.~ ~Ebbene, 823 ded| vergogna. Mi parevano vacue e false le più lucide forme verbali 824 tes| tono di voce che pareva un falsetto:~ ~- Sono contento che tu 825 tes| infamie. Che proverebbe un fanatico se dovesse vedere sul suo 826 ded| il grido selvaggio, e il fanciullo avviticchiato al gran corpo 827 tes| stato miserevole: coperto di fango come se si fosse avvoltolato 828 tes| in quella luce mi pareva fantastica, piena d'un mistero, d'un 829 | Farà 830 | farli 831 | farlo 832 | farne 833 tes| Non mi offenderò.~ ~La farsa tragica... Dov'è che ho 834 tes| ripresi, avevo già il capo fasciato. Wanzer era , con un'aria 835 ded| lessi sul frontespizio di un fascicolo il nome di Giovanni Episcopo, 836 tes| gialla, come preso da una fascinazione; e sentivo dietro di me ( 837 tes| Era qualche cosa come un fascino cattivo, assai cattivo, 838 ded| occulto si compie, le cui fasi lente non sono percettibili 839 tes| tutti i mestieri, a tutte le fatiche, a tutti i servizi più vili 840 | fatta 841 ded| continuo piccole energie fatue, come le piccole bolle nell' 842 ded| circostanze bizzarre avevano favorito il nostro studio. (Angelo 843 tes| Vuoi che ti spogli? Hai la febbre. Farò venire il medico. 844 ded| nessuna lettura valse a fecondarmi. Le pagine predilette, che 845 ded| rinnovarsi? Quanti hanno fede nella loro forza e sicurezza 846 tes| realtà somigliava quasi fedelmente alla figura che m'era balenata 847 ded| possibilità, la tragica e la felice, hanno comune il campo oscuro 848 tes| avviticchiato con una furia felina al gran corpo di Wanzer, 849 tes| improperii urlati da una voce feminile risonò per tutta la scala; 850 tes| atterrisce, la bestia, la femmina, l'aperta brutalità del 851 ded| volta che accadeva in me il fenomeno, ma mi pareva che mai avesse 852 tes| modo particolarissimo di ferire e di straziare col riso, 853 tes| emanazione della loro impurità mi ferisce così acutamente che io credo 854 tes| risolversi al suicidio. Mi fermai finalmente, e misi nella 855 tes| dalla R. Questura». Per fermare l'ambascia dell'esitazione, 856 tes| Egli era venuto su; s'era fermato su la soglia; vacillava 857 tes| indietro, il pezzente si fermava a guardarla. In tutti gli 858 tes| voluttà grossolane; e si fermavano di tratto in tratto per 859 tes| férmati un poco. Ciro! Fermiamoci un poco qui, all'ombra. 860 tes| Credi tu che io sia stato fermo, che io abbia avuto paura? 861 tes| E tu? - mi gridò uno dei feroci. - E tu non parli? Non eri 862 tes| che si faceva legare al ferro del letto e si faceva frustare 863 tes| della cerimonia, della festa, di quella folla, di quelle 864 tes| Questori. Ambedue fecero molte feste a Ginevra; si unirono a 865 tes| per una scala buia, e i fiammiferi stentavano ad accendersi, 866 tes| inquilini di sopra. Accesi un fiammifero; discesi.~ ~Mentre ero sul 867 tes| quante le mie più tènere fibre, alla piccola creatura che 868 tes| spini velenosi... Se mi ci ficcassero tutto questo, non sarebbe 869 tes| Sai chi è? Teodoro, il... fido del marchese Aguti, del 870 tes| più alto, più grosso, più fiero. Aveva tre o quattro anelli 871 tes| come già sa... per sua figlia... come già sa... Mi scusi, 872 tes| Vi dolgono molto?~ ~- Ah, figùrati, figlio mio. Gli aghi, gli 873 ded| artefice inquieto verso una finale rinnovazione.~ ~Fu scritto 874 tes| certo un plebeo. Alcune finezze fisiche, alcune movenze 875 tes| occhi, per contentarmi, fingendo di addormentarsi. Ma li 876 tes| L'hai ritrovato?~ ~Io finsi di ridere; e seguitai a 877 tes| pavimento una forcina torta e un fiocco rosso. Ciro, che guardava 878 tes| fino al fondo. Imaginate un fiore impreveduto che spunti in 879 tes| pensierosa. Entriamo nella chiesa fiorita di palme benedette. Ella 880 ded| una specie di ripugnanza fisica contro l'immobilità della 881 tes| un plebeo. Alcune finezze fisiche, alcune movenze naturalmente 882 tes| ma ben definita, con una fisonomia speciale, con un'espressione 883 tes| facile ottenerla, e avessero fissa nel cervello una sola imagine 884 tes| bicchiere, e i loro occhi fissano il bicchiere ma forse non 885 tes| anche gli occhi di Ciro si fissarono su la mia cicatrice. E io 886 tes| proferire una parola.~ ~Ella mi fissava con quello sguardo acuto, 887 tes| la faccia; e provai una fitta acuta. Pensai: «Certo, ha 888 tes| le strade. Due sonatori, flauto e chitarra, sonavano un' 889 tes| una donna ancóra bella e florida, alla sensala, che portava 890 tes| lungo il muro come una cosa floscia. Brontolava e piagnucolava, 891 tes| una luce densa; tutte le foglie degli alberi luccicavano; 892 tes| tiepida. Salii per le Quattro Fontane, voltai verso il Quirinale. 893 tes| scorsi sul pavimento una forcina torta e un fiocco rosso. 894 tes| popolo come in mezzo a una foresta d'alberi tutti eguali, indifferente; 895 ded| una facilità insolita alla formazione e alla associazione delle 896 ded| vacue e false le più lucide forme verbali in cui m'ero compiaciuto.~ ~ 897 tes| commensale: mascelle da mastino, formidabili, che avrebbero stritolato 898 tes| ricordo che allora mi si formò nell'imaginazione la figura 899 ded| il metodo sta in questa formula schietta: - Bisogna studiare 900 tes| Una sera, su l'angolo del Foro Traiano, mi vidi avvicinato 901 tes| Basta!~ ~Ma io, come un forsennato, mi gittai in ginocchio, 902 tes| sua energia era caduta. Le forze gli mancavano. Lo vidi vacillare, 903 ded| inquietudine mi teneva. Se bene io fossi occupato alla lettura, la 904 | foste 905 tes| in quell'essere debole e fragile l'intelligenza si sviluppava 906 ded| compenso questi medesimi fragili mutevoli organi sono mossi 907 tes| a parlare, tra la musica fragorosa che forse li esaltava e 908 tes| compone di mille, di centomila frammenti d'anime che hanno vissuta 909 tes| bocche, proferito in mezzo a frasi ambigue che tradivano un 910 tes| e avere una misericordia fraterna per ogni traviato, per ogni 911 tes| la voce di questa grande fraternità umana, e non considerare 912 tes| intendere.~ ~Certe mattine fredde, d'inverno, all'ora della 913 tes| piccolo segno bruno mi un fremito ineffabile. Nel momento 914 tes| battuto i denti, senza potermi frenare; ho creduto che per il terrore 915 tes| allontanarmi. Seguitai a frequentar la casa dove, in mezzo alle 916 ded| Marius de Maria avevamo poi frequentato una mortuaria taverna della 917 tes| che stavo per fare. Non frequentavo più i luoghi soliti; rispondevo 918 tes| ufficio; commettevo errori frequenti nelle carte; certi giorni, 919 tes| Ginevra, in vece, è più fresca di prima...~ ~Rimirò Ginevra, 920 ded| forte.~ ~Quando lessi sul frontespizio di un fascicolo il nome 921 tes| bruscamente:~ ~- Mi vuoi frugare?~ ~- No, no. Non ne parliamo 922 tes| fumava nella mia pipa, frugava tra le mie carte, leggeva 923 tes| ferro del letto e si faceva frustare a sangue dalle sue donne... 924 tes| Ascoltatemi. Ella mangiava un frutto, con quella sensualità provocante 925 tes| sola, ossia nel momento fugace della prima percezione. 926 tes| Immediatamente egli si volse, fuggì, si perse nell'ombra.~ ~ 927 tes| m'allontanai rapidamente; fuggii, per paura d'essere riconosciuto.~ ~ 928 tes| Ma poi l'ha lasciata... «Fuggo via; se no, ti uccido.» 929 tes| mani nella mia catinella, fumava nella mia pipa, frugava 930 tes| figura di malattia, una cosa fuor di natura, un essere mostruoso, 931 tes| scoppio della furia, la pazzia furiosa, nel buio... - Mio Dio, 932 tes| soffocazioni d'odio così furiose che io pensai con raccapriccio: « 933 | furono 934 tes| battuta... l'ha battuta.~ ~Il furore gli strozzava la voce nella 935 tes| traspariva da quella specie di gabbie in cui erano rinchiusi i 936 ded| conosciuta per la prima volta nel gabinetto d'un medico, all'ospedale 937 tes| fidanzato. Dica di sì.~ ~È gaia, loquace, piena di cose 938 tes| prete, uno di quei cardinali galanti che seminavano figli in 939 tes| lo scritturale, feci il galoppino, feci il suggeritore in 940 tes| della scuola... Soffriva di geloni, povero bambino! D'inverno 941 tes| qui, che ora scoppia di gelosia.~ ~Scherzarono, mi burlarono. 942 tes| quel gran corpo deforme che gemeva, che non voleva morire. 943 tes| Ecco qua il mio futuro genero, il fidanzato di Ginevra.~ ~ 944 ded| Ecco, mia cara amica, la genesi di questo piccolo libro 945 tes| indeboliti che vacillano nelle gengive? L'avete mai guardato? E 946 tes| trascinava come uno straccio, gesticolando e imprecando, finché non 947 tes| qualcuno che dal marciapiede gestiva verso di noi. Ginevra si 948 tes| la finestra... La voleva gettare di sotto... Ma poi l'ha 949 tes| se posassi i piedi su un ghiaccio mobile. Più salivo e più 950 tes| Avevo posato sul letto la giacca e il panciotto; e avevo 951 ded| medico, all'ospedale di San Giacomo. Io, quel nobile filosofo 952 tes| tesa, lucente come un marmo giallognolo, io iniettavo la morfina 953 tes| porta, o nelle piazze, nei giardini publici... Metteva il suo 954 tes| bianche, al mondo?~ ~Quanti gigli!~ ~Ma vedete, vedete, signore, 955 tes| piegai il collo a tutti i gioghi.~ ~Ora, ditemi: dopo tutto 956 tes| nuova, non mai provata? Voi gioite. La vostra gioia vi pare 957 tes| sangue. Le cronache dei giornali mi turbavano, mi toglievano 958 tes| altre cose. Un garzone, un giovane corpulento, dormiva sdraiato 959 tes| all'altro della tavola. Un giovine libertino, di contro a me, 960 tes| il rumore d'una chiave girata in una serratura. Rimasi 961 tes| parlare. È questa la donna che girava intorno alla tavola, nella 962 tes| come un forsennato, mi gittai in ginocchio, la trattenni 963 tes| come un cadavere, s'era gittato su una sedia; due o tre 964 tes| Ciro di tratto in tratto mi gittava uno sguardo; ed io sentivo 965 tes| D'un tratto si arrestò, e gittò un'imprecazione. Di sotto 966 tes| vita mi dareste ancóra, a giudicarmi dall'aspetto? Voi lo sapete: 967 tes| fortuna in America, almeno a giudicarne dall'apparenza...~ ~Parlando, 968 tes| cosa a poco a poco sale, giunge sino al confine della penombra, 969 tes| seguitare sùbito, altrimenti non giungerò a dirvi la fine.~ ~Ci avviciniamo, 970 tes| guardarli. Le parole mi giungevano indistinte, tra le ondate 971 tes| rispetto.»~ ~Un altro giorno mi giunsero all'orecchio queste parole:~ ~- 972 tes| uomini sconosciuti. Io non giunsi a fare quel che avevo detto, 973 tes| staccassero le ossa, alle giunture; ho sentito i capelli su 974 tes| mai è andato scalzo. Ve lo giuro: mai.~ ~Vi dirò una cosa. 975 | gliene 976 tes| macchiarsi la camicia, il sangue gocciolava a terra.~ ~Seguirono alcuni 977 tes| Venga, venga un poco qui, a godere il sole.~ ~Siamo sul balcone, 978 tes| la mia timidezza e la mia goffaggine. Io non vedevo la sua faccia, 979 tes| nella mia sedia, ritiro i gomiti per aumentare la distanza 980 tes| cose oscure e confuse mi gonfiava il cuore già tanto avvilito 981 tes| venir dentro; le cortine si gonfiavano come per un respiro; su 982 tes| palpebre erano ulcerate, gonfie, senza cigli, cariche di 983 tes| mi disse:~ ~- Vedi com'è gonfio?~ ~Poi, prendendomi una 984 ded| possente, e lo schianto, e il gorgoglio del sangue; e l'agonia di 985 tes| soffermavo quasi ad ogni gradino; perché mi pareva di perdere 986 tes| insignificanti, qualunque sia la grandezza dei sentimenti da cui derivano. 987 tes| abito, ora mi scoteva un grano di polvere da una spalla, 988 tes| lo scandalo era troppo grave, la signora Episcopo era 989 tes| trattava d'irregolarità gravissime e d'una sottrazione di valori 990 tes| domanda.~ ~Due altri, con gravità studiata, si avanzano e 991 tes| semplicemente, senza pretesa, ma con grazia, quasi con eleganza. Mi 992 ded| possibile esattezza, era rimasto grezzo in alcune pagine di note.~ ~ 993 tes| Quella commedia m'irritò. Gli gridai con asprezza:~ ~- Basta! 994 tes| innanzi, io; mi sono messo a gridargli contro; l'ho afferrato per 995 tes| schiamazzo, il mio nome gridato da Wanzer, acclamato dagli 996 tes| si drizzava sul letto e gridava:~ ~- Papà, papà, mi guarda.~ ~ 997 tes| mia camera, ho sentito che gridavano; ho sentito le parole... 998 tes| muro grigio, nell'ombra grigia, una striscia di sole, una 999 tes| sotto la grondaia, sul muro grigio, nell'ombra grigia, una 1000 tes| sotto il tetto, sotto la grondaia, sul muro grigio, nell'ombra 1001 tes| allucinazione. La fronte gli grondava di sudore, le labbra gli


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