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Gabriele D'Annunzio Giovanni Episcopo Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale Capitologrigio = Testo di commento
1002 tes| portava una collana d'oro, due grosse buccole d'oro, anelli d' 1003 tes| Sembrava più alto, più grosso, più fiero. Aveva tre o 1004 tes| a discorrere di voluttà grossolane; e si fermavano di tratto 1005 tes| per bere; ma certo, per guadagnare un po' di denaro, egli doveva 1006 tes| gli colavano giù per le guance due rivi di lacrime impure.~ ~- 1007 tes| campanello squillò.~ ~Ci guardammo, io e mio figlio. Ginevra 1008 tes| guardavo.~ ~Non vi accade mai, guardando a lungo una donna, di smarrire 1009 tes| sesso?~ ~Questo io vidi, guardandola; e compresi ch'ella non 1010 tes| sconosciuto, sorpreso, mormorò, guardandomi con certi occhi bianchicci 1011 tes| e la gente si voltava a guardarli. Le parole mi giungevano 1012 tes| Come mi pareva che tutti mi guardassero in fronte e notassero il 1013 tes| coperti. Ma bastava che io lo guardassi, per capire. Egli sorrideva 1014 tes| già incominciato a morire? Guardatela.~ ~ ~ ~Sì; è vero. Non bisogna 1015 tes| ferito accompagnato da due guardie.~ ~Egli disse, alla fine, 1016 tes| Nessuno però mi ha potuto guarire. Sono rimasto per tutta 1017 tes| capelli. Ma Ciro diede un guizzo, evitò quella mano con una 1018 tes| non homo;~ ~ opprobrium hominum, et abjecto~ ~ plebis. Omnes 1019 tes| autem sum vermis, et non homo;~ ~ opprobrium hominum, 1020 tes| nulla. Puoi ringraziare Iddio.~ ~Mi parve in vece, da 1021 tes| La compagnia di quegli idioti mi diveniva insopportabile; 1022 tes| Pare un secolo fa; par ieri.~ ~Io stavo nella retrobottega 1023 tes| disgiungere da un'imagine ignominiosa un'imagine innocente; sapere 1024 tes| inferiore si nasconde una cosa ignota e terribile. Voi non la 1025 tes| altri, anche, non m'erano ignoti. Rimasi. Né avrei potuto, 1026 tes| che una curiosità quasi ilare. Ella indietreggiava, ripetendo:~ ~- 1027 tes| l'ironia, l'irrisione, l'ilarità maligna, qualche volta anche 1028 tes| gli occhi velati. Non m'illudevo. Le mie labbra non osarono 1029 tes| un lampo improvviso me lo illuminasse, me lo rivelasse intero. 1030 tes| tendine rosse che splendevano illuminate da dentro, egli disse, all' 1031 tes| si metteva nei punti meno illuminati su le vie, e chiedeva a 1032 tes| la profondità. Il pozzo è illuminato, fino a un certo punto, 1033 tes| larghi occhi neri, che gli illuminavano la faccia, profondi e malinconici, 1034 tes| non mai provata? Errore, illusione. Tutto è stato provato, 1035 ded| A Matilde Serao~ ~ ~ ~Illustre signora, mia cara amica, 1036 tes| Perfino la mia angoscia era imaginaria. - Quanto tempo passò?~ ~ 1037 tes| potevo alimentare le mie imaginazioni oscure e dolci. Per molte 1038 ded| alla associazione delle imagini più diverse. Non era quella 1039 tes| detto niente?~ ~Sorridiamo, imbarazzati, confusi, stupiti anche 1040 tes| catena di oro. Parlava senza imbarazzo, come un uomo sicuro di 1041 tes| Mi ricordo: era su l'imbrunire; una sera dolcissima. La 1042 ded| ad alcun lume d'analisi immediata.~ ~Allora quell'uomo dolce 1043 tes| d'un vòto supremo, quell'immensa gioia nella mia sciagura, 1044 tes| orecchi erano pieni di quell'immenso cinguettìo, sentivo dietro 1045 ded| comune il campo oscuro ed immensurabile della nostra inconscienza 1046 tes| Sacramento coperto d'un cencio immondo? Che proverebbe se non potesse 1047 tes| faccia di questo colore, immutabile, che neanche la morte muterà, 1048 tes| straordinario che allora s'impadronì di tutta la mia anima. Pensate, 1049 tes| vizio che incominciava a impadronirsi irresistibilmente anche 1050 tes| tornato Wanzer.~ ~Io non impallidii, certo: perché, vedete, 1051 tes| tanti anni di martirio ho imparato a piangere così, senza singhiozzi, 1052 tes| attitudine che quella di un cane impaurito. Quando entrava nella mia 1053 tes| mordeva la gola; ed egli s'impazientiva della mia tosse, e m'accusava 1054 tes| Ricominciai a cercare, con impazienza, quasi con ira.~ ~- È impossibile 1055 tes| sempre eguale, come un automa impeccabile. Che altra cosa avrei dovuto 1056 tes| malattia degli occhi gli impediva ora di lavorare. E viveva 1057 tes| acciaio, d'un acciaio lucido e impenetrabile. Ecco, a un tratto, si coprivano 1058 ded| Pure, non mai come oggi fu imperioso il dilemma: - O rinnovarsi 1059 tes| Portava un gran mantello impermeabile con un cappuccio, tutto 1060 tes| per darmi quel terribile impeto; se...~ ~Ah, è vero. Avete 1061 tes| scroscio di pioggia più impetuoso scoteva i vetri; e Ciro 1062 tes| Nulla, nulla valse a impietosirla: non la mia muta sommessione, 1063 tes| in una serratura. Rimasi impietrito, nell'impossibilità assoluta 1064 tes| che spasima nel bisogno implacabile d'una sola sensazione? Dite, 1065 tes| questa è una verità assai più importante dei fatti che volete conoscere. 1066 ded| vi dedico non ha per me importanza di arte; ma è un semplice 1067 tes| E allora?~ ~Secondo le imposizioni di Ciro, io non dovevo lasciarlo 1068 tes| mattina, a pena aperte le imposte, un senso di sollievo incominciò 1069 tes| straccio, gesticolando e imprecando, finché non sorgeva a una 1070 tes| tratto si arrestò, e gittò un'imprecazione. Di sotto alla rete degli 1071 tes| loquace, piena di cose imprevedute, piena di seduzioni nuove. 1072 tes| fondo. Imaginate un fiore impreveduto che spunti in cima a uno 1073 tes| povera guancia scarna l'impronta delle dita, la traccia rossa 1074 ded| minaccia spaventevole o d'una improvvisa lesione o d'una progressiva 1075 tes| gridi e i suoi singulti improvvisi nella notte, che mi facevano 1076 tes| quella risata acre, beffarda, impudica, non mai udita, irriconoscibile. 1077 tes| un balbuziente quando s'impunta, a testa bassa, nascondendosi 1078 tes| guance due rivi di lacrime impure.~ ~- Ah questi occhi! Quando 1079 tes| simile al soffio ardente e impuro che passava un tempo su 1080 tes| necessariamente assurdo, inammissibile, innaturale. Ebbene, pensate 1081 tes| una curiosità inquieta e inappagabile, al padre vero, allo sconosciuto, 1082 tes| come il mio, già vecchio, inaridito, disseccato fino al fondo. 1083 tes| di Ciro, Ginevra mi disse inaspettatamente:~ ~- Sai? E tornato Wanzer.~ ~ 1084 tes| giorno io ebbi un coraggio inaudito. Un giorno, in cui il sospetto 1085 tes| da me per un intervallo incalcolabile...~ ~Come potreste voi rappresentarvi 1086 tes| prepotenza diveniva più incalzante, e di giorno in giorno la 1087 tes| abbia tutto compreso. C'incamminiamo verso la casa della sorella. 1088 tes| povero viso bianco tutto incavato d'ombre turchinicce, al 1089 tes| Veramente, ne ho un ricordo incerto. Fu un accesso di demenza? 1090 tes| dentro di me la ripetizione incessante della sua domanda semplice 1091 tes| e la madre e l'estraneo, incessantemente. E il suo sguardo, quando 1092 ded| un tal grado d'intensità. Incominciavo a vedere, in sensazione 1093 tes| quella tristezza profonda e incomprensibile che hanno nello sguardo 1094 tes| certe voci lontanissime, incomprensibili. A un tratto, udii aprire 1095 tes| sorgere a poco a poco questo inconoscibile ed avvicinarsi alla zona 1096 ded| immensurabile della nostra inconscienza bruta.~ ~Una sera di gennaio, 1097 tes| Una domenica, al Pincio, incontrammo Doberti e Questori. Ambedue 1098 tes| su la terra uomini che, incontrando altri uomini, possono farne 1099 ded| della via Alessandrina per incontrarci col doloroso bevitore. Alcune 1100 tes| rimasto solo. Io avrei potuto incontrare Wanzer per le scale. E allora? 1101 tes| mi facevano smarrire. S'incontravano con i miei, per caso; e 1102 tes| lupanare. Certe volte io m'incontravo, su la mia porta, con uomini 1103 tes| campane suonano. Io so che la incontrerò.~ ~- Oh! signor Episcopo! 1104 tes| mie ginocchia. Chi non c'incontrò? Chi non ci riconobbe? Più 1105 tes| senso più leggero, meno increscioso; avevo una facilità quasi 1106 tes| stessa notte delle nozze, a incrudelire.~ ~Se vivessi un secolo, 1107 ded| scrittore si fossero oscurate, indebolite, disperse. Mi sentivo in 1108 tes| boccone con i poveri denti indeboliti che vacillano nelle gengive? 1109 tes| attraversavo, mi pareva indefinitamente lontana, separata da me 1110 tes| di qua.~ ~Passò un tempo indefinito. Io ero in balìa del mio 1111 tes| Dice la parola brutale; indica l'atto, la funzione degli 1112 tes| nel mio cuore le parole indicibili. Pensate, pensate, signore, 1113 tes| sempre di lui, di Ciro, indicibilmente.~ ~Una domenica, al Pincio, 1114 tes| curiosità quasi ilare. Ella indietreggiava, ripetendo:~ ~- Impazzisci?~ ~ 1115 tes| foresta d'alberi tutti eguali, indifferente; ma c'è qualcuno, continuamente 1116 tes| almeno di pietà.~ ~In vece, l'indifferenza e spesso il ribrezzo, il 1117 tes| verdognola, quasi sepolcrale: indimenticabile. Ho tutto nella memoria! 1118 ded| umano che doveva rendere indimenticabili i loro aspetti. E ciascun 1119 tes| Le parole mi giungevano indistinte, tra le ondate della musica, 1120 tes| quella rivelazione, quell'indizio, quel compimento d'un vòto 1121 tes| scoprirne tutte le tracce, indovinarne tutte le corrosioni, le 1122 tes| slacciargli le scarpe; e m'indugiai là sul pavimento, tutto 1123 tes| tremavano già di freddo. E io mi indugiavo... Voi non potete intendere.~ ~ 1124 tes| che cosa sia, per un uomo indurito e pervertito dal patimento 1125 tes| disonorato, degradato, abbrutito, inebetito, vilissimo. Ebbi due o tre 1126 tes| che forse li esaltava e li inebriava, mentre io mi sentivo così 1127 tes| segno bruno mi dà un fremito ineffabile. Nel momento medesimo, ella 1128 ded| valeva a scuotermi dall'inerzia pesante e triste in cui 1129 tes| bontà, tesori da spandere, inesauribili; pensate, signore, alla 1130 tes| dentro di me, quello rimaneva inescrutabile ed appariva fra tanti il 1131 tes| in balìa d'un vincitore inesorabile. Ero ormai perduto, perduto, 1132 tes| ormai perduto, perduto, inesorabilmente.~ ~- Giovanni, vieni. Wanzer 1133 tes| e continuava a sorridere inesplicabilmente. Ciro di tratto in tratto 1134 tes| sempre riardere da una sete inestinguibile; ma il vino non mi ha mai 1135 tes| sarebbe stata di tutti, inevitabilmente, e che io non avrei mai 1136 tes| essere di cui temete le infamie. Che proverebbe un fanatico 1137 tes| avevo una facilità quasi infantile alle lacrime. Gli ultimi 1138 tes| Comprendete? Non tanto l'infedeltà, la colpa mi affliggeva 1139 tes| per l'attrazione della sua infelicità senza speranza e senza scampo 1140 tes| disperata, dieci secoli d'inferno. E una sera, a tavola, in 1141 tes| fare? Offendermi? Adirarmi? Inferocirmi? Abbandonarmi alle violenze? 1142 tes| lenti quei poveri occhi infiammati.~ ~Io risposi:~ ~- Entriamo 1143 tes| aperti e puri, che non si infiammavano, che non si arrossavano... 1144 tes| era malata. Allora tutti s'informarono della malattia, tutti mostrarono 1145 tes| La sensala pareva già informata del mio impiego, del mio 1146 tes| Ebbi, all'ufficio, minute informazioni su la fuga di Wanzer. Si 1147 tes| vivere, al piccolo essere informe che pativa forse in quel 1148 tes| bottiglia sul tavolo; e confessò ingenuamente:~ ~- Da tre giorni, non 1149 tes| di me, come se io avessi inghiottito una gran quantità di chinino. 1150 tes| toccato quelle palpebre; e s'è ingiallita... Ma io le volevo abbassare, 1151 tes| palme benedette. Ella s'inginocchia accanto alla sorella, ed 1152 tes| anche contro di me. Io m'inginocchiai davanti a lui per slacciargli 1153 tes| cercare intorno al letto; s'inginocchiò, barcollando; sollevò le 1154 tes| abbiamo sofferta una stessa ingiuria, abbiamo portata una stessa 1155 tes| orribilmente. Partì qualche parola ingiuriosa. D'un tratto, Wanzer afferrò 1156 tes| pervertito dal patimento e dall'ingiustizia, la rivelazione della propria 1157 ded| deserto, a traverso i terreni ingombri di macerie, fra le pozze 1158 tes| atteggiamento, quasi direi d'ingordigia, che presero le sue labbra 1159 tes| era attigua alla saletta d'ingresso. Mi giunse all'orecchio, 1160 tes| un marmo giallognolo, io iniettavo la morfina con una siringa 1161 tes| assurdo, inammissibile, innaturale. Ebbene, pensate che io 1162 tes| vero, allo sconosciuto, all'innominato. Chi era mai? Non certo 1163 tes| mosche ronzavano sopra di lui innumerevoli come sopra una carogna. 1164 tes| Episcopo era troppo famosa. Inoltre, io trascuravo i miei doveri 1165 tes| sempre, con una curiosità inquieta e inappagabile, al padre 1166 tes| sorriso equivoco che mi inquietò. Poi riprese:~ ~- Eh, Ginevra... 1167 tes| tra le umiliazioni, le inquietudini e i terrori della mia vita 1168 tes| Ginevra; udii rumori degli inquilini di sopra. Accesi un fiammifero; 1169 tes| tempo, così bizzarra, così insensata, così comica e miserevole, 1170 tes| neppure la particolarità più insignificante. Io so ora, come sentii 1171 tes| sempre volgari, stupidi, insignificanti, qualunque sia la grandezza 1172 tes| qualche parola.~ ~Ella insiste:~ ~- Ma come qua? Che sorpresa!~ ~- 1173 tes| per la stanza in un modo insolito, come fosse inquieto. Gli 1174 ded| così arido, che nessuna instigazione valeva a scuotermi dall' 1175 tes| una specie di compassione insultante. Nessuno mi risparmiava 1176 tes| alla questura?~ ~Così m'insultavano, per il piacere di farmi 1177 tes| sicuro, che la fa sembrare intangibile.~ ~Wanzer grida:~ ~- Episcopo, 1178 tes| quella roba nuova, lucida, intatta, che mandava un odore di 1179 ded| mesi di completo riposo intellettuale trascorsi in gran parte 1180 tes| Ah, con tutti i nomi... Intendi? E io l'ho veduto quando 1181 ded| Quanti ancóra in Italia intendono il significato di un tal 1182 tes| e di nuovo io vidi tutta intera quella faccia deformata, 1183 tes| violenta che Wanzer rimase interdetto.~ ~- Tieni! - gridò la madre. - 1184 tes| travaglio, nelle giornate interminabili, non meritavo qualche piccola 1185 tes| l'agitazione, la smania interna come di chi vuol dire una 1186 tes| illuminasse, me lo rivelasse intero. Qualche volta mi pareva 1187 tes| di spirito» simularono un interrogatorio. Il dialogo era tra un giudice 1188 tes| tre del pomeriggio. Spesso interrompevo il lavoro, per pensare a 1189 tes| un ricordo confuso, vago, interrotto, della cerimonia, della 1190 tes| che pure erano gravi, non interruppero dentro di me la ripetizione 1191 tes| seguitava a piovere. Ad intervalli, uno scroscio di pioggia 1192 tes| ansante.~ ~- Papà, papà, hai inteso?~ ~E tutt'e due, stretti 1193 tes| a fondo. Anch'io tremai, intimidito; e rimasi là, esitante. 1194 tes| accesi dal vino, un poco intorpiditi, accomunati da una stessa 1195 tes| urtò, levò il capo. E io intravidi un paio di occhiali scuri, 1196 tes| tutti, martoriato, come un intruso. Aveva il vizio del vino, 1197 ded| non so qual comprensiva intuizione che non mi parve promossa 1198 tes| spaventevole, di quel riso inumano che le luccicava più nei 1199 tes| standole vicino, sentendomi invadere dal desiderio, io pensai 1200 tes| il gran turbamento che m'invase, quando, un giorno, il mio 1201 tes| rimirandomi:~ ~- Tu sei molto invecchiato. La signora Ginevra, in 1202 tes| accanto all'altra. Il sole c'investe; il rombo delle campane 1203 tes| e una forza prodigiosa m'investì il braccio; e mi sentii 1204 tes| Ebbene, io ho sempre invidiato l'uomo che vedeva per la 1205 tes| madre vollero che fossero invitati al pranzo i miei colleghi 1206 tes| casa della sorella. Sono invitato a salire. Ginevra mi dice, 1207 tes| figlio rivolti troppo spesso, involontariamente forse, alla mia fronte, 1208 tes| il piede; le scarpe mi s'inzuppavano come due spugne, - è strano, 1209 tes| mi pareva più duro, più irascibile del solito. Aveva passato 1210 tes| squillare furiosamente. Una voce irata rispose di dentro, la stessa 1211 tes| leggevo in tutti gli sguardi l'ironia, l'irrisione, l'ilarità 1212 tes| vincere la mia agitazione irragionevole. Risposi, senza riflettere:~ ~- 1213 tes| abbandonare alla sua passione irrefrenabile; e non lo tratteneva la 1214 tes| di Wanzer. Si trattava d'irregolarità gravissime e d'una sottrazione 1215 tes| comprendevo: - che io ero perduto, irremissibilmente. Avevo di continuo, in fondo 1216 tes| incominciava a impadronirsi irresistibilmente anche di me? O per l'attrazione 1217 tes| allora, e malaticcio, e irresoluto; e, veramente, un poco vile.~ ~ 1218 tes| partoriente, urli non umani, irriconoscibili, urli di bestia al macello, 1219 tes| gli sguardi l'ironia, l'irrisione, l'ilarità maligna, qualche 1220 tes| malferma.~ ~Quella commedia m'irritò. Gli gridai con asprezza:~ ~- 1221 tes| circondato da quell'atmosfera isolante di cui vi ho già discorso 1222 tes| atmosfera particolare che m'isolasse dal mondo esterno. E questa 1223 tes| Per quale antiveggenza istintiva? Forse per l'attrazione 1224 tes| visione del sangue.~ ~Allora, istintivamente, tutt'e due ci turammo gli 1225 tes| troppo complicate, e poi l'istinto del lusso, il disgusto facile, 1226 tes| capello.~ ~E io non ero istupidito, no. Avevo conscienza di 1227 tes| PSALM, XXI, 7,8.~ ~ ~ Judica me secundum justitiam tuam.~ ~ ~ ~ 1228 tes| Judica me secundum justitiam tuam.~ ~ ~ ~ PSALM, XXXIV, 1229 tes| gli faceva tremolare il labbro inferiore un po' pendente, 1230 tes| Un grido acutissimo, lacerante, scoppiò sul nostro capo. 1231 tes| aprivano a stento due pupille lacrimose, infinitamente tristi, di 1232 tes| conscienza. E vedo ancóra, laggiù, in fondo alla tavola, molto 1233 tes| remoto, per non udire i lagni. E io tutti i giorni entravo 1234 tes| piazza Barberini che era un lago di fuoco bianco, deserta. 1235 tes| preoccupazioni umane è una laidezza. - Orrenda, orrenda verità!~ ~ 1236 tes| Pensate, signore, a una lama appannata da un alito...~ ~ 1237 tes| adolescenza tardiva, con tutti i languori, con tutte le tenerezze, 1238 tes| ebete, non mentecatto, si lasci trarre a un'ignominia simile?~ ~ 1239 tes| si ritrae, si sottrae; vi lascia ansioso, deluso, atterrito...~ ~ 1240 tes| imposizioni di Ciro, io non dovevo lasciarlo rientrare, gli dovevo dire 1241 tes| Ciro avrebbe consentito a lasciarmi uscire? Consentendolo, egli 1242 tes| ero bambino, una volta, mi lasciarono per alcuni minuti nella 1243 tes| di sotto... Ma poi l'ha lasciata... «Fuggo via; se no, ti 1244 tes| cime.~ ~Io ripetei:~ ~- Làsciati spogliare e mettere nel 1245 ded| più alte ebrezze, ora mi lasciavano freddo. Di tutta la mia 1246 tes| a riprenderlo; e non lo lasciavo più, finché non s'era addormentato. 1247 tes| diventava carezzevole, quasi lascivo, somigliando un poco a quello 1248 tes| Come l'hai conosciuta? Lassù, e vero?, alla pensione. 1249 tes| rossastro che macchiava il lastrico. Sentii che tremava; e la 1250 tes| pettinava col mio pettine, si lavava le mani nella mia catinella, 1251 ded| dopo, mi misi al lavoro. Lavorai con una strana energia, 1252 tes| curvo su lo scrittoio a lavorar di conti, affannato di stanchezza 1253 ded| così costante e così fiera lavoratrice, non conoscete forse i gravi 1254 ded| noi esseri d'intelletto un lavorio occulto si compie, le cui 1255 ded| quale non avesse più alcun legame col mio spirito e pure mi 1256 tes| del suo stato sociale, dei legami sentimentali che vi avvincono 1257 tes| Aguti, quello che si faceva legare al ferro del letto e si 1258 tes| frugava tra le mie carte, leggeva le mie lettere, portava 1259 tes| baldoria senza fine. Io leggevo in tutti gli sguardi l'ironia, 1260 tes| piangere? Io posso dirvi tutto. Leggo nel mio passato come in 1261 tes| gli aghi, le schegge di legno, i pezzi di vetro, gli spini 1262 tes| ginocchio, la trattenni per un lembo della veste.~ ~- Ti prego, 1263 ded| occulto si compie, le cui fasi lente non sono percettibili talvolta 1264 tes| fece scorgere a traverso le lenti quei poveri occhi infiammati.~ ~ 1265 ded| leggero ma costante da un lento fuoco.~ ~Mi pareva che tutte 1266 tes| morti guardano a traverso i lenzuoli, forse?~ ~E la palpebra 1267 ded| spaventevole o d'una improvvisa lesione o d'una progressiva degenerazione 1268 ded| è un semplice documento letterario publicato a indicare il 1269 tes| occhi malati. Quando mi levai per andarmene, egli disse 1270 tes| sul mio piatto, non osando levarli; e lo stomaco mi s'era chiuso, 1271 tes| come se dovesse rivivere, levarsi, uscire. Nulla deve mancare 1272 tes| polvere da una spalla, ora mi levava d'addosso un capello, un 1273 tes| già, a Tivoli.~ ~...Un lezzo acuto d'acque sulfuree; 1274 tes| volta per constatare la mia libertà. Passando d'innanzi a un 1275 tes| della tavola. Un giovine libertino, di contro a me, parlò della 1276 tes| resistergli, non sapevo licenziarlo, umiliarlo, mostrargli un 1277 tes| Abbrevio. Una sera, Ginevra si licenziò; disse che lasciava il servizio; 1278 tes| ricordava Ginevra: non una linea, non un'aria, non un gesto, 1279 tes| mi riuscì di muovere la lingua per proferire una parola.~ ~ 1280 tes| angolo. Canale ordinò:~ ~- Un litro, rosso.~ ~Pareva preso da 1281 tes| bocca gonfia, quella tinta livida.~ ~- Ciro, Ciro, figlio 1282 tes| salito nella mia stanza livido come un cadavere, s'era 1283 tes| commuovermi, mi mostrava qualche lividura, il segno d'una percossa, 1284 tes| me queste due scarpette logore che hanno contenuto i suoi 1285 tes| molto in fondo, in una lontananza incredibile, quel povero 1286 tes| venivano a morire certe voci lontanissime, incomprensibili. A un tratto, 1287 tes| tutto molle di pioggia, luccicante. Sembrava più alto, più 1288 tes| e in quella pelle tesa, lucente come un marmo giallognolo, 1289 tes| tutta quella roba nuova, lucida, intatta, che mandava un 1290 ded| parevano vacue e false le più lucide forme verbali in cui m'ero 1291 tes| occhi straordinariamente lucidi. Molti altri occhi, d'intorno, 1292 tes| che facevo, una conscienza lucidissima di tutto: della mia debolezza 1293 tes| nemico, vederlo con una lucidità prodigiosa, scoprirne tutte 1294 tes| d'acciaio, d'un acciaio lucido e impenetrabile. Ecco, a 1295 tes| terreni devastati della villa Ludovisi, fra i tronchi abbattuti, 1296 ded| una grande stanza un poco lugubre, io sfogliavo alcune raccolte 1297 tes| uscii.~ ~Per la scala i lumi erano già spenti. Ma io 1298 ded| entrare nella casa muta, luminosa e vacua; e quell'aspettazione 1299 tes| qualche volta. E io per lunghe ore dovevo starne lontano; 1300 tes| raccolse alcuni capelli, molto lunghi, e me li mostrò.~ ~- Vedi?~ ~ 1301 tes| La mia casa diventò un lupanare. Certe volte io m'incontravo, 1302 tes| complicate, e poi l'istinto del lusso, il disgusto facile, un 1303 tes| dovesse attaccare, lo dovesse macchiare. Comprendete il mio orrore?~ ~ 1304 tes| camminava curvo per non macchiarsi la camicia, il sangue gocciolava 1305 tes| nel riflesso rossastro che macchiava il lastrico. Sentii che 1306 tes| allora ripresi a salire, macchinalmente; ed ero sicuro, non so perché, 1307 tes| irriconoscibili, urli di bestia al macello, io pensai, con una convulsione 1308 ded| traverso i terreni ingombri di macerie, fra le pozze di calce abbacinanti; 1309 tes| coltello che luccicava su la madia; e, nel tempo medesimo, 1310 tes| che mandava un odore di magazzino, un odore insopportabile!...~ ~ 1311 tes| risposto che Ginevra era malata. Allora tutti s'informarono 1312 tes| rinchiusi i due poveri occhi malati. Quando mi levai per andarmene, 1313 tes| debole, anche allora, e malaticcio, e irresoluto; e, veramente, 1314 tes| alla mia fronte, a questa maledetta cicatrice? Nulla era nuovo.~ ~ 1315 tes| avviammo. Io tremavo, come un malfattore catturato. A un certo punto 1316 tes| gli sgocciolava su la mano malferma.~ ~Quella commedia m'irritò. 1317 tes| anche detto i nomi dei miei mali. Nessuno però mi ha potuto 1318 tes| l'irrisione, l'ilarità maligna, qualche volta anche una 1319 tes| gesto risoluto, uno sguardo maligno, quasi rapace, che certe 1320 tes| rimanevo un poco indietro. Una malinconia quasi affannosa, un'abondanza 1321 tes| illuminavano la faccia, profondi e malinconici, io provavo qualche volta 1322 tes| sul petto, dandosi un'aria maliziosa. L'altro, dopo un poco, 1323 tes| del figlio e della nuora, maltrattato da tutti, martoriato, come 1324 tes| prima volta tutta la sua malvagità in quella risata acre, beffarda, 1325 tes| rispondeva: «Uomo a cui si manca di rispetto.»~ ~Un altro 1326 tes| era caduta. Le forze gli mancavano. Lo vidi vacillare, me lo 1327 tes| fate che nella cassa non le manchi nulla. Vestitela voi, se 1328 tes| ella si volge un poco e mi manda dall'angolo dell'occhio 1329 tes| spiccato contro di lui un mandato di cattura, ma senza effetto. 1330 tes| aspettare altro, dissi ansando, mangiandomi le parole:~ ~- Sono Episcopo, 1331 tes| cinque figliuoli che non mangiano da quarantott'ore. Mi dia 1332 tes| Fui considerato come un mangiapane odioso; fui messo a paro 1333 tes| terribile.~ ~Ascoltatemi. Ella mangiava un frutto, con quella sensualità 1334 tes| qualche volta un oblio. Mangiavo a pena, sforzandomi, provando 1335 tes| coltello nella schiena, sino al manico.~ ~ ~ ~Ah, signore, per 1336 tes| sopravvivere a lungo, in un manicomio, mentecatto!~ ~No; vi confesso 1337 tes| bassa voce, con un timore manifesto:~ ~- Vengo fuori anch'io.~ ~ 1338 tes| nervi, una tortura, quella manomessione continua da parte di quella 1339 tes| apparenza.~ ~Portava un gran mantello impermeabile con un cappuccio, 1340 ded| piccole bolle nell'acqua mantenuta in un bollore leggero ma 1341 tes| dell'occhio qualcuno che dal marciapiede gestiva verso di noi. Ginevra 1342 tes| sbigottimento. Un uomo disteso sul marciapiedi, nell'ombra, mi diede la 1343 tes| Può un uomo contenere un mare di sangue? Le vene si vedono 1344 tes| conviene, non conviene. Abbiamo maritata la prima, mariteremo la 1345 tes| Abbiamo maritata la prima, mariteremo la seconda. Un impiegato, 1346 ded| filosofo e il pittore simbolico Marius de Maria avevamo poi frequentato 1347 tes| pelle tesa, lucente come un marmo giallognolo, io iniettavo 1348 tes| nuora, maltrattato da tutti, martoriato, come un intruso. Aveva 1349 tes| che avesse sollevata una maschera, tanto mutò l'espressione 1350 tes| cuore che mi pesava come un masso di piombo, che mi pareva 1351 tes| pane, un pezzo di carne, e mastica il primo boccone con i poveri 1352 tes| se voi mi costringeste a masticare una cosa amara, d'un'amarezza 1353 tes| commensale: mascelle da mastino, formidabili, che avrebbero 1354 ded| poco a poco elaborano la materia quasi amorfa ricevuta dall' 1355 tes| tra le peggiori angustie materiali, tra le umiliazioni, le 1356 ded| A Matilde Serao~ ~ ~ ~Illustre signora, 1357 tes| momento le contrazioni della matrice ove incominciava a vivere...~ ~ 1358 tes| abbattuti, fra i mucchi di mattoni, fra le pozze di calce, 1359 | medesimi 1360 tes| assistette alla seconda medicatura; volle rimanere nella mia 1361 tes| imaginare uno scioglimento, di meditare un'offesa, una difesa. Il 1362 tes| maniera di ridere convulsa e melensa. Pace all'anima sua!~ ~Ma 1363 tes| con lo stesso atto dei mendicanti che mostrano la loro deformità 1364 tes| una cameriera, serviva una mensa d'impiegati.~ ~L'avete vista? 1365 tes| rappresentarvi uno stato mentale così straordinario? Quanto 1366 tes| eri ferito cadendo? Perché mentisti? E chi è quest'uomo che 1367 tes| aveva aperta una bottega di merceria, a mie spese; e con quel 1368 tes| giornate interminabili, non meritavo qualche piccola tregua, 1369 tes| dolorose, soffocate, che si mescolavano; e tutto si risolse in un 1370 tes| giornate calme, dorate, un poco meste, - voi sapete bene - quando 1371 tes| quale gente, un piccolo mestiere ignobile, un servizio basso 1372 tes| fame. E m'adattai a tutti i mestieri, a tutte le fatiche, a tutti 1373 tes| ascolto; continuamente. Quando mette il piede su la soglia, è 1374 tes| carte, in un gruppo. Ci mettemmo in un angolo. Canale ordinò:~ ~- 1375 tes| E mi afferrò un braccio, mettendomi in viso il suo fiato vinoso. 1376 tes| prendere la valigia, di metterci la roba dentro, per andarsene 1377 tes| tu me lo comanderai, mi metterò a pulire le loro scarpe, 1378 tes| la soglia, è come se lo mettesse sul mio cuore; ma piano 1379 tes| lacrime che certe volte si mettevano a colare d'improvviso, a 1380 tes| Al servizio di chi ti metti, ora? Passi alla questura?~ ~ 1381 tes| Guarda Questori! Guarda Micheli! Guarda Palumbo, con Doberti!~ ~ 1382 tes| avevano tolte quelle poche migliaia di lire che mi rimanevano; 1383 tes| pensione, in fatti, era forse migliore dell'antica. Le condizioni 1384 ded| lavoro. Uscito dalla servitù militare, io durai fatica a riprendere 1385 tes| sera, come fu portata la minestra in tavola, due o tre insieme 1386 tes| schiavo.~ ~Ebbi, all'ufficio, minute informazioni su la fuga 1387 ded| odore umano, qualche cosa di miserevolmente umano che doveva rendere 1388 tes| guardano con una curiosità mista di stupore.~ ~- Ma come 1389 ded| servizio dell'Arte da attività misteriose e prodigiose che a poco 1390 tes| una specie di orrore vago, misteriosissimo, che s'addensava nell'estremo 1391 ded| vacua; e quell'aspettazione misurata mortalmente dai palpiti 1392 tes| posassi i piedi su un ghiaccio mobile. Più salivo e più quella 1393 tes| per comprare gli altri mobili necessarii, per tutti in 1394 tes| con un cappuccio, tutto molle di pioggia, luccicante. 1395 ded| dai rudi contatti delle moltitudini per mezzo a cui viviamo 1396 tes| che quel continuo romore monotono non venisse di fuori ma 1397 tes| destituito, in nome della moralità oltraggiata.~ ~Fino a quel 1398 tes| bestemmie e dal fumo acre che mi mordeva la gola; ed egli s'impazientiva 1399 tes| feci. Dovetti sembrargli un morente, tenuto ancóra in piedi 1400 tes| orrenda verità, per paura di morirne.~ ~Ebbene, signore, da quella 1401 tes| stupidamente, davanti a me che morivo d'angoscia. D'un tratto 1402 tes| Tutti parlavano male di lui, mormoravano, congiuravano; a pena egli 1403 tes| le gambe, gli ho dato un morso a una mano... Non ho potuto 1404 tes| inutile, diventata una casa morta! - Oh quel sole, quelle 1405 tes| cosa amara, d'un'amarezza mortale, insopportabile. Non vedete 1406 ded| quell'aspettazione misurata mortalmente dai palpiti delle loro arterie; 1407 tes| come intorno alle coltri mortuarie. Quando ero bambino, una 1408 tes| evitò quella mano con una mossa del capo così fiera e così 1409 ded| fragili mutevoli organi sono mossi al servizio dell'Arte da 1410 tes| trovare.~ ~Battista s'era mosso finalmente. Io mi voltai, 1411 tes| atto dei mendicanti che mostrano la loro deformità o il loro 1412 tes| licenziarlo, umiliarlo, mostrargli un viso severo, rivolgergli 1413 tes| informarono della malattia, tutti mostrarono un gran rincrescimento. 1414 tes| sedia; due o tre volte aveva mostrato di voler parlare; poi, d' 1415 tes| Spesso, per commuovermi, mi mostrava qualche lividura, il segno 1416 tes| avversione, anche l'odio, si mostravano negli occhi di lei, quando 1417 tes| fuor di natura, un essere mostruoso, vivente di per sé, a cui 1418 tes| Notai in lui un piccolo moto represso, come un'intenzione 1419 tes| acclamato dagli altri; e poi il motto atroce: «Ditta Episcopo 1420 tes| finezze fisiche, alcune movenze naturalmente eleganti, alcune 1421 tes| benché io avessi tentato un movimento per liberarmene. Tacque 1422 tes| questo mistero, prima ch'io muoia? Ci sono dunque su la terra 1423 tes| cui solo ricordo, ora che muoio, mi consola dell'esser nato.~ ~ 1424 tes| voi sapete bene - quando muore l'estate. Io sognavo sempre 1425 tes| paravento. Sentivo Battista muoversi per la stanza in un modo 1426 tes| nell'uno e nell'altra un mutamento. La voce di Ginevra, quando 1427 tes| cosa...~ ~Che cosa possiamo mutare noi? Pesano forse le nostre 1428 tes| e il mio singhiozzo non mutava nessuna cosa...~ ~Che cosa 1429 tes| di Ciro? - le sue collere mute e verdi le sue parole amare 1430 tes| immutabile, che neanche la morte muterà, che porterò così, tale 1431 tes| figura d'uomo, non vaga né mutevole, ma ben definita, con una 1432 ded| questi medesimi fragili mutevoli organi sono mossi al servizio 1433 tes| sollevata una maschera, tanto mutò l'espressione del suo viso. 1434 ded| raccolte di note: materiale narrativo in parte già adoperato e 1435 tes| mi straziò prima ch'egli nascesse! Comprendete? Il pensiero 1436 tes| particolare che io ho fin dalla nascita. Dio sia benedetto per quella 1437 tes| nella tenebra inferiore si nasconde una cosa ignota e terribile. 1438 tes| s'impunta, a testa bassa, nascondendosi tutto sotto la falda del 1439 tes| pretesti, di bugie, per nascondere quel che avevo fatto, quel 1440 tes| perduto.~ ~Come fare? Come nascondergli la verità? Come salvarmi? 1441 tes| pensiero di non trovarle; e le nascosi, come se dentro ci fosse 1442 tes| rivelazione della propria bontà nascosta, la scoperta d'una vena 1443 tes| corrosioni, le devastazioni nascoste. Vedere, intendete?, vedere 1444 tes| Gli usciva il sangue dal naso: e, come egli camminava 1445 tes| corona di semprevivi con un nastro nero, che Ginevra e la madre 1446 tes| malattia, una cosa fuor di natura, un essere mostruoso, vivente 1447 tes| si oppose. Gli sembrava naturalissimo che io andassi a cercargli 1448 tes| fisiche, alcune movenze naturalmente eleganti, alcune crudeltà, 1449 tes| morto di stanchezza e di nausea, tenuto desto dagli scoppii 1450 tes| divorato dalle mosche, nauseato dell'odore delle droghe. 1451 | ne' 1452 tes| vicoli deserti, in mezzo alla nebbia, mi trascinava come uno 1453 tes| descrivo deve sembrarvi necessariamente assurdo, inammissibile, 1454 tes| comprare gli altri mobili necessarii, per tutti in somma i preparativi 1455 tes| volta, gli faceva mancare il necessario; lo batteva anche, qualche 1456 ded| verbo? Quanti sentono la necessità di rinnovarsi? Quanti hanno 1457 tes| tutto intorno a voi questo nemico, vederlo con una lucidità 1458 | nemmeno 1459 | neppur 1460 tes| guardava con quei larghi occhi neri, che gli illuminavano la 1461 tes| semprevivi con un nastro nero, che Ginevra e la madre 1462 tes| accorsi che un'agitazione nervosa lo scoteva e lo faceva soffrire. 1463 tes| pensieri strani, assurdi, senza nesso. Rimasi un minuto sul pianerottolo 1464 ded| di San Giacomo. Io, quel nobile filosofo e il pittore simbolico 1465 tes| guardavo. E mai quella sua noncuranza profonda mi aveva afflitto 1466 tes| sonavano un'aria della Norma, davanti a un caffè. Mi 1467 tes| guardassero in fronte e notassero il segno, pensai: - Che 1468 tes| il segreto. Non avete mai notato questo? Un uomo, un animale, 1469 tes| A proposito, non hai notizie di Wanzer?~ ~- No, non so 1470 | nove 1471 tes| nella stessa notte delle nozze, a incrudelire.~ ~Se vivessi 1472 tes| paiono strani, forse? E debbo numerarvi tutte le sofferenze di Ciro? - 1473 tes| miei colleghi nel maggior numero possibile, per abbagliare 1474 tes| moglie, del figlio e della nuora, maltrattato da tutti, martoriato, 1475 tes| in una casa dei quartieri nuovi; in una specie di pensione 1476 tes| suo ventre un'altra vita, nutriva del suo sangue la creatura 1477 tes| appartamento, per comprare il letto nuziale, per comprare gli altri 1478 tes| collera.~ ~Io mi alzai: obbedii. Ciro teneva il mento sul 1479 tes| dunque? - Esitai, prima d'obbedire. Ginevra aprì l'uscio della 1480 tes| poco, pentendomi di aver obbedito, pensando con una paura 1481 tes| Quando gli si presentava l'occasione, metteva le unghie su la 1482 ded| d'intelletto un lavorio occulto si compie, le cui fasi lente 1483 tes| mio figliuolo mi dovessero occupare nel resto di quel giorno. 1484 ded| teneva. Se bene io fossi occupato alla lettura, la mia sensibilità 1485 tes| non avesse un alterco. Era odiato e temuto, là dentro, come 1486 tes| tutti i rancori, tutti gli odii repressi erompere contro 1487 tes| considerato come un mangiapane odioso; fui messo a paro con Battista. 1488 tes| cosa avrei dovuto fare? Offendermi? Adirarmi? Inferocirmi? 1489 tes| Battista lo chiamò, gli offerse un bicchiere di vino.~ ~- 1490 tes| Uscendo, senza parlare ella mi offre una palma. Io la guardo, 1491 tes| una svolta un'ombra che ci offriva l'acquavite.~ ~Ah, signore, 1492 tes| lettere, portava via gli oggetti che gli piacevano. Di giorno 1493 tes| finestra. Mi ricordo: era l'Ognissanti; sonavano le campane; il 1494 tes| in nome della moralità oltraggiata.~ ~Fino a quel giorno, io 1495 | oltre 1496 tes| presi il cappello, presi un ombrello, e uscii.~ ~Per la scala 1497 | Omnes 1498 tes| a un caffè, mi giunse un'ondata di musica e mi rimescolò 1499 tes| i commensali della pens¡one, credo, erano presenti.~ ~ 1500 tes| essere contento... Famiglia onesta, i Canale! Se non fossimo 1501 tes| i Canale! Se non fossimo onesti... a quest'ora...~ ~Alzando 1502 tes| che qualche cosa di quell'onta, di quella bruttura gli 1503 tes| balbettava:~ ~- Sono un operaio senza lavoro. Sono quasi 1504 tes| rapidamente. Si poteva tentare un'operazione. Ma Battista non volle, 1505 tes| suggeritore in una compagnia d'operette, feci l'usciere nell'ufficio 1506 ded| Italia l'esempio di una operosità così virile, dedico dunque 1507 tes| dato a me. Wanzer non si oppose. Gli sembrava naturalissimo 1508 tes| vermis, et non homo;~ ~ opprobrium hominum, et abjecto~ ~ plebis. 1509 tes| di avere un'aria fiera. Ordinai del cognac; feci lasciare 1510 tes| tutta la mia fortuna di orfano.~ ~Andammo in giro, dunque, 1511 tes| cigli, cariche di marcia, orribili; e in mezzo a quel rossore 1512 tes| fissi sul mio piatto, non osando levarli; e lo stomaco mi 1513 tes| illudevo. Le mie labbra non osarono mai proferire la domanda 1514 tes| creatura umana. Io non ho mai osato di confessare a me stesso 1515 tes| intensità incredibile. Io non osavo più voltarmi, e guardavo 1516 tes| padre? Forse un vecchio osceno come il marchese Aguti? 1517 tes| trasformano, la falsano, la oscurano. Addio.~ ~Ebbene, io ho 1518 ded| di scrittore si fossero oscurate, indebolite, disperse. Mi 1519 tes| un significato profondo e oscurissimo, che la mia anima non riuscì 1520 tes| vertigine estrema, la grande oscurità.~ ~Voi che pensate? Perderò 1521 tes| intervallo di silenzio, egli osò chiedermi:~ ~- L'hai ritrovato?~ ~ 1522 tes| terrore mi si staccassero le ossa, alle giunture; ho sentito 1523 ded| nel silenzio; e io potei osservare, nel corso della lettura, 1524 ded| Episcopo era già stata da me osservata e studiata con intensa curiosità, 1525 | ossia 1526 tes| Entriamo pure.~ ~Entrammo nell'osteria. C'erano pochi bevitori; 1527 tes| quell'espressione dura, ostile, quasi selvaggia: quella 1528 tes| in bene in faccia e per ottenere la mia risposta. Io balbettai:~ ~- 1529 tes| donna, e credessero facile ottenerla, e avessero fissa nel cervello 1530 tes| abbreviare.~ ~Abbrevio. Ottenni il consenso, facilmente.~ ~ 1531 tes| piombò sopra, mi occupò e mi ottuse la conscienza. E vedo ancóra, 1532 | ove 1533 ded| trascorsi in gran parte fra ozii torpidi ed esercizii violenti 1534 tes| quella della fuga, mi avrebbe pacificato.~ ~Dormii poco e d'un sonno 1535 tes| Così Wanzer ebbe, là, dalla padrona di casa una specie di congedo. 1536 tes| denaro, buffonescamente. Io pagai; e ci alzammo, ed uscimmo. 1537 ded| debole opera? Perché su la pagina quel gran tutto di forza 1538 tes| di tra le dita un filo di paglia? Si può fare questo, signore? 1539 tes| bisogno di spiegarveli? Vi paiono strani, forse? E debbo numerarvi 1540 tes| soffermò sotto un fanale; e, palpandosi il ventre, mi disse:~ ~- 1541 ded| il vecchio, respiravano, palpitavano: avevano i loro sguardi, 1542 ded| misurata mortalmente dai palpiti delle loro arterie; e il 1543 tes| Guarda Micheli! Guarda Palumbo, con Doberti!~ ~La botte 1544 tes| in preda a una specie di pànico, senza vedere, senza aspettare 1545 tes| mese! Pare un secolo fa; par ieri.~ ~Io stavo nella retrobottega 1546 tes| umiliazione umana potrà mai essere paragonata alla mia. Gesù avrebbe pianto 1547 tes| bicchieri, tremando come un paralitico; bevve d'un fiato; mentre 1548 tes| che, camminando lungo il parapetto, ebbi il pensiero folle 1549 | Parecchi 1550 tes| cognato; c'è qualche altro parente; ci sono le bambine. Io 1551 tes| alterazioni, quasi di continuo! Parestesie, disestesie... Mi hanno 1552 tes| spiraglio (aperto nella parete a cui volgevo le spalle, 1553 tes| davanti alla porta, per parlarmi? Se m'aspettasse, al buio, 1554 tes| violetta.~ ~- Che v'è accaduto? Parlate.~ ~Egli scoppiò in un gran 1555 tes| rapidità vertiginosa.~ ~Non parlavamo; credevamo ascoltare tutti 1556 tes| No, non sempre. Con lui, parlavo; soltanto con lui. Certe 1557 tes| libertino, di contro a me, parlò della bocca di Ginevra, 1558 tes| mangiapane odioso; fui messo a paro con Battista. Anch'io, qualche 1559 tes| ripugnante, tra di cameriere e di parrucchiere, pallido, con la faccia 1560 tes| era chiuso, orribilmente. Partì qualche parola ingiuriosa. 1561 tes| disgusto facile, un modo particolarissimo di ferire e di straziare 1562 tes| dimenticato nulla; neppure la particolarità più insignificante. Io so 1563 tes| arrivare in tempo. La lascerai partire, tu?~ ~Egli si soffermò, 1564 tes| silenzio sospetto.~ ~- Già partita! - disse Ciro. - Che farai?~ ~ 1565 tes| quando udii gli urli della partoriente, urli non umani, irriconoscibili, 1566 tes| aver paura. È una donna che partorisce, al piano di sopra: sai?, 1567 tes| ne conservavano che una parvenza; non erano più la vita, 1568 tes| tutti quegli uomini già pasciuti, accesi dal vino, un poco 1569 tes| il rombo delle campane ci passa sul capo. Ella dice piano, 1570 tes| Era di sera: mi ricordo. Passai più volte davanti alla Posta, 1571 tes| per un tratto a fianco del passante. Una sera, su l'angolo del 1572 tes| che io taccia; lasciatemi passar oltre. Non posso parlarvi 1573 ded| Alcune settimane plumbee passarono su un malessere indefinibile 1574 tes| parve, a un certo punto, che passasse su quella tavola qualche 1575 tes| Il destino! - Erano passati dieci anni, dieci anni di 1576 tes| quando rientrando con Wanzer passavo per un andito buio, per 1577 tes| Ginevra; si unirono a noi, per passeggiare. Ginevra e Doberti andarono 1578 tes| una gran moltitudine di passeri faceva un cinguettìo accorante, 1579 ded| per mezzo a cui viviamo o passiamo. Nulla, mia cara amica, 1580 ded| che quella del sonno e dei pasti. E avevo sempre d'innanzi 1581 ded| miserabile, quel Christus patiens, si mise a vivere (innanzi 1582 tes| la porta di casa; anch'io patii la fame. E m'adattai a tutti 1583 tes| che sotto il cielo si può patire, a un uomo su cui tutta 1584 tes| pensate a un uomo che ha patito tutto ciò che sotto il cielo 1585 tes| piccolo essere informe che pativa forse in quel momento le 1586 tes| forse il ladro tornato in patria dopo la prescrizione?~ ~ 1587 tes| sentiva soffrire.~ ~Dopo una pausa, Ginevra soggiunse:~ ~- 1588 tes| molte settimane, tra le peggiori angustie materiali, tra 1589 ded| Se sul nostro intelletto pende di continuo la minaccia 1590 tes| labbro inferiore un po' pendente, ma che non traspariva da 1591 tes| la mia anima non riuscì a penetrare.~ ~A un tratto, il campanello 1592 tes| occhi con l'intenzione di penetrarla. Ella rimase per me un segreto.~ ~ 1593 tes| giunge sino al confine della penombra, dove voi non potete ancóra 1594 tes| Tutti i commensali della pens¡one, credo, erano presenti.~ ~ 1595 tes| pentendomi di aver obbedito, pensando con una paura folle alle 1596 tes| Sì; è vero. Non bisogna pensarci. Perdonatemi. Ora andrò 1597 tes| Egli la desiderava già e pensava che l'avrebbe posseduta.~ ~- 1598 tes| il solito sorriso:~ ~- Ci penserò.~ ~E di nuovo io incontro 1599 tes| breve silenzio; ed ella pare pensierosa. Entriamo nella chiesa fiorita 1600 ded| libro che io vi dedico. Penso che troverete qui i primi 1601 tes| le scale a poco a poco, pentendomi di aver obbedito, pensando 1602 tes| non lo trattenni. Ma mi pentii; volli richiamarlo. Troppo 1603 tes| ch'io lo veda piangere di pentimento». Ma non ebbi forza. Dissi:~ ~- 1604 tes| rendere la cosa rubata, a pentirsi. Bisogna ch'io lo veda piangere 1605 ded| cui fasi lente non sono percettibili talvolta neppure in parte 1606 tes| momento fugace della prima percezione. È come se vi desse la sua 1607 tes| lividura, il segno d'una percossa, con lo stesso atto dei 1608 tes| degli improperii e delle percosse. Almeno una volta la settimana, 1609 tes| gradino; perché mi pareva di perdere ad ogni momento l'equilibrio, 1610 tes| oscurità.~ ~Voi che pensate? Perderò la ragione, prima di chiudere 1611 tes| come d'un velo pallido, perdevano ogni acutezza. Pensate, 1612 tes| vero. Non bisogna pensarci. Perdonatemi. Ora andrò dritto alla fine. 1613 tes| In certi momenti, Dio mi perdoni, io ho sentito in me qualcosa 1614 tes| solo ricordo, signore, io perdono alla madre di Ciro, alla 1615 ded| dell'intelligenza: alla perfetta ricostituzione d'un essere 1616 tes| alcune crudeltà, alcune perfidie troppo complicate, e poi 1617 tes| sogno, un sogno. Tutto quel periodo della mia vita è come un 1618 tes| fisso, un solo desiderio, e peritandosi di esprimerlo. Poi si mise 1619 tes| guardò, non mi chiese il permesso; non badò, nel tirarla, 1620 tes| egli si volse, fuggì, si perse nell'ombra.~ ~Ah, signore, 1621 tes| di avere smarrita la mia personalità; talvolta, di averne una 1622 tes| strisciai ad ogni specie di persone, raccolsi ogni specie di 1623 ded| dai più vigili e dai più perspicaci. Se sul nostro intelletto 1624 tes| per un uomo indurito e pervertito dal patimento e dall'ingiustizia, 1625 tes| cosa possiamo mutare noi? Pesano forse le nostre lacrime? - 1626 tes| suoi piedi, un cuore che mi pesava come un masso di piombo, 1627 ded| premesse d'un intollerabile peso. Certi brani di stile, in 1628 tes| vuole; piange, strilla e pesta i piedi, come un bambino, 1629 tes| Apriva i miei cassetti, si pettinava col mio pettine, si lavava 1630 tes| cassetti, si pettinava col mio pettine, si lavava le mani nella 1631 tes| si voltava indietro, il pezzente si fermava a guardarla. 1632 tes| le schegge di legno, i pezzi di vetro, gli spini velenosi... 1633 tes| giornata, qualche ora. Mi piaceva ch'ella fosse lontana da 1634 tes| via gli oggetti che gli piacevano. Di giorno in giorno, la 1635 tes| avere scoperto un luogo piacevolissimo, dove egli voleva sùbito 1636 tes| dormiva? Come viveva?~ ~Io gli piacqui, fin dal primo giorno, dal 1637 tes| inverno aveva i piedi tutti piagati, sanguinanti. Io gli mettevo 1638 tes| dolorose in mezzo a quelle due piaghe. E vidi lui che si premeva 1639 tes| dica, - balbettai, quasi piagnucolando - come potrei fare per riaverla?~ ~ 1640 tes| cosa floscia. Brontolava e piagnucolava, sotto la falda d'un cappello 1641 tes| per sapere come l'anima pianga.~ ~Abbiamo meritato il cielo. 1642 tes| vuole, la vuole e la vuole; piange, strilla e pesta i piedi, 1643 tes| la luce, io l'adorai, io piansi per lui di tenerezza, io 1644 tes| Un uomo, un animale, una pianta, una qualunque cosa vi dà 1645 tes| Volgemmo in su, verso la piazza Barberini che era un lago 1646 tes| fuori di porta, o nelle piazze, nei giardini publici... 1647 tes| Mi vestii. Uscimmo. A piè della scala, mi cercai l' 1648 tes| raccolsi ogni specie di untume, piegai il collo a tutti i gioghi.~ ~ 1649 tes| vacillando su le gambe che mi si piegavano.~ ~Eravamo nella via del 1650 tes| più volontà. Mi sottomisi pienamente, senza proteste. Colui mi 1651 tes| mentre i miei orecchi erano pieni di quell'immenso cinguettìo, 1652 tes| e pure avevo il cervello pieno di pensieri; e avevo letto 1653 tes| egli riudiva un accento pietoso! Esagerò, forse, per aumentare 1654 tes| me qualcuno, chiamò:~ ~- Pietro!~ ~E mi afferrò un braccio, 1655 tes| indicibilmente.~ ~Una domenica, al Pincio, incontrammo Doberti e Questori. 1656 tes| era la madre e su noi tre piombava il silenzio... Tutta la 1657 tes| pesava come un masso di piombo, che mi pareva di non poter 1658 tes| tristezza pesante che mi piombò sopra, mi occupò e mi ottuse 1659 tes| copriva di quel velo.~ ~- Piove troppo, - ella disse - bisognerebbe 1660 tes| immobile.~ ~Fuori, seguitava a piovere. Ad intervalli, uno scroscio 1661 tes| stasera, fra poco.~ ~Fuori, pioveva forte. E mi parve che quel 1662 tes| davanti, sotto un fanale. Piovigginava.~ ~- Oh, siete voi? A quest' 1663 tes| catinella, fumava nella mia pipa, frugava tra le mie carte, 1664 ded| quel nobile filosofo e il pittore simbolico Marius de Maria 1665 tes| altre parole più crude, piu brutali. E rividi, nella 1666 tes| possibile, per abbagliare la plebe di via Montanara e dei dintorni. 1667 tes| Chi era mai? Non certo un plebeo. Alcune finezze fisiche, 1668 tes| opprobrium hominum, et abjecto~ ~ plebis. Omnes videntes me, derisunt 1669 ded| scrittura. Alcune settimane plumbee passarono su un malessere 1670 tes| acqua, fare qualche cosa di poetico, sognare un avvenire. Continuamente 1671 tes| badò, nel tirarla, se io ci poggiavo i piedi. Fu uno sgarbo; 1672 tes| mano, premendogli col mio pollice il polso. I battiti crescevano 1673 tes| ora mi scoteva un grano di polvere da una spalla, ora mi levava 1674 tes| chi cammina in mezzo a un popolo come in mezzo a una foresta 1675 tes| signor Episcopo.~ ~E mi porse la mano; e io gli diedi 1676 tes| scrissi, con questa mano! E la portai alla Posta io stesso.~ ~ 1677 tes| ella rientrò nella sala portando una zuppiera che le velava 1678 tes| sostenere la povera creatura, a portarla fino al suo letto.~ ~Rinvenne. 1679 tes| stanza, quando vennero per portarmi via, tutti i suoi abiti 1680 tes| Wanzer, tu? Non gli hai portate le valigie alla stazione?~ ~ 1681 tes| neanche la morte muterà, che porterò così, tale e quale, sotto 1682 tes| salvavo in una bottega, in un portone, in una via traversa quando 1683 tes| piatto davanti a me, ne posa un altro; mi suscita un 1684 tes| versò altro vino. Poi rise, posando la bottiglia sul tavolo; 1685 tes| momento l'equilibrio, come se posassi i piedi su un ghiaccio mobile. 1686 tes| mi stavo lavando. Avevo posato sul letto la giacca e il 1687 tes| queste due scarpette e le poso l'una accanto all'altra, 1688 tes| bisognerebbe cercare...~ ~Egli posò la candela sul pavimento; 1689 tes| e pensava che l'avrebbe posseduta.~ ~- Ma di' la verità - 1690 ded| coltello in quella schiena possente, e lo schianto, e il gorgoglio 1691 tes| giorni, Wanzer aveva preso possesso della mia casa, era alloggiato 1692 | possiamo 1693 ded| superiori. E l'una e l'altra possibilità, la tragica e la felice, 1694 | potendo 1695 ded| del dramma doveva aver la potenza di suscitare un brivido 1696 | potermi 1697 | potersi 1698 | potessi 1699 tes| dell'odore delle droghe. Potevan essere le tre del pomeriggio. 1700 | potrete 1701 tes| un pezzo di pane a quelle povere creature di Dio...~ ~Riconobbi 1702 tes| seppellito così, come un poverello. Chi gli voleva bene, fuori 1703 tes| fosse avvoltolato in una pozzanghera, smunto, disfatto, con una 1704 tes| ora, che vita fai? Dove pranzi? Dove passi la sera?~ ~Risposi 1705 tes| ebbi il pensiero folle di precipitarmi giù, all'improvviso, per 1706 ded| ad acquistare una nozione precisa del mio nuovo stato interiore, 1707 tes| degli altri.~ ~Non dice precisamente così. Dice la parola brutale; 1708 tes| tornarono alla memoria, precise, vive. E mi tornarono alla 1709 tes| la porta s'aprì; e io, in preda a una specie di pànico, 1710 tes| trionfalmente: io rannicchiato sul predellino, e le due donne sedute davanti 1711 ded| a fecondarmi. Le pagine predilette, che un tempo avevano provocato 1712 tes| parole amare a cui avrei preferito qualunque tossico; e i suoi 1713 tes| sii tranquillo, Ciro - pregai, evitando di rispondere, 1714 tes| sorella, ed apre un libro di preghiere. Io, di dietro, in piedi, 1715 tes| accanto e gli tenevo una mano, premendogli col mio pollice il polso. 1716 ded| col mio spirito e pure mi premesse d'un intollerabile peso. 1717 tes| piaghe. E vidi lui che si premeva su le palpebre quello straccio.~ ~- 1718 tes| al paravento, con troppa premura.~ ~Mi vestii. Uscimmo. A 1719 tes| Vedi com'è gonfio?~ ~Poi, prendendomi una mano per farmi sentire 1720 tes| E mentre io cercavo di prenderle ancóra le mani, ella mi 1721 tes| tempo, venne un signore a prendersi la sedia ch'era di contro 1722 tes| quando si posava su Wanzer, prendeva una espressione di durezza 1723 tes| vicini. A un certo punto ci prendiamo le mani, sotto la tovaglia; 1724 tes| umana, il fondo di tutte le preoccupazioni umane è una laidezza. - 1725 tes| certo punto domandai, per prepararmi:~ ~- Che vorranno?~ ~Battista 1726 tes| necessarii, per tutti in somma i preparativi soliti. Io avevo ritirato 1727 tes| giorno in giorno, la sua prepotenza diveniva più incalzante, 1728 tes| tornato in patria dopo la prescrizione?~ ~Mi disse, tra le altre 1729 tes| qualche volta anche mi s'è presentata all'imaginazione una figura 1730 tes| giornata. Quando gli si presentava l'occasione, metteva le 1731 tes| della pens¡one, credo, erano presenti.~ ~Ho un ricordo confuso, 1732 tes| direi d'ingordigia, che presero le sue labbra nel pronunziare 1733 ded| e come sia più difficile preservare la nostra persona morale 1734 tes| marchese Aguti? O forse un prete, uno di quei cardinali galanti 1735 tes| vestita semplicemente, senza pretesa, ma con grazia, quasi con 1736 tes| egli volle condurmi seco; pretese che io lo seguissi.~ ~Per 1737 tes| cautele, di sotterfugi, di pretesti, di bugie, per nascondere 1738 tes| con l'altro: io lo so, lo prevedo. E... allora? - Lo scoppio 1739 tes| me la strana sensazione primitiva che si disperde a poco a 1740 tes| in una specie di pensione privata, dodici o tredici anni fa. 1741 ded| da attività misteriose e prodigiose che a poco a poco elaborano 1742 tes| tutta la vita, che hanno prodotto tutti i fenomeni ed hanno 1743 tes| non venisse di fuori ma si producesse dentro di me, come se io 1744 tes| passò su tutte le bocche, proferito in mezzo a frasi ambigue 1745 tes| domanda del giudice: «Di professione?», Giovanni Episcopo rispondeva: « 1746 tes| esaltazione molto strana, quasi profetica.~ ~Uscimmo di là insieme, 1747 tes| illuminavano la faccia, profondi e malinconici, io provavo 1748 tes| discorso una volta, e riebbi profondissimo il sentimento dell'anteriorità 1749 tes| non possiate calcolare la profondità. Il pozzo è illuminato, 1750 tes| tutti i suoi compagni; fece progressi straordinarii. Aveva l'intelligenza 1751 ded| improvvisa lesione o d'una progressiva degenerazione degli organi, 1752 tes| di tratto in tratto per prolungare le risa. Io rimanevo un 1753 tes| allora, si volsero a me e prolungarono stupidamente le derisioni.~ ~ 1754 tes| Ginevra per sciogliermi dalla promessa? Sì, io scrissi una lettera 1755 tes| Prima di sera, morirò; vi prometto che morirò. Allora ve n' 1756 ded| intuizione che non mi parve promossa soltanto dal risveglio repentino 1757 tes| fate?~ ~Rispose, troppo prontamente, con una voce un po' alterata:~ ~- 1758 tes| presero le sue labbra nel pronunziare una frase oscena in dialetto. 1759 tes| già nell'estremo fondo, si propagava ora per tutta la mia sostanza, 1760 ded| in qualche mio libro di prosa, mi facevano ira e vergogna. 1761 ded| elementi di una rinnovazione proseguita poi nell'Innocente con più 1762 tes| chiarezza viene in chi è prossimo alla sua fine.~ ~Ma io mi 1763 tes| sottomisi pienamente, senza proteste. Colui mi levò ogni senso 1764 tes| Mangiavo a pena, sforzandomi, provando un disgusto crescente nell' 1765 tes| tavola, successivamente, provano il medesimo brivido: visibile. 1766 tes| frutto, con quella sensualità provocante ch'ella metteva in tutti 1767 ded| predilette, che un tempo avevano provocato nel mio cervello le più 1768 ded| Angelo Conti appunto aveva provveduto la siringa e la morfina 1769 ded| segreto concorso di elementi psichici non riconoscibili ad alcun 1770 tes| nelle piazze, nei giardini publici... Metteva il suo braccio 1771 tes| Mi venivano delle voglie puerili. Avrei voluto compiere mille 1772 tes| più di una volta alzare i pugni in viso al marito.~ ~E il 1773 tes| sere egli si metteva nei punti meno illuminati su le vie, 1774 tes| con la faccia sparsa di pustole rossastre. Salutò Canale.~ ~- 1775 | qualcosa 1776 | qualcuna 1777 tes| alloggiato nella mia casa in qualità di dozzinante! Ed io, per 1778 | quanta 1779 | quantunque 1780 tes| figliuoli che non mangiano da quarantott'ore. Mi dia qualche cosa 1781 tes| dunque. Fu in una casa dei quartieri nuovi; in una specie di 1782 ded| nel gennaio del 1891, dopo quindici mesi di completo riposo 1783 tes| ritirato un certo deposito di quindicimila lire, che era tutta la mia 1784 tes| non lo vidi. La sera del quinto giorno, mi si presentò a 1785 tes| Fontane, voltai verso il Quirinale. Cercavo i luoghi larghi; 1786 tes| unico scopo della loro vita quotidiana. L'emanazione della loro 1787 tes| Pietà, autorizzata dalla R. Questura». Per fermare l' 1788 tes| egli appariva, anche i più rabbiosi tacevano. I più timidi gli 1789 tes| bianchicci che mi fecero rabbrividire come se avessi sentito su 1790 tes| furiose che io pensai con raccapriccio: «Ecco, ora mi cade; ora 1791 tes| potevo ancóra riflettere, raccogliere i miei pensieri, esaminare 1792 ded| nuovo stato interiore, a raccogliermi, quasi direi a ripossedermi. 1793 tes| credo di venir meno. Mi raccolgo nella mia sedia, ritiro 1794 tes| dove io guardavo, si chinò, raccolse alcuni capelli, molto lunghi, 1795 tes| ogni specie di persone, raccolsi ogni specie di untume, piegai 1796 ded| lugubre, io sfogliavo alcune raccolte di note: materiale narrativo 1797 ded| Ma il raro materiale, raccolto con la maggior possibile 1798 tes| avrei trovato il modo di raccontargli il duello. Ma non venne 1799 tes| Non mi offenderò.~ ~Debbo raccontarvi tutto, minutamente, giorno 1800 tes| chiedermi:~ ~- Come? Non mi raccontasti una volta che t'eri ferito 1801 tes| l'appunto come io ve l'ho raccontato.~ ~ ~ ~Ah, signore, voi 1802 tes| riprese. - C'era Efrati che raccontava d'averti veduto, in via 1803 tes| Bisognerà dunque che io vi racconti tutto, fin dal principio.~ ~ 1804 tes| ancóra pazzo. Questo che vi racconto, è vero. Tutto è vero. I 1805 tes| vivere i miei capelli dalle radici alle cime.~ ~Io ripetei:~ ~- 1806 tes| Filippo Doberti. Costui mi raggiunse, mi fermò; anzi, meglio, 1807 tes| cuore. Una volta mi disse raggrinzando la bocca come fanno i bambini 1808 tes| sentivo. E andavamo insieme, ragionando.~ ~Undici anni - pensate, 1809 tes| aveva soli undici anni; e ragionava come un uomo, era triste 1810 tes| verso di noi. Ginevra si rallegrava sporgendosi, volgendosi, 1811 tes| del levarmi il cappello mi rammentò la cicatrice, mi risvegliò 1812 tes| i risentimenti, tutti i rancori, tutti gli odii repressi 1813 tes| Roma, trionfalmente: io rannicchiato sul predellino, e le due 1814 tes| uno sguardo maligno, quasi rapace, che certe volte diventava 1815 tes| incalcolabile...~ ~Come potreste voi rappresentarvi uno stato mentale così straordinario? 1816 tes| giorno, io avevo almeno rappresentato il valore del mio stipendio. 1817 ded| povero Battista!) Ma il raro materiale, raccolto con 1818 tes| conscienza, quasi toccarla, rasentarla, poi d'un tratto ritirarsi 1819 tes| azzurro; le rondini volavano rasente, come per venir dentro; 1820 ded| appassionato dell'Arte che non può rassegnarsi a morire.~ ~ ~ ~ 1821 tes| non volle, quantunque non rassegnato a morire.~ ~Egli trascinò 1822 tes| rosso.~ ~Pareva preso da una raucedine subitanea. Versò il vino 1823 tes| veniva dietro, piano piano, reggendosi alla ringhiera. Che pietà! 1824 tes| voi? A quest'ora!~ ~Non si reggeva in piedi; mi parve ubriaco. 1825 tes| Uscimmo insieme. Le gambe lo reggevano poco. Giù per le scale, 1826 tes| tenerezza smisurata. Non reggo più. Le domando, con una 1827 tes| hanno la faccia stanca, si reggono una tempia con la palma 1828 tes| bugigattolo oscuro e soffocante, remoto, per non udire i lagni. 1829 tes| quella aspra di Wanzer, che rende cruda ogni parola. Poi, 1830 tes| mia tenerezza; non potevo rendergli dolce la vita, come avevo 1831 tes| Dammi cinque lire. Te le renderò.~ ~Ci soffermammo. Io gli 1832 ded| nello spirito di un artefice repentinamente invaso dalla forza creatrice. 1833 ded| promossa soltanto dal risveglio repentino d'uno strato della memoria 1834 tes| rancori, tutti gli odii repressi erompere contro l'uomo che 1835 tes| Notai in lui un piccolo moto represso, come un'intenzione di metter 1836 tes| agitazione che non riescivo a reprimere. Tutte le parole di quella 1837 tes| so esprimere: un misto di repulsione e di attrazione, indefinibile. 1838 tes| aspettando. Io non sapevo resistergli, non sapevo licenziarlo, 1839 tes| adirava. Ingletti, forse reso audace dal vino, gli teneva 1840 tes| Sentii che accanto a me respirava una creatura velenosa.~ ~ 1841 ded| Ginevra, Ciro, il vecchio, respiravano, palpitavano: avevano i 1842 tes| Ecco, ora mi cade; ora mi resta qui, di schianto, sul selciato.»~ ~ 1843 ded| cavalleggere abituato a restare in sella dieci ore di séguito 1844 ded| che la mia vita stessa ne restò quasi assorbita.~ ~Mai, 1845 tes| par ieri.~ ~Io stavo nella retrobottega d'una drogheria, curvo su 1846 tes| disegnava esattamente il rettangolo della finestra, e l'ombre 1847 tes| qualche parola di scusa. Mi riaccompagnò a casa, col dottore; assistette 1848 tes| di addormentarsi. Ma li riaprì, dopo qualche minuto, me 1849 tes| perché mi son sentito sempre riardere da una sete inestinguibile; 1850 tes| piagnucolando - come potrei fare per riaverla?~ ~E la notte, le angosce 1851 tes| proprio in quel momento una ribellione? Avrei potuto dire: - Mi 1852 tes| testa scarna, rossiccia, ributtante. Orribile! Orribile! - E 1853 tes| ora; dormi!~ ~Si lasciò ricadere sul guanciale, con un sospiro. 1854 tes| Dopo qualche minuto di ricerca inutile, udii la voce di 1855 ded| voi, signora, a voi che ricercando il meglio date in Italia 1856 tes| coniugale già pronta per ricevere gli sposi e a un tratto 1857 tes| trattenni. Ma mi pentii; volli richiamarlo. Troppo tardi: si era già 1858 tes| vettura. Non m'aveva egli già richiamato al suo servizio? - E a pena 1859 tes| tanto visibile che Questori richiamò la coppia dicendo:~ ~- Piano, 1860 tes| spalancava gli occhi, poi li richiudeva.~ ~- Dormi, dormi! Sono 1861 tes| scala; e poi la porta si richiuse con un gran colpo che fece 1862 tes| piedi, con le mani in tasca. Ricominciai a cercare, con impazienza, 1863 tes| esclamò Ginevra, vedendomi ricomparire.~ ~Io non potevo parlare, 1864 tes| se n'accorgesse.~ ~Quando ricomparvi al conspetto di quell'uomo, 1865 tes| dormire: il volto gli si ricompose, a poco a poco; il tremito 1866 ded| di elementi psichici non riconoscibili ad alcun lume d'analisi 1867 tes| incontrato stamani. M'ha riconosciuta sùbito. Io, da principio, 1868 tes| fuggii, per paura d'essere riconosciuto.~ ~Egli non aveva ripugnanza 1869 tes| porta; vegliai le notti a ricopiare per lui le carte del suo 1870 tes| per vederla.~ ~- Dunque si ricorda che siamo promessi?~ ~Ella 1871 tes| domanda di matrimonio, - vi ricordate? - la famosa domanda proposta 1872 tes| ne va dal mondo; nulla. Ricordatevene.~ ~Ecco, guardate queste 1873 tes| in lui, veramente, nulla ricordava Ginevra: non una linea, 1874 tes| non so parlare. Se pure mi ricorderò di qualche cosa, non ve 1875 ded| intelligenza: alla perfetta ricostituzione d'un essere vitale nello 1876 tes| A rivederci!~ ~E a me, ridendo:~ ~- Noi siamo promessi, 1877 tes| cuore. Parlavano molto, ridevano insieme; e la gente si voltava 1878 tes| piccolo dialogo cinico, in una ridicolaggine e in una viltà. Volete il 1879 tes| fatti, dei piccoli fatti ridicoli, delle piccole miserie, 1880 tes| descrivervi la scena? Debbo ridirvi le sue parole? Nulla di 1881 ded| ricevuta dall'esterno e la riducono a una forma e a una vita 1882 tes| già discorso una volta, e riebbi profondissimo il sentimento 1883 tes| Lo schiamazzo cresce. Rientra Ginevra, che forse ha udito. 1884 tes| sonno. Certe notti, quando rientrando con Wanzer passavo per un 1885 tes| quattro giorni d'assenza, ella rientrò nella sala portando una 1886 tes| sorride, aspettando che io riesca a parlare. È questa la donna 1887 ded| distendevo. Qualunque tentativo riescì vano: nessuna lettura valse 1888 tes| in un'agitazione che non riescivo a reprimere. Tutte le parole 1889 tes| Episcopo di cui si ride. E non riesco a imaginare l'espressione 1890 tes| anche cercai di ridere. Rifacevo assai bene il verso di Battista, 1891 tes| come dai rumori. Mi voltai, rifeci le scale in un attimo, con 1892 tes| inconcepibile. Ma che dovevo fare? Rifiutarmi? Cominciare proprio in quel 1893 tes| davanti a quella porta, nel riflesso rossastro che macchiava 1894 tes| la mia angoscia muta si rifletteva in quegli occhi puri.~ ~ 1895 tes| altro caffè, come in un rifugio.~ ~Tardi, assai tardi, mi 1896 tes| disciolse immediatamente la mia rigidità. Gli occhi mi corsero a 1897 ded| poi nell'Innocente con più rigore di metodo, esattezza di 1898 tes| andarono avanti, io e l'altro rimanemmo indietro. Ma quei due davanti, 1899 tes| scoperti dentro di me, quello rimaneva inescrutabile ed appariva 1900 tes| E pure, tutto era ancóra rimediabile. Sì, quella notte, quando 1901 tes| un'ondata di musica e mi rimescolò sino in fondo. Entrai a 1902 tes| disse, tra le altre cose, rimirandomi:~ ~- Tu sei molto invecchiato. 1903 tes| più di una volta. Ed io ho rimirato il mio vizio nel suo vizio. 1904 tes| più fresca di prima...~ ~Rimirò Ginevra, socchiudendo un 1905 tes| mia anima si avviliva, si rimpiccioliva. Non ebbi più volontà. Mi 1906 tes| specie di gabbie in cui erano rinchiusi i due poveri occhi malati. 1907 tes| notte, sicuramente, Ciro si rincontrerà con l'altro: io lo so, lo 1908 tes| tutti mostrarono un gran rincrescimento. Ma si trattava di cosa 1909 tes| piano piano, reggendosi alla ringhiera. Che pietà! Che tristezza!~ ~ 1910 tes| si vedrà più nulla. Puoi ringraziare Iddio.~ ~Mi parve in vece, 1911 tes| parlare; poi, d'un tratto, rinunziando, se n'era uscito, senza 1912 tes| portarla fino al suo letto.~ ~Rinvenne. Io gli dissi:~ ~- Bisogna 1913 tes| l'uscio della camera, e ripeté:~ ~- Vieni Wanzer se ne 1914 tes| ilare. Ella indietreggiava, ripetendo:~ ~- Impazzisci?~ ~Poi, 1915 tes| le diedero la mano. Ella ripeteva a tutti, sorridendo:~ ~- 1916 tes| domanda tenera, la domanda che ripetono tutti gli amanti: «Mi vuoi 1917 tes| tratto ritirarsi al fondo, ripiombare d'un colpo nel buio, lasciandomi 1918 tes| dissi:~ ~- Bisogna che tu ti riposi. Vuoi che ti spogli? Hai 1919 ded| quindici mesi di completo riposo intellettuale trascorsi 1920 ded| raccogliermi, quasi direi a ripossedermi. Compresi allora come sia 1921 tes| disgraziato in una specie di ripostiglio, in un bugigattolo oscuro 1922 ded| militare, io durai fatica a riprendere le antiche consuetudini 1923 tes| pomeriggio, alle cinque, andavo a riprenderlo; e non lo lasciavo più, 1924 tes| ignoto. Ma Ciro mi aveva ripreso ancóra per la mano e mi 1925 ded| compiaciuto.~ ~Mai artefice ripudiò la sua opera passata con 1926 tes| con un aspetto ambiguo, ripugnante, tra di cameriere e di parrucchiere, 1927 tes| Faccio in un momento.~ ~Risalii; accesi una candela; cercai 1928 tes| orologio su in camera. Mi tocca risalire. Aspettatemi qui. Faccio 1929 tes| contenermi. E udii allora tutti i risentimenti, tutti i rancori, tutti 1930 tes| mescolavano; e tutto si risolse in un piccolo dialogo cinico, 1931 tes| Aveva la voce rauca ma risoluta.~ ~Io lasciai là tutto, 1932 tes| una voce sonora, il gesto risoluto, uno sguardo maligno, quasi 1933 tes| uomo che sia sul punto di risolversi al suicidio. Mi fermai finalmente, 1934 tes| compassione insultante. Nessuno mi risparmiava la sua puntura; e io, tanto 1935 tes| Uomo a cui si manca di rispetto.»~ ~Un altro giorno mi giunsero 1936 tes| Ciro - pregai, evitando di rispondere, accarezzandolo. - Sto qui 1937 tes| neppure una parola, senza rispondermi, senza guardarmi.~ ~In quel 1938 tes| frequentavo più i luoghi soliti; rispondevo sempre evasivamente a qualunque 1939 tes| prende, ora? Impazzisci?~ ~- Rispondimi, Ginevra.~ ~- Impazzisci?~ ~ 1940 tes| molto amici. No?~ ~Io non rispondo. Succede un breve silenzio; 1941 tes| solite domande e le solite risposte: - ecco l'apparenza.~ ~Portava 1942 tes| Ginevra? Dov'è Ginevra?~ ~Fu risposto che Ginevra era malata. 1943 ded| parve promossa soltanto dal risveglio repentino d'uno strato della 1944 tes| rammentò la cicatrice, mi risvegliò nella memoria la frase crudele: - 1945 tes| potevo scrivere. Io ero ritenuto dai miei colleghi e dai 1946 tes| rasentarla, poi d'un tratto ritirarsi al fondo, ripiombare d'un 1947 tes| preparativi soliti. Io avevo ritirato un certo deposito di quindicimila 1948 tes| raccolgo nella mia sedia, ritiro i gomiti per aumentare la 1949 tes| vero. I morti ritornano.~ ~Ritorna anche l'altro, qualche volta. 1950 tes| vero. Tutto è vero. I morti ritornano.~ ~Ritorna anche l'altro, 1951 tes| aveva paura di vederlo ritornare, d'essere uccisa. L'ho sentita 1952 tes| arrivare in tempo... Se Wanzer ritornasse a casa, per ucciderla?... 1953 tes| Ma la cosa si arresta, si ritrae, si sottrae; vi lascia ansioso, 1954 tes| pazzo, se la mattina non le ritrovassi là, al loro posto, l'una 1955 tes| preoccupazione oscena. E riudii le risa, lo schiamazzo, 1956 tes| dopo quanto tempo, egli riudiva un accento pietoso! Esagerò, 1957 tes| orologio da per tutto, senza riuscire a trovarlo. Dopo qualche 1958 tes| Sei stato malato?~ ~Io non riuscivo a vincere la mia agitazione 1959 tes| quattro giorni. Ti vuol rivedere, l'amico. Deve aver fatto 1960 tes| dicemmo. Due antichi amici si rivedono, si abbracciano, si scambiano 1961 tes| quante volte nella vita ho riveduto la tragica striscia di sole! 1962 tes| me lo illuminasse, me lo rivelasse intero. Qualche volta mi 1963 tes| quello stato, e non aveva rivelato il suo male. Alcuni giorni 1964 tes| tutte queste cose ed altre rivelavano qualche goccia di sangue 1965 tes| colavano giù per le guance due rivi di lacrime impure.~ ~- Ah 1966 tes| minutamente, come se dovesse rivivere, levarsi, uscire. Nulla 1967 tes| che io andava compiendo. Rivivevo, in sogno, una parte di 1968 tes| mostrargli un viso severo, rivolgergli una parola dura. - M'ero 1969 tes| voce di Ginevra, quando rivolgeva la parola a lui, aveva un 1970 tes| suocera futura, egli stava rivolto verso di me sorridente, 1971 tes| altra. Il sole c'investe; il rombo delle campane ci passa sul 1972 tes| particolare della gola per rompere il silenzio.~ ~Mi ricordo: 1973 tes| sacchi, inerte; e le mosche ronzavano sopra di lui innumerevoli 1974 tes| sporgevano da una faccia rossastra come un pezzo di carne cruda.~ ~ 1975 tes| faccia sparsa di pustole rossastre. Salutò Canale.~ ~- Con 1976 tes| quella porta, nel riflesso rossastro che macchiava il lastrico. 1977 tes| una vetrata con le tendine rosse che splendevano illuminate 1978 tes| una piccola testa scarna, rossiccia, ributtante. Orribile! Orribile! - 1979 tes| orribili; e in mezzo a quel rossore e a quel gonfiore si aprivano 1980 tes| rauca, stridula, sibilante, rotta da soffocazioni d'odio così 1981 tes| Una sedia era ancóra rovesciata. Io scorsi sul pavimento 1982 tes| confessare, a rendere la cosa rubata, a pentirsi. Bisogna ch' 1983 ded| che il nostro corpo dai rudi contatti delle moltitudini 1984 tes| degli alberi luccicavano; le ruote delle carrozze, ai miei 1985 tes| sollevare.~ ~- Papà, papà - ruppe egli all'improvviso, afferrandomi 1986 tes| vettura; il garzone non russava più.~ ~D'un tratto, udii 1987 tes| vedere sul suo altare il Sacramento coperto d'un cencio immondo? 1988 tes| assenza, ella rientrò nella sala portando una zuppiera che 1989 tes| questa cosa a poco a poco sale, giunge sino al confine 1990 tes| Ho tutto nella memoria! Salendo, mi soffermavo quasi ad 1991 tes| cucina era attigua alla saletta d'ingresso. Mi giunse all' 1992 tes| arrestò; non disse più nulla. Salì sul letto, si cacciò sotto 1993 tes| il destino.~ ~Giungemmo; salimmo.~ ~- Hai la chiave? - mi 1994 tes| una bisca. Una mattina era salito nella mia stanza livido 1995 tes| un ghiaccio mobile. Più salivo e più quella scala in quella 1996 tes| credetti; ma il cuore mi saltò alla gola.~ ~Alcuni domandarono:~ ~- 1997 tes| sparsa di pustole rossastre. Salutò Canale.~ ~- Con salute, 1998 tes| una somma che lo doveva salvare; cento volte, rimasi dietro 1999 tes| perduto e non vuole, non può salvarsi... Che pietà, signore, che 2000 tes| a qualunque domanda; mi salvavo in una bottega, in un portone, 2001 | salvo