Parte, Paragrafo

1   1,      2|       Martino, una primavera de' morti, grave e soave, in cui Roma
2   2,      4|         che non rende più i suoi morti. Dio mio, fa tu ch'io me
3   2,      4| passeggero insino al luogo ove i morti aspettano in pace il lor
4   3,      2|   prendevano talvolta i riflessi morti d'un vetro o s'animavano
5   3,      3|          Per quattrocento bruti, morti brutalmente! mormorò Andrea,
6   3,      4|       quelle voci ignote d'amori morti, una malinconia quasi sepolcrale,
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