IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Aligi apparirà sul limitare. Scorgendo il padre, perderà ogni colore di vita. Lazaro s'arresterà per volgersi a lui. Il padre e il figlio si guarderanno fisamente.
LAZARO: Che c'è egli, Aligi? Che è?
ALIGI: Padre, come siete venuto?
LAZARO: Succhiato ti fu il sangue, che sei
ALIGI: Padre, che volete voi fare?
LAZARO: Che voglio io fare? Dimanda
rivolgere a me, non t'è lecito.
Ma ti dirò che prendere voglio
Poi giudicherò del pastore.
ALIGI: Padre, non farete voi questo.
LAZARO: Come ardimento hai di levare
ch'io non te l'arrossi di sùbito.
Va e torna allo stazzo, e rimanti
con la tua mandra dentro la rete
finché io non venga a cercarti.
ALIGI: Padre, tolga il Signore da me
ch'io non vi faccia obbedienza.
E voi giudicare potete
del figliuol vostro; ma questa
creatura lasciate in disparte,
LAZARO: Ah mentecatto di Dio!
Non vedi (ti cascassero gli occhi)
non vedi che costei ha di sotto
le sue pàlpebre, intorno il suo collo
Certo, se la vedono i tuoi
hai temenza ch'io non l'offenda!
io ti dico che la carrareccia
della strada maestra assai meno
delle costei vergogne è battuta..
ALIGI: Se non mi fosse a Dio peccato,
se all'uomo non mi fosse misfatto,
padre, io vi direi che di questo
(Farà alcuni passi obliqui e si frapporrà fra il padre e la donna, coprendo lei della sua persona).
LAZARO: Che dici? Ti si secchi la lingua!
Mettiti in ginocchio e domanda
perdóno con la faccia per terra,
innanzi a me, ma carpone
ALIGI: Il Signore sia giudice, padre;
ma questa creatura alla vostra
se vivo. Il Signore sia giudice.
LAZARO: Io ti son giudice. Chi
sono io a te, pel tuo sangue?
ALIGI: Voi siete il mio padre a me caro.
LAZARO: Io sono il tuo padre; e di te
far posso quel che m'aggrada,
perché tu mi sei come il bue
della mia stalla, come il badile
e la vanga. E s'io pur ti voglia
passar sopra con l'erpice, il dosso
diromperti, be', questo è ben fatto.
del tuo stinco, be', questo è ben fatto;
perché io son padre e tu figlio,
dei tempi, sopra tutte le leggi.
E come io fui del mio padre,
tu sei di me, financo sotterra.
questo ti cadde, io tel riduco
in memoria. Inginòcchiati, e bacia
ALIGI: Passatemi sopra con l'erpice
(Lazaro gli s'accosterà, senza più contenere il furore; e, levando la corda, lo percoterà su la spalla).
LAZARO: Giù, giù, cane, mettiti a terra!
ALIGI: Ecco, padre mio, m'inginocchio
dinanzi a voi, bacio la terra.
pel mio primo pianto di quando
vi nacqui, di quando prendeste
verso il Santo Volto di Cristo,
io vi prego, vi prego, mio padre:
Non calpestate così
non gli fate quest'onta! Vi prego:
non lo date alla branca del falso
LAZARO: Va, va, esci fuori, esci fuori
e dopo ti giudicherò.
Esci fuori, ti dico. Esci fuori.
(Crudelmente egli lo percoterà con la corda. Aligi si solleverà tutto tremante).
ALIGI: Il Signore sia giudice, e giudichi
fra voi e me, e vegga, e mi faccia
ragione; ma io sopra voi
LAZARO: Maledetto! T'appicco il capestro...
(Gli getterà il cappio per prendergli il capo; ma Aligi schiverà la presa afferrando la corda e togliendola al padre con una stratta improvvisa).
ALIGI: Cristo Signore, aiutami tu,
ch'io non gli metta addosso la mano,
ch'io non faccia questo al mio padre!
(Furente, Lazaro correrà al limitare chiamando).
LAZARO: O Ienne, o tu, Femo, venite,
venite a vedere costui
quel che fa (lo freddasse una serpe!).
è per certo. Minaccia il suo padre!
(Accorreranno due bifolchi membruti, portando le corde).
Mi s'è ribellato costui!
e per tutti i suoi giorni e di là.
Lo spirito malo gli è entrato.
Guardatelo, senza più sangue
la faccia. O Ienne, tu prendilo.
O Femo, hai la corda, tu legalo.
ché io non mi voglio macchiare.
che l'escongiurazione gli porti.
(I due bifolchi si getteranno su Aligi per sopraffarlo).
ALIGI: Fratelli in Dio, non fatemi questo!
mi rammento, quand'ero bambino,
che venni a raccoglier l'olive
nel tuo campo, Ienne dell'Eta.
Mi rammento. Non farmi quest'onta,
non vituperarmi così!
(I bifolchi lo terranno serrato e cercheranno di legarlo, trascinandolo, mentre egli si divincolerà).
No, no, no! Mila, Mila, corri,
prendimi là un ferro. Mila! Mila!
(Si udrà ancóra la sua voce rauca e disperata, mentre Lazaro chiuderà a Mila lo scampo).
MILA: Aligi, Aligi, Dio ti vaglia!
Dio ti vendichi! Non disperare.
Ma, finché m'è in bocca il mio fiato,
sono di te, sono per te!
Fa cuore, Aligi. Dio ti vaglia!