IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
Alfabetica [« »] equilibrio 3 equinozio 1 equivoco 1 era 554 erano 99 eravamo 20 eravi 1 | Frequenza [« »] 727 per 634 ella 580 con 554 era 550 d' 538 si 537 mia | Gabriele D'Annunzio L'innocente Concordanze era |
Paragrafo
1 Intro| primo ricordo è questo.~ ~Era di aprile. Eravamo in provincia, 2 Intro| altra Pasqua che veramente m'era parsa una festa di perdono, 3 Intro| sorriso un po' malinconico. Io era tornato a lei, pentito e 4 Intro| mutate! Tra me e Giuliana era avvenuto un distacco definitivo, 5 Intro| disgraziato avversario s'era coperto di ridicolo, per 6 Intro| E nessuna di queste cose era rimasta ignota a Giuliana. 7 Intro| queste mie sottigliezze non c'era se non un terribile egoismo; 8 Intro| infatti, di abuso in abuso, io era giunto a riconquistare la 9 Intro| sorella, l'unica, Costanza, era morta a nove anni lasciandomi 10 Intro| terra, quello sororale m'era sempre parso il più alto 11 Intro| semplicemente. Se ella era triste, io era più triste 12 Intro| Se ella era triste, io era più triste ancóra, pensando 13 Intro| delle nostre sensazioni non era diminuita neppure dopo che, 14 Intro| unico intento.~ ~L'illusione era caduta; ogni fiamma era 15 Intro| era caduta; ogni fiamma era spenta. La mia anima (lo 16 Intro| evitare l'inevitabile?~ ~Era dunque gran ventura che, 17 Intro| elevato e più singolare. Era gran ventura che una nuova 18 Intro| Questa mia condizione non era invidiabile? E non era straordinariamente 19 Intro| non era invidiabile? E non era straordinariamente preziosa 20 Intro| disperazione mortale. - Non era dunque un forsennato l'uomo 21 Intro| occasione d'essere eroica era necessario ch'ella soffrisse 22 Intro| tratto un terrore folle. Era di sera, era il crepuscolo, 23 Intro| terrore folle. Era di sera, era il crepuscolo, e la finestra 24 Intro| crepuscolo, e la finestra era spalancata, e le tende si 25 Intro| domestica. Mia madre appunto era per arrivare a Roma dalla 26 Intro| giovine nuora. Giuliana era veramente per lei la sposa 27 Intro| ella avesse saputo!~ ~Io era ancóra in quell'epoca sotto 28 Intro| nelle mie giornate. E non era ancóra svanito in me il 29 Intro| davvero l'avessi fatto! Era un buon suggerimento...~ ~- 30 Intro| sapevo che la commozione era passeggera e che quelle 31 Intro| stanza di Giuliana, ella era ancóra sotto l'azione dell' 32 Intro| a una morente. Mia madre era ancóra pallidissima e convulsa. 33 Intro| volta; ma il sentimento era diverso, era sempre fraterno. 34 Intro| sentimento era diverso, era sempre fraterno. Spesso 35 Intro| libro preferito. L'Assente era indimenticabile. Talora 36 Intro| di quelle mani (mia madre era già uscita dalla stanza); 37 Intro| Questa signora Tàlice era d'una loquacità maligna 38 Intro| soffermai per leggere.~ ~Era una lettera breve ma appassionata, 39 Intro| tutta la gravità di quel che era accaduto, di quel che avevo 40 Intro| quel «Silenzio» di Giuliana era stato come un suggello.~ ~« 41 Intro| impreveduto, credulo, che le era comparso su le labbra al 42 Intro| piacque ancóra, eccitata com'era, vivace, giovine. Mi rammentava 43 Intro| sparecchiare (mia madre era uscita, e la cameriera anche, 44 Intro| momenti in cui più profondo era stato in me il «sentimento 45 Intro| fraterno» e più schietta mi era parsa l'attitudine di sorella 46 Intro| sottigliezze di maniaco era l'uomo medesimo che poche 47 Intro| tratto, anime nuove. Egli era multanime.~ ~Insisto su 48 Intro| nozione confusa di quanto era accaduto. La viltà e l'angoscia 49 Intro| istruzioni precise. Il 21 era sabato, e giovedì 19 Giuliana 50 Intro| La mia ultima risposta era ancóra calda di passione, 51 Intro| imperioso e minaccioso (non era quasi aspettato?): «O tu 52 Intro| necessità di ciò che accadeva ed era per accadere divennero in 53 Intro| con una voce che non m'era mai parsa tanto dolce:~ ~- 54 Intro| indovinato».~ ~Ella, infatti, era inconsapevole; e a me pareva 55 Intro| la mia confessione? Qual era il modo preferibile per 56 Intro| riguardo per mia madre. Era necessario risparmiare mia 57 Intro| spirito; la dolcezza che era nella voce e nel gesto della 58 Intro| Piangi?~ ~La sua voce era mutata.~ ~E io mi liberai 59 Intro| ebbi disgusto di me.~ ~Era la vigilia d'una solennità 60 Intro| compiersi. La mia perspicacia era, o mi pareva, perfetta. 61 Intro| incredibili.~ ~Il momento decisivo era venuto. Dovendo partire 62 Intro| oscura e troppo subitanea, era necessario in quella mattina 63 Intro| il pretesto plausibile. Era necessario anche, prima 64 Intro| lino».~ ~Quel giorno! Non era trascorsa neppure una settimana. 65 Intro| bruta.~ ~Teresa Raffo non m'era parsa mai desiderabile come 66 Intro| farò senza Euridice?...~ ~ ~Era la prima volta, dopo lungo 67 Intro| movendosi per la casa; era la prima volta che io la 68 Intro| tempo. - Perché cantava? Era dunque lieta? A quale affetto 69 Intro| evitare il silenzio.~ ~- Sì.~ ~Era di mattina; era di novembre. 70 Intro| Sì.~ ~Era di mattina; era di novembre. Ella stava 71 Intro| ogni intimità fra noi due era caduta. Ella mi pareva un' 72 Intro| Ella mi riapparve quale era in realtà: una giovine signora 73 Intro| appuntarlo. La sua attitudine era piena di grazia. Le sue 74 Intro| le pagine una daghetta. Era il libro in lettura, sfogliato 75 Intro| lettura, sfogliato a metà. Era il romanzo recentissimo 76 Intro| illusione fuggente. Ma dunque era proprio, senza riparo, fuggita? 77 Intro| Tutta la mia vita d'errore era stata accompagnata dalla 78 Intro| occasione d'essere eroica era necessario ch'ella soffrisse 79 Intro| placare i miei rimorsi, s'era profondamente radicato nel 80 Intro| tu la ritroverai. Ella era sicura del tuo ritorno ma 81 Intro| dolore».~ ~Ben un tal ritorno era nel mio presentimento: il 82 Intro| Certo, una qualche novità era in lei. Ma quale? La dedica 83 Intro| L'appellativo glorioso era stato suggerito a colui 84 Intro| diede un'ora di tregua. Io era veramente un ossesso, un 85 Intro| Istintivamente, pensai ch'egli non era un uomo temibile sul terreno. 86 Intro| bastò per conoscere ch'egli era mediocrissimo in quel giuoco.~ ~ 87 Intro| La stanza troppo bassa era già piena di fumo e d'un 88 Intro| in cui mi agitavo, nulla era per me chiaramente sensibile, 89 Intro| rendermi conto di ciò che era mutato, di ciò che era scomparso. 90 Intro| che era mutato, di ciò che era scomparso. E, come a poco 91 Intro| la primavera...~ ~Ella era distesa in una poltrona, 92 1| riferisce alla cosa tremenda.~ ~Era di aprile, dunque. Eravamo 93 1| rimanesse inalterabile, era così dolce quel sorriso, 94 1| così dolce quel sorriso, era così profondamente buono 95 2| mattino. In quell'ora tutto era fresco, facile, libero. 96 2| Il gaudio mio più intenso era nel sapermi lontano dalle 97 2| possente e mi avrebbe difeso. Era l'uomo esemplare: buono, 98 2| un giorno, sorridendo.~ ~Era un mattino pieno d'innocenza, 99 2| opera. Poiché nessun albero era da presso, poiché il frumento 100 2| presso, poiché il frumento era umile nei solchi, le loro 101 3| esitazione singolare che per me era piena di grazia ma che ora 102 3| diversa. Inoltre, la sua voce era, se si può dir così, più 103 3| una parte di sonorità; s'era velata come quella d'uno 104 3| intangibile la donna sorridente. Era un velo d'ignota materia, 105 3| intanto la camera di Giuliana! Era tappezzata d'un tessuto 106 3| precipitazione. Come il parapetto era all'altezza delle reni, 107 3| Pensai che quel momento era forse inopportuno, che non 108 3| che questo mio ritorno non era ingannevole, ma sincero, 109 3| profumo delle spine albe era vanito. Le tende che pendevano 110 3| tante volte in altri tempi era partita la favilla della 111 3| dal fremito del bronzo. Era il Sabato Santo, l'ora della 112 4| di tristezza singolare.~ ~Era giunta la posta alla Badiola; 113 4| chiarito.~ ~Mi ricordo: era un pomeriggio nebuloso, 114 4| stanze.~ ~Il mio turbamento era misto d'impazienza irosa. 115 4| Giuliana, l'odioso dubbio s'era perduto, s'era disciolto. 116 4| dubbio s'era perduto, s'era disciolto. Troppo grande 117 4| pacificazione.~ ~Il cielo era tutto bianco, simile a una 118 4| Riconobbi la musica. Era una Romanza senza parole 119 4| Miss Edith sonava spesso; era una di quelle melodie velate 120 4| veniva il suono. La porta era socchiusa; m'insinuai senza 121 4| apertura delle tende. Giuliana era là? - I miei occhi non videro 122 4| selvaggio. Guardai. La stanza era appena illuminata dal chiarore 123 4| delle gelosie. Miss Edith era sola, davanti alla tastiera; 124 4| sconsolata come non mai.~ ~Dov'era Giuliana? Era risalita? 125 4| mai.~ ~Dov'era Giuliana? Era risalita? Era ancóra fuori?~ ~ 126 4| Giuliana? Era risalita? Era ancóra fuori?~ ~Mi ritrassi; 127 4| bastava a suscitarmi. Ella era seduta, un po' abbandonata 128 4| attitudine e nello sguardo era dolce ed era buono. E nacque 129 4| nello sguardo era dolce ed era buono. E nacque in me qualche 130 4| innumerevoli, ad ogni fiato. Era, nella luce bianca, una 131 4| quella gaiezza gioviale, che era come un velo di modestia 132 4| meditava. Un contrasto palese era tra il sentimento dell'ora, 133 4| avvidi che qualche pagina era piegata all'angolo, come 134 4| per ricordo; qualche altra era solcata da un colpo d'unghia 135 4| orgasmo. Il passo trascritto era indicato nella pagina con 136 4| noi? L'avevo io gittata, era ella caduta «nell'abisso 137 4| cuore.~ ~Un'altra pagina era piegata, portava un solco 138 4| ma il suo volto esile non era mutato. Ed ella pareva dire 139 4| cuore, pensando ch'egli era colpevole di torti omai 140 4| mio turbamento. Così forte era il mio turbamento, ch'io 141 4| della principessa morta. Era un profilo pensoso, reso 142 4| nel silenzio. Ella non s'era ingannata. Soggiunse, levandosi:~ ~- 143 4| non le vedevo la faccia. Era ella intenta a quell'atto 144 5| non ci tornava? La casa era rimasta intatta, non era 145 5| era rimasta intatta, non era mutata in nulla. Il giardino 146 5| mutata in nulla. Il giardino era diventato più folto. Gli 147 5| stesso ne fui sorpreso, tanto era stato spontaneo e subitaneo 148 5| dalla grande letizia ch'era nell'aria, che splendeva 149 5| mano pallida di quella che era per lui come la seconda 150 6| Infatti, sino allora in me era parsa predominante la commozione 151 6| libertino, così profondo era il compiacimento che io 152 7| dietro il vecchio che m'era parso un po' attonito e 153 7| quanto di buono e di giovine era ancóra rimasto in me, m' 154 7| quasi un'ora al mezzogiorno. Era una mattina calda, d'un 155 7| perché dal tempo lontano era rimasto nella mia memoria 156 7| Eravamo presso ad un bivio. C'era là un sedile. Ella mormorò:~ ~- 157 7| Una pieghevolezza strana era venuta alle mie membra, 158 7| notai quell'intervallo che s'era aperto tra lei e me; sùbito 159 7| soltanto il contatto materiale era cessato ma che anche il 160 7| sentimento di comunione s'era disperso in un attimo. Eravamo 161 7| sorvegliare tutto ciò ch'era per accadere dentro di me, 162 7| da presso; e la mia voce era così sorda che io medesimo 163 7| sensibilità per questo riguardo era esagerata così che io potevo 164 7| in tutta la sua persona era questa dolcezza che m'inteneriva 165 7| sono morta.~ ~Ma in me era avvenuto uno straordinario 166 7| donna che io desideravo era là, d'innanzi a me, tremante, 167 7| braccio e la sospingevo. Ella era come una sonnambula. Per 168 7| granello fosco sul collo era nascosto appena dall'orlo 169 7| com'è grande! Ti ricordi? Era un ramo...~ ~E soggiunse, 170 7| non parlammo. Così intensa era divenuta la mia brama, la 171 7| alto di gioia, così forte era il battito delle mie arterie 172 7| contenni per prodigio: tale era il mio bisogno fisico di 173 7| sentimento straordinario era in quelle parole, forse 174 7| quel tremolio di riso ch'era nel suo bisbiglio e che 175 7| pianamente.~ ~L'andito era rischiarato da un'alta finestra 176 7| Entrammo.~ ~L'oscurità era rotta dall'albore che trapelava 177 7| ci arrestò, nell'ombra. Era il letto, il gran letto 178 8| traboccare la mia anima, tanto era piena. E tu non sapevi nulla; 179 8| tutta la sua attitudine era qualche cosa d'innaturale 180 8| mi farebbe male.~ ~Ella s'era coperta d'un pallore cadaverico.~ ~- 181 8| nella mia assenza ella s'era liberata del busto. Le dissi:~ ~- 182 8| incessante. Ma così piena era la calma del giardino sottoposto, 183 8| giardino sottoposto, così ferma era la cima del cipresso innanzi 184 8| movenze indescrivibili in cui era quanto di abbandonata dolcezza 185 8| nostra stanza il balcone era aperto. Entrava con la luce 186 9| aumentavano i clamori. L'aria s'era accesa, e gli stormi veementi 187 9| levata dalla bara, tanto era disfatta. I suoi occhi avevano 188 9| pigri, la mia conscienza era ottusa. Non mi penetrava 189 9| divine: «Sì, anche più...». Era una tendenza sentimentale? 190 9| una tendenza sentimentale? Era la curiosità d'una sensazione 191 9| d'una sensazione nuova? Era il fascino che esercitava 192 9| Giuliana in quel giorno non m'era apparsa tale quale avrebbe 193 9| un essere umano. Ma qual era la sua malattia? L'antica, 194 9| portare in sé un germe letale? Era ella dunque dominata da 195 9| toccassero l'anima. Là ella s'era lasciata cadere, affievolita, 196 9| soffio per cui la mia anima era balzata all'apice della 197 9| operazione chirurgica, quando m'era parso di avere sotto gli 198 9| Ma che avevo? Che demenza era quella?~ ~Anelavo, su per 199 9| baciavo. Poiché la poltrona era ampia e bassa, ella che 200 9| ampia e bassa, ella che era sottile mi fece posto al 201 9| giardino.~ ~Il giardino s'era confuso in una massa violacea, 202 9| della sera. La mia anima era sospesa, quasi che da quel 203 9| dalla stessa gola, tanto era umile, timido, flebile, 204 9| ultimo sguardo del giorno era triste, quasi lugubre. Ma 205 10| L'orologio a pendolo, ch'era su la parete di contro a 206 11| placido eguale. Su una sedia era posato il mantello amaranto; 207 11| il busto che Giuliana s'era tolto a Villalilla nella 208 11| soltanto le imagini di ciò che era accaduto, ma anche quelle 209 11| castigo più feroce? E tutto era vero, tutto era certo!~ ~ 210 11| E tutto era vero, tutto era certo!~ ~Quando il dolore 211 11| chiara. Tutto, dunque, ormai era certo!~ ~Entrai nell'alcova; 212 11| fronte, fino ai sopraccigli, era scoperta.~ ~Rimasi là qualche 213 11| fronte, fino ai sopraccigli, era scoperta.~ ~Come mi sarei 214 11| della mia presenza? Non era quella l'ora delle interrogazioni, 215 11| avesse sospettato che tutto m'era noto, a quali estremità 216 11| fronte, fino ai sopraccigli, era scoperta. Mi sedetti, presso 217 11| contaminazione; alla vista era sempre la stessa, là nulla 218 11| senza limite. Il mio castigo era anche il suo castigo, ed 219 11| anche il suo castigo, ed era per lei forse un castigo 220 11| un soffio che veramente m'era parso divino. «Sì, anche 221 11| paradiso ignoto, ella s'era sentita impura, aveva avuta 222 11| compresi. Una gran luce s'era fatta in me. «Ah quando 223 11| una risoluzione tragica? Era manifesto ch'ella aveva 224 11| rancore o di disdegno. Non m'era balenato alcun pensiero 225 11| forcine che rilucevano; non v'era altro. Feci un esame rapido 226 11| pronto il mezzo. Questo mezzo era veramente la morfina? E 227 11| necessità di ciò che accadeva ed era per accadere mi paralizzavano. 228 11| vedere le bambine. Natalia era desta. M'ha domandato sùbito: « 229 11| non veniva. La sofferenza era orribile. Un peso enorme 230 11| ancóra! E la mia conscienza era ancóra vigile!~ ~«No, non 231 11| una finestra.~ ~La notte era tranquilla, piena d'un gracidare 232 11| Giuliana per quella notte era salva! Non era possibile 233 11| quella notte era salva! Non era possibile ch'ella pensasse 234 11| piccolo letto vuoto dov'era rimasto un piccolo solco. 235 12| certa ora della notte m'era piombato sopra di schianto, 236 12| invase? - Bisogna vivere! Ed era come se qualcuno mi presentasse 237 12| probabile; però questo almeno era certo: - in caso di sciagura, 238 13| di letizia tranquilla. V'era non so qual sentimento di 239 13| successione di brevi eclissi. Era, credo, un fenomeno simile 240 13| e consciente.~ ~Giuliana era seduta; aveva Natalia su 241 14| pericoli imminenti, io non m'era ancóra fermato a considerare 242 14| l'imagine abominevole s'era accoppiata con quella di 243 14| Da un tale uomo Giuliana era stata sedotta, era stata 244 14| Giuliana era stata sedotta, era stata posseduta: certo, 245 14| quella dedica enfatica che era l'unico documento a me noto 246 14| mia moglie? Certo, ella era stata nelle mani di colui 247 14| egli voleva possedere, s'era servito del metodo più conveniente 248 14| e d'acciaio, l'Unica, s'era prestata a quel vecchio 249 14| a quel vecchio giuoco, s'era lasciata prendere a quel 250 14| E il duetto sentimentale era finito con una copula disgraziatamente 251 14| argine del fiume.~ ~L'argine era periglioso, strettissimo 252 14| maggiore perché il suo cavallo era più pesante ed egli aveva 253 14| Il cielo pomeridiano s'era impregnato di vapori e biancheggiava 254 14| Guardai Federico. Egli era divenuto pensoso e grave. 255 14| macchia; e, come il sentiero era a bastanza largo, di nuovo 256 14| ripresentò anche più turpe. Era il corpo intraveduto nello 257 14| un po' ridicola che gli era sfuggita, nella sala d'armi, 258 14| vivente. Il mio avvenire era legato a un essere vivente 259 14| vita tenace e malefica; era legato a un estraneo, a 260 14| sono soltanto del Destino. Era presumibile che la malattia 261 14| il cavallo senza guida s'era inoltrato per un sentiere 262 14| senza vento. Per me tutto era simbolo, in quell'ora.~ ~ 263 14| riconosciuto Federico.~ ~Egli era smontato; e parlava con 264 14| diffondesse e si dileguasse. Era vicina quell'ora medesima 265 15| si approssimava. Giuliana era pronta. Ella aveva resistito 266 15| altri volti; e in ciascuno era un'espressione di riposo, 267 15| apersi; entrai. Giuliana era là, davanti a me, in piedi, 268 15| mi sfugge. Il mondo reale era completamente svanito. Non 269 15| sostegno fragile, a cui era affidata tutta la persona, 270 15| perduto, senza riparo.~ ~Era sommessa la sua voce, debolissima, 271 15| mia unica preoccupazione era di nasconderti la verità, 272 15| sventura, quando in te s'era stancato l'amore. Tu lo 273 15| fuori della morte, non c'era altro scampo per me; sapevo 274 15| tratto il torbido fondo che s'era quietato; e una specie di 275 15| quella creatura sommessa, era la peggiore delle viltà.~ ~- 276 15| da tua madre...~ ~Ancóra era sommessa la sua voce, debolissima, 277 15| ero indegna, quel dolore era degno: Tu puoi perdonarmi.~ ~ 278 15| la mia passione.~ ~Ella era divenuta stranamente rauca. 279 15| non riconoscerla, tanto era trasfigurata. Una convulsione 280 15| distruggere quel che di te m'era rimasto nel sangue, indugiavo 281 15| quando il mondo reale m'era parso completamente vanito. 282 15| spasimo da cui tutto l'essere era convulso. E, senza poterla 283 16| tempo fuggiva. La mia anima era vuota e sola.~ ~Passata 284 16| penombra scorsi il letto. Era già preparato: un lembo 285 16| un lembo delle coperte era rialzato e discostato, una 286 16| una lunga camicia bianca era posata presso il guanciale. 287 16| distinti perché la luce era scarsa e mobile. Io consideravo 288 16| suoi occhi troppo neri. - Era stata sorpresa da colui 289 16| del sole». Quella mattina era andata a un ritrovo forse?~ ~ 290 16| Villalilla, quel che di lei m'era rimasto nel sangue, alimentavano 291 16| Altro, dall'istante in cui era comparso, era rimasto di 292 16| istante in cui era comparso, era rimasto di continuo innanzi 293 16| di continuo innanzi a me. Era Filippo Arborio? Avevo proprio 294 16| quell'uomo?~ ~La mia voce era tremante e roca, e faceva 295 16| notte innanzi nell'alcova era passata sul mio spirito 296 16| frontespizio una dedica... Era un romanzo: Il Segreto... 297 17| altra, che dopo l'atto m'era piombata sopra. «Ah, veramente 298 17| suggestione del delitto non era entrata in me proprio allora? 299 17| me proprio allora? Non s'era affacciata alla mia conscienza, 300 17| avevano provocato? Tutto m'era avverso, tutti i casi congiuravano 301 17| Impedire che il figlio nascesse era il mio segreto proposito. 302 17| il concepimento infame? Era stata ella trattenuta da 303 17| madre, di mio fratello; era careggiato, adorato a preferenza 304 17| La figura del fanciullo era infinitamente variabile; 305 17| piccolo fantasma perverso era una emanazione diretta del 306 17| io avevo contro di lui; era un nemico, un avversario 307 17| impegnare la lotta. Egli era la mia vittima ed io ero 308 17| tanto si ripeteva. La scena era questa: - Io entrava senza 309 18| della mattina in cui ella s'era levata per la prima volta 310 18| e a mezzo della stanza m'era caduta fra le braccia ridendo 311 18| me?». Nessun rimprovero era uscito dalla sua bocca; 312 18| delle mie infamie, ella era stata umile d'innanzi al 313 18| non potevo reprimere.~ ~Era l'indizio d'un accesso. 314 18| Un'intenzione micidiale era in fondo a quegli impeti, 315 18| a cui esponevo Giuliana. Era evidente che, se un caso 316 18| considerai che l'una vita era schiava dell'altra e che 317 19| 19-~ ~ ~ ~Era incredibile la sua forza 318 19| ogni discorso allusivo. Ed era fortuna.~ ~Ma giunse finalmente 319 19| vero dolore. La mia anima era già sfinita; e, pur avendo 320 19| obliquo in fondo al quale era l'abisso inevitabile.~ ~ 321 20| nipote, il piccolo Raimondo. Era sicura, questa volta.~ ~ 322 20| continuassimo a sognare.~ ~Era l'ora che segue lo scomparire 323 20| Chi sa! Prega Iddio.~ ~Era un augurio di morte al nascituro; 324 20| augurio di morte al nascituro; era un vóto. E, inducendo Giuliana 325 20| pensava ella? La sua fronte era pur sempre tenue e pallida 326 21| quella d'una idropica. Ella n'era umiliata, innanzi a me, 327 21| occhi dopo un sonno agitato, era come se qualcuno mi presentasse 328 21| sorriso tanto dolce. Ma egli era taciturno, un poco timido 329 21| interrompeva il lavoro a cui era intento. Le sue mani ossute, 330 22| non mi consolava; perché era eccessivo, ineguale, disordinato, 331 22| ognuna delle sue parole era per me una fitta e rendeva 332 23| lei grata un tempo, che era pronta per me. Ella vi bagnò 333 23| abbandoni?~ ~Nella sua voce era uno scoramento così profondo 334 23| nell'altra stanza, ove non era altro lume che quello del 335 23| cupa nel chiarore.~ ~Ah dov'era la creatura esile e pieghevole 336 23| fra le mie braccia? Dov'era l'amante che avevo rinvenuta 337 23| disperazioni.~ ~Giuliana s'era seduta e aveva poggiata 338 23| faccia illuminata in pieno era più bianca di qualunque 339 23| lontano. Nessuna notte m'era parsa mai tanto piena di 340 24| alla sala d'armi. La sala era vuota, immersa nell'ombra 341 24| altro.~ ~Soggiunse:~ ~- Era molto fiacco, infatti. Qui 342 24| consonanti contro le quali s'era incagliata la lingua del 343 24| per un riscontro. La luce era mite. Un commesso dormiva 344 24| divertiva, così bianchiccio com'era, con quella bocca di rosicante, 345 24| una quiete di biblioteca era assai gradevole sentir dichiarare 346 24| scaffale elevato. Gracile com'era, pareva uno di quei gatti 347 24| urtò col capo un nastro ch'era teso da un angolo all'altro 348 24| mostrò il frontespizio. Era un trattato di patologia 349 24| pagine. Poiché il volume era intonso, discostò con le 350 24| lasciarlo là stupefatto. Era una eccitazione singolarissima, 351 24| incoerente. Il trattato era rimasto aperto sul banco; 352 24| Mi assicurai che tutto era reale, indubitabile. Si 353 24| Ogni eccitazione d'odio era estinta. Una tristezza cupa 354 24| riparava alla mia ruina. Nulla era mutato in me, nella mia 355 24| ripresentò. - In che modo s'era svolta quell'avventura dal 356 24| sentita nella voce di Giuliana era la verità pura, allora dunque 357 24| allora dunque veramente ella era stata sorpresa da colui 358 25| biondissima; che pure m'era caduta interamente dal cuore 359 25| proverei nel rivederla?» Era una curiosità fiacca. M' 360 25| e profondo e invincibile era di tornare laggiù, alla 361 25| la grande ombra. Il padre era mortalmente colpito. Quale 362 26| Badiola. La mia assenza era stata brevissima. Il mio 363 26| attitudine, nella voce ella era timida, umile, teneramente. 364 26| resto della sua persona. Era per me visibile di continuo 365 26| gravezza da cui il suo corpo era afflitto. Quell'espressione 366 26| espressione non l'abbandonava mai; era visibile anche a traverso 367 26| valevano a cancellarla; era inerente e fissa; e m'impietosiva, 368 27| triste voglia di ridere che m'era venuta una volta sentendo 369 27| padre! - E la somiglianza era straordinaria, per quella 370 27| producesse. Qualunque catastrofe era preferibile a quell'orribile 371 27| Eravamo in settembre. L'estate era per morire. Era prossimo 372 27| L'estate era per morire. Era prossimo l'equinozio d'autunno, 373 28| riluceva un ago. Il sonno era venuto a inchinarle il capo, 374 28| forse. La gugliata bianca era rimasta a mezzo, ma ella 375 28| grande dolore. E la fronte era madida: una stilla rigava 376 28| qualche minuto. Quel luogo era veramente il santuario della 377 28| della morte. Eppure nulla era lugubre là dentro. Una sovrana 378 29| vacui, esanimi. Qualcuno era infranto, e su gli avanzi 379 29| piuma esile. L'ultimo stormo era adunato sul tetto lungo 380 29| su i nidi deserti. Nulla era più triste di quelle esili 381 29| la mia bocca. - L'andito era muto, le scale erano mute; 382 29| profonde. Ma ora il silenzio era simile a quello delle tombe. 383 29| mazzo di spigo e un guanto. Era un guanto di Giuliana; era 384 29| Era un guanto di Giuliana; era macchiato di nero su la 385 29| su i nidi deserti. Nulla era più triste di quelle esili 386 30| La prima metà di ottobre era trascorsa. Il dottor Vebesti 387 30| trascorsa. Il dottor Vebesti era stato avvertito. Da un giorno 388 30| sofferto tanto, mai, mai.~ ~Era verso sera. Mia madre, Miss 389 30| occhi dilatati ove il bianco era straordinariamente bianco 390 30| metteva un mugolio continuo. Era quel suono che rende irriconoscibile 391 30| con un impulso micidiale. Era intempestivo l'impulso; 392 30| qualche cosa dentro di sé; era assorta. Io ebbi appena 393 30| bagliore straordinario. Era in quello sguardo tutta 394 31| sùbito Giuliana.~ ~Ella era adagiata su i guanciali, 395 31| domandai a mia madre, ch'era là con un'aria abbattuta.~ ~ 396 31| contigua un fascio d'ovatta. C'era nell'aria l'odore dell'ammoniaca 397 31| demente.~ ~- Tullio!~ ~Era la voce di Giuliana, debole 398 32| letto, dentro l'alcova. Era giorno chiaro.~ ~Io stavo 399 32| letto. Poiché l'evento s'era compiuto, poiché ella s' 400 32| compiuto, poiché ella s'era alfine liberata dell'orribile 401 32| poiché alfine l'altra vita s'era distaccata dalla sua vita 402 32| Ora tutta la mia anima era sospesa a quelle povere 403 32| Io m'esaltavo. L'alcova era silenziosa, l'ombra era 404 32| era silenziosa, l'ombra era misteriosa, il volto di 405 32| invisibile. Tutta la mia anima era sospesa a quelle pallide 406 32| come colpiti da cecità. Era sopravvenuta forse l'amaurosi 407 32| forse l'amaurosi anemica? Era ella diventata cieca a un 408 32| Per ordine del dottore era stata scelta una stanza 409 32| sonno di Raimondo.~ ~Egli era stretto nelle fasce ed aveva 410 32| per carità!~ ~La culla era troppo alta.~ ~- Tirami 411 32| sorrisi.~ ~- E io? E io?~ ~Era Natalia, che s'attaccava 412 32| Mi passerà.~ ~La mia voce era aspra e risoluta. Io ero 413 32| avrebbe giovato: ma il nodo era durissimo.~ ~- Mi fai molta 414 33| morte. La sua debolezza era tale che qualunque più lieve 415 33| qualunque più lieve sforzo era seguito da un deliquio. 416 33| vincere le nausee da cui ella era assalita, a toglierle di 417 33| vincere la nausea. E nulla era per me più dolce del sorriso 418 33| contemplavo la dormente. Ella era pur sempre pallida come 419 33| rispondeva ella.~ ~Nei suoi occhi era un'espressione di tenerezza 420 33| quale aveva conferito e s'era trovato d'accordo, avrebbe 421 33| la cura, che, del resto, era semplicissima. Più che nei 422 34| il riposo. Il mio corpo s'era oramai abituato alla dura 423 34| quasi più. Tutta la mia vita era tra le pareti di quella 424 34| rimanemmo soli. E poiché ella era tenuta dal male ed io ero 425 34| là dalle cortine, tanta era l'intensione di tutto il 426 34| odio non aveva ritegno; era istintivo, cieco, indomabile, 427 34| Tutto il mio orgasmo ostile era caduto; e io non d'altro 428 34| distruzione del figliuolo. Non v'era altro scampo. E mi tornò 429 34| la folle speranza che mi era balenata in quella sera 430 34| paonazzo del bimbo tramortito? Era stato, anche quello, un 431 35| alla tenerezza materna. Non era più possibile né a me né 432 35| supplizio nuovo; e mia madre era il gran carnefice. Una volta, 433 35| fianco di Giuliana. Non c'era nessuno presente. Eravamo 434 35| ventre gonfio l'ombelico era ancóra sporgente, deforme, 435 35| invase da un tremito che non era di tenerezza.~ ~- Guarda!~ ~ 436 35| cara testa grigia, che s'era già reclinata col medesimo 437 36| Mettili nell'acqua.~ ~Era di mattina; era di novembre; 438 36| acqua.~ ~Era di mattina; era di novembre; era di poco 439 36| mattina; era di novembre; era di poco trascorso l'anniversario 440 36| me le voci familiari.~ ~Era sul finire di novembre, 441 36| sul finire di novembre, era già passata anche l'estate 442 36| foglie labili. Il resto era silenzio e pace.~ ~Io pensavo: « 443 36| saprò mai il vero!». Non era più la torbida gelosia dei 444 36| della bocca...~ ~- Tullio!~ ~Era la voce di mia madre. Mi 445 37| visitare Giovanni di Scòrdio. Era l'ultimo pomeriggio di novembre. 446 37| la spargeva. Il suo gesto era largo, gagliardo e sapiente, 447 37| della luce. Il suo gesto era largo, gagliardo e sapiente; 448 37| sapiente; tutta la sua persona era semplice, sacra e grandiosa.~ ~ 449 37| di felice memoria. Quello era un uomo! E voi gli somigliate.~ ~ 450 38| doloroso mi attirò. Giuliana era ancora assopita. Uscii dall' 451 38| soffocava.~ ~L'usciuolo era aperto. Scorsi un uomo inginocchiato 452 38| rituali.~ ~La cerimonia era già incominciata. Seppi 453 38| aveva già ricevuto il sale. Era ministro il parroco di Tussi, 454 38| credo, credo.~ ~La cappella era singolarmente sonora. Da 455 38| nell'alba lugubre d'ottobre. Era per i miei nervi un urto 456 38| Nessuna cosa d'intorno era candida come la sua canizie, 457 39| battiti. Si chiamava Anna; era una femmina di Montegorgo 458 39| senza pensiero. La bocca era larga, socchiusa, taciturna, 459 39| entrava. La stanza per lo più era nell'ombra. Io vedevo biancheggiare 460 39| della madre, mentre egli era ancóra nel ventre, non gli 461 40| pel mio figlioccio.~ ~Era timidissimo. Pareva che 462 40| della nutrice.~ ~Mia madre era là. Sorrise con benignità 463 40| E nessuna cosa d'intorno era candida come la sua canizie.~ ~- 464 40| sul mento dove la barba era mal rasa.~ ~Disse sottovoce 465 41| parve mutato. Il suo sonno era tranquillo. Dissi:~ ~- Dunque 466 41| faccia deve trasparire». Era un timore vano, ma non riuscivo 467 41| Ella m'aspettava. Tutto era pronto per la sua cena a 468 41| la sua attenzione. Ella era già affaticata, forse; le 469 42| strana mi teneva. Talvolta era come un godimento, come 470 42| gioia confusa. Talvolta era come un'impazienza acutissima, 471 42| insofferibile. Talvolta era come un bisogno di vedere 472 42| di espandermi. Talvolta era come un bisogno di solitudine, 473 42| natura. Certo, mi ricordavo. Era il ricordo d'un lettura 474 42| quel sentimento del ricordo era illusorio, non era se non 475 42| ricordo era illusorio, non era se non l'effetto d'una associazione 476 42| altro nel tuo caso». Ma chi era quell'altro? In qualche 477 42| serie di azioni per cui era passato un uomo nel ridurre 478 42| uomo, il predecessore, m'era ignoto; e io non potevo 479 42| allontanai.~ ~Ella non s'era mossa forse di là? Il bambino 480 42| soffocazione.~ ~La camera infatti era caldissima. In un angolo, 481 43| mia sensibilità interiore era compressa, soffocata. Il 482 43| stanza della nutrice. Anna era sempre al suo posto, come 483 43| nell'ora dei suoi pasti. Ma era sostituita per lo più da 484 43| la persona subentrante. Era probabile che tanto in quella 485 43| falla guarire!~ ~Natalia s'era fermata a guardare Raimondo; 486 43| soffriva e che la nostalgia era il suo male.~ ~ ~ ~ 487 44| serravano lo stomaco vacuo.~ ~Era un crepuscolo glaciale, 488 44| Te ne ricordi tu?~ ~Ella era tenera e commossa; e richiamava 489 44| incontrai nessuno. La casa era silenziosa. Pensai: «Tutti 490 44| anche i domestici. Non c'era nulla da temere». Aspettai 491 44| sùbito indovinai ch'ella era allora allora balzata in 492 44| m'assicurai che l'andito era deserto. Corsi allora alla 493 44| andito, origliai. L'andito era deserto; passava l'onda 494 44| inquietudine. «Ma no, giù non c'era nessuno. Ho guardato due 495 44| cura, m'assicurai che nulla era fuor di posto. Ora però 496 45| Ella rispose:~ ~- No.~ ~Ma era più triste di prima. Era 497 45| era più triste di prima. Era pallida come la sua camicia. 498 45| sento.~ ~Il sangue mi s'era ghiacciato.~ ~- Vorresti 499 45| incuriosità inesplicabile. Nessuno era venuto a interrompermi il 500 45| dunque nulla di straordinario era accaduto. Gli avvenimenti 501 45| e quel che ero stato. C'era una discontinuità tra il 502 45| impossibile che non muoia. L'aria era gelata, mozzava il respiro». 503 46| bronchite mancavano. Il bambino era tranquillo, aveva qualche 504 46| caratteri della realtà.~ ~Era una giornata bianca, con 505 46| Senza dubbio, l'intruso era per lei un carnefice com' 506 46| per lei un carnefice com'era per me. Senza dubbio, ella 507 46| distaccare da sé quelle imagini? Era vano, era vano il rimpianto. « 508 46| quelle imagini? Era vano, era vano il rimpianto. «Troppo 509 46| sa!~ ~E ci guardammo; ed era manifesto che ambedue pensavamo 510 47| un poco più pallido; ma era ancóra molto tranquillo, 511 47| a tossire.~ ~- Senti?~ ~Era una piccola tosse fioca, 512 47| chiarore del crepuscolo era l'annunzio della prima neve. 513 47| agli occhi, si dileguò. Era la prima neve.~ ~E più tardi, 514 48| Sì.~ ~Ma la stanza era tiepida. Tornavo sempre 515 48| Lo stato del mio animo era una sospensione angosciosa 516 48| Ma io già sapevo quel che era, io sapevo perfino le parole 517 48| curvai anch'io su la culla. Era avvenuto un cambiamento 518 48| spaventevole. La piccola faccia era diventata d'un colore cinereo, 519 48| temperatura della pelle era infatti diminuita.~ ~- E 520 48| tempo da perdere.~ ~Non era una simulazione la mia. 521 48| scuotere il torpore in cui era immerso il bambino, cercò 522 48| Entrai, vidi che Cristina era nel vano della finestra; 523 48| mia madre. Nessuna gioia era in quell'allacciamento. 524 48| allacciamento. Il mio cuore era serrato; la mia anima era 525 48| era serrato; la mia anima era disperata ed era sola, così 526 48| mia anima era disperata ed era sola, così china su l'abisso 527 49| incadaverito. La piccola faccia era livida, quasi plumbea; il 528 49| quasi plumbea; il naso era affilato; le labbra avevano 529 49| incominciato il disfacimento, tanto era miserabile l'aspetto di 530 49| là, solo. Anche il medico era nella stanza; ma io ero 531 49| sentii di nuovo toccare. Ed era Federico; e mi abbracciò. 532 50| notte il silenzio della casa era sepolcrale. Un lume ardeva 533 50| da un istinto. Un uscio era aperto: un chiarore trapelava 534 50| mi avanzai.~ ~La culla era nel mezzo della camera, 535 50| ero solo.~ ~Il morticino era vestito di bianco: della 536 50| sotto il suggello misterioso era immobile. Il silenzio medesimo 537 50| Il silenzio medesimo che era in quella piccola bocca 538 50| in quella piccola bocca era dentro di me, era intorno 539 50| bocca era dentro di me, era intorno a me. E io guardavo, 540 50| l'agonia del bambino.~ ~«Era là agonizzante, nella culla. 541 50| alla luce lo spettacolo era più atroce: a quella fredda 542 50| la bocca. La lingua, che era aderente al palato, si abbassava 543 50| tremito all'aria; e nulla era più straziante.~ ~Federico 544 50| nel cranio la fontanella s'era abbassata, era divenuta 545 50| fontanella s'era abbassata, era divenuta cava.~ ~- Guardate, 546 50| Su i vetri della finestra era come un chiarore d'alba; 547 50| come un chiarore d'alba; ed era l'alba che saliva dalla 548 50| diventati paonazzi. Nulla era più miserevole di quello 549 50| indescrivibile, che non era un vagito né un grido né 550 51| il rito.~ ~Il cadaverino era già chiuso in una cassetta 551 51| Allora ci sollevammo. Tutto era già pronto per la sepoltura. 552 51| La camera sepolcrale era ampia, tutta di pietra grigia. 553 51| lapide. Su quella lapide era inciso il nome di Costanza; 554 51| lampade la canizie del vecchio era luminosa, così china sul