IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Nessuna novità, alla Badiola. La mia assenza era stata brevissima. Il mio ritorno fu festeggiato. Il primo sguardo di Giuliana mi espresse un'infinita gratitudine.
- Hai fatto bene a tornar sùbito - mi disse mia madre sorridendo. - Giuliana non aveva requie. Ora non ti moverai più, speriamo.
Soggiunse, accennando al ventre dell'incinta:
- Non vedi un progresso? Oh, a proposito, ti sei ricordato dei merletti? No? Smemorato!
Sùbito, fin dai primi momenti, ricominciava il supplizio. Appena io e Giuliana rimanemmo soli, ella mi disse:
- Non speravo che tu tornassi tanto presto. Come ti sono grata!
Nell'attitudine, nella voce ella era timida, umile, teneramente. Mi apparve anche più vivo il contrasto fra il suo volto e il resto della sua persona. Era per me visibile di continuo sul suo volto una particolare espressione penosa che rivelava in lei la continua insofferenza della deturpante e disonorante gravezza da cui il suo corpo era afflitto. Quell'espressione non l'abbandonava mai; era visibile anche a traverso le altre espressioni transitorie che, per quanto forti, non valevano a cancellarla; era inerente e fissa; e m'impietosiva, e mi scioglieva i rancori, e mi velava la brutalità troppo talora manifesta nei momenti d'ironica perspicacia.
- Che hai fatto in questi giorni? - io le chiesi.
- T'ho aspettato. E tu?
- Nulla. Ho desiderato di tornare.
- Per me? - ella mi domandò, timida e umile.
- Per te.
Ella socchiuse le palpebre, e un barlume di sorriso le tremolò sul volto. Sentii che io non ero mai stato amato come in quell'ora.
Disse, dopo una pausa, guardandomi con gli occhi umidi:
- Grazie.
L'accento, il sentimento espresso mi ricordarono un altro grazie: quello da lei proferito in un mattino lontanissimo della convalescenza, nel mattino del mio primo delitto.