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Alfabetica [« »] equilibrati 1 equilibravano 1 equilibrio 4 era 886 erale 1 eran 19 erano 128 | Frequenza [« »] 985 in 897 si 896 per 886 era 871 con 817 del 800 d' | Gabriele D'Annunzio Forse che sì forse che no Concordanze era |
Parte
1 1| lui nel fanale mediano, ch'era come un teschio orecchiuto, 2 1| e si confusero. La donna era separata sul suo sedile, 3 1| squassa ndola. E trasposta era in lui l'illusione medesima, 4 1| ginocchia agevoli in cui era il segreto del passo talare; 5 1| il palpito; ché il carro era là, carico di tronchi immani 6 1| faccia incolume e invitta.~ ~Era un riso involontario, un 7 1| la corsa. Ora la strada era solitaria; e tutta la pianura 8 1| la pianura in quel punto era una solitudine lontana come 9 1| verso l'infinito. E il regno era del cielo inoccupato; ché 10 1| di antica favola, perché era divenuta una incerta carcassa 11 1| ch'ella più non fosse qual era. E rievocò il duro carro 12 1| compagno, con un accento ch'era simile a un sapore e a un 13 1| mille. Per lui il desiderio era quell'elezione irrevocabile, 14 1| Ma il desiderio di lei era senza cerchio senza limite 15 1| cosa che sola in quel punto era consentanea a sé e al tutto 16 1| qualcosa di cavo nel petto, ch'era come l'impronta di quella 17 1| cielo! Non lo vedete?~ ~Era pallido il cielo, quasi 18 1| diceva che il suo destino era sospeso nella luce del più 19 1| Taciturna e quasi deserta era la città distesa nella sua 20 1| Ecco la piazza!~ ~La piazza era solitaria e lunga, fra palagi 21 1| quasi deliro. La reggia era chiusa. E parve alla creatura 22 1| tumulto che del luogo ov'ella era sembravano fare il punto 23 1| soglia. Barbuto e canuto, era la figura volgare del Tempo 24 1| leggera? Anche il corpo di lei era ingannevole, quasi duplice, 25 1| assottigliarle la cintura; era magra snella veloce come 26 1| palpebre basse. L'amico era poco discosto, occupato 27 1| sua persona, da quel ch'era la sua vita e da quel ch' 28 1| la sua vita e da quel ch'era apposto alla sua vita - 29 1| parola, vinti da un amore ch'era più grande del loro amore, 30 1| vaghe onde di musica.~ ~Era un giardino pensile, chiuso 31 1| Un altro giardino?~ ~Era un triste cortile abbandonato. 32 1| tremate così?~ ~- Noi!~ ~Era un alto cristallo che, in 33 1| con la ruina, e la ruina era più bella della bellezza. 34 1| della perfezione da ciò ch'era imperfetto, la gioia della 35 1| della pienezza da ciò ch'era menomato. E il giorno era 36 1| era menomato. E il giorno era protratto dal prodigio ma 37 1| prodigio ma nessun indugio era concesso; e su ogni soglia 38 1| temendo il divieto ma lontana era tuttavia la soglia della 39 1| chinandosi a un davanzale.~ ~Era la squallida memoria d'un 40 1| della sua vita. Perduta era entro di sé, fuori di sé.~ ~- 41 1| dentro di sé e fuori di sé era perduto. Camminavano sul 42 1| due erano le bocche ma una era l'ambascia, e le loro due 43 1| faccia; e la sua stessa anima era diffusa sul suo capo ricca 44 1| una sola piccola goccia era tutto il fiume carnale che 45 1| le innumerevoli soglie ov'era passata la loro angoscia, 46 1| fantasma dalla presenza certa. Era ancora l'imagine nello specchio? 47 1| l'imagine nello specchio? era ancora lo sguardo della 48 1| suoi divenuti estranei? era il pallore stesso della 49 1| poter essere tanto livida!~ ~Era Vana, Vana nel colore della 50 1| non possa più serrarli. Era la sua piccola sorella.~ ~ 51 1| sorella.~ ~E la voce di Vana era quella che parlava, se bene 52 1| domato il turbamento. - C'era parso di udire la tua cornetta, 53 1| tenerezza accigliata ch'era una crudeltà inconsapevole, 54 1| Vana porgendole il suo.~ ~Era rimasta col capo levato 55 1| nella faccia e nella mano era tanta forza d'espressione 56 1| adolescente con una voce ch'era già velata dalla malinconia, 57 1| sapevano; e in ciascuno era una strana esitanza a uscire 58 1| amante, uno sguardo che non era un baleno ma qualcosa che 59 1| incantesimo.~ ~Anche il giardino era intorpidito, quasi imbiutato 60 1| come la cera come la gomma. Era un abbandono e una tristezza 61 1| sorriso - il mio giardino era pieno di pecchie e di camaleonti.~ ~ 62 1| ape.~ ~L'artefice studiosa era passata nella saletta contigua; 63 1| Cecilia? Il bombo dell'ape era come la vibrazione della 64 1| allungata; ma il silenzio era come il silenzio che vive 65 1| delicata della filigrana era l'opera del soffitto, intorno 66 1| sopra uno stendardetto era intarsiato il nome soave.~ ~- 67 1| inebriandosi. - La cassa era costruita come la carena 68 1| guscio di noce. E la rosa era traforata così sottilmente 69 1| abitata dall'antica anima era congiunta alla lontananza 70 1| bianche le acque. E tutto era bianchezza e lentezza: ancora 71 1| Autore della Musica!~ ~- Era un libro di cantate a voce 72 1| del Mazzaferrata. E ce n'era una per oggi, una per quest' 73 1| Ove con pie' d'argento». Era rilegato in pergamena impressa, 74 1| rovescio della legatura era scritto a mano: «Doppio 75 1| mi consuma». E la carta era fragile, molle, consunta 76 1| e la gusti. La sua bocca era lievemente convulsa da un 77 1| lo stormo a saetta, egli era percorso da una sorta d' 78 1| dormire.~ ~Di nuovo egli s'era appressato alla sorella 79 1| dall'inquietudine di Paolo. Era tanto bello, che avanzava 80 1| su l'arco dei sopraccigli era simile a quella dei giovini 81 1| ricordargli che il ventisette era la data prossima della gara 82 1| rigata, che vedi là; ed era la più cara a Isabella.~ ~- 83 1| Una piccola porta di marmo era dinanzi a lei, una porta 84 1| tenere il flauto di Pan, era la Musica ed era Isabella. 85 1| di Pan, era la Musica ed era Isabella. Ma chi era, nel 86 1| ed era Isabella. Ma chi era, nel basso rilievo sottoposto, 87 1| soltanto.~ ~L'occhio di Vana era cattivo. La sorella empieva 88 1| Aragona? Ma quella Beatrice era veramente la spina del tuo 89 1| la spina del tuo cuore. S'era fatti ottantaquattro vestiti 90 1| Grotta in Corte vecchia. Era ebro di passato ma provava 91 1| La tua «compositione» era d'un'eccellenza insuperabile. 92 1| E il tuo Federico, quand'era in Francia, non ti chiedeva 93 1| ostilità dei due spettatori ed era di nuovo pronta a far soffrire. - 94 1| un soffio di malinconia s'era diffuso, e lo spirito delle 95 1| immune dall'ombra; e la luce era sonora fino al culmine del 96 1| da un'arte sublime. Ella era una creatura tutta palpitante 97 1| aspettava un dono che non gli era dato, e non sapeva quale; 98 1| la voce della sua anima era un alto lamento, se bene 99 1| presso l'omero della sorella, era fiso nel cielo di Vergilio. 100 1| cielo di Vergilio. Tutto era puro come nella più divina 101 1| subitaneo lo invase, ché non era quegli il suo compagno né 102 1| frenetico delle rondini s'era allontanato perdendosi ai 103 1| staccasse dal cuore; ché non era se non suono interno di 104 1| tetto squarciato. Nell'ombra era un aliare molle di nottole. 105 1| infermi; ché forse egli era passato, ché forse egli 106 1| perfetta»; e quella culla era ardua come il nido stesso 107 1| meridiano del Mediterraneo, s'era rialzata e aggrandita la 108 1| aperta verso l'oceano, s'era alfine compiuto il prodigio. 109 1| voraci abissi. La morte era una Circe conversa, donna 110 1| dovettero alzarsi.~ ~Il concorso era come a una dieta di guerra. 111 1| pietra invasi dall'erba, era venuta non con la sua quadriga 112 1| Ghedi. La vastità dell'aria era deserta e muta, non interrotta 113 1| tiro nella rada di Gaeta. S'era cementata nell'inferno dei 114 1| e oltre: la risolutezza era divenuta in entrambi un 115 1| pensiero; la resistenza era divenuta come l'osso del 116 1| essendo incatenato in Luzon, era riuscito a farle scorrere 117 1| roteavano a grande altezza. Era un augure forsennato? Era 118 1| Era un augure forsennato? Era un ornitologo deliberato 119 1| l'ombra dell'airone. E le era rimasto il bel nome italico: 120 1| gli eventi e gli uomini. Era già vivace in loro il sentimento 121 1| dominato ora dominante, l'uomo era prigione del mostro da lui 122 1| né io mi moverò». Altri era pallido e dolce come il 123 1| serpentina di «chez Callot».~ ~Era spaventosa; quasi sempre 124 1| con una bocca dipinta ch'era dipinta dal rosso del minio 125 1| dolcezza del frutto - ch'era mortifero, onde non resta - 126 1| ciascuno al suo compito: che era di superare il compagno, 127 1| protetto. Ma la loro amicizia era fatta di due stature eguali, 128 1| in cui a volta a volta era parso dalle grandi costellazioni 129 1| nell'occhio del compagno era una domanda assidua che 130 1| Egli l'aveva seguito, s'era indugiato per dare a quella 131 1| timoniere celeste.~ ~Egli era come in un intervallo della 132 1| abbassando la voce che tuttavia era tremula, quasi supplichevole, 133 1| assenza e di distanza ond'era occupata la profondità della 134 1| dalle pastoie d'argento era presso il banco di un mercante; 135 1| senza gioielli; allora n'era carica, per la festa sacra. 136 1| dallo spirito misterioso ond'era piena, da un indicibile 137 1| dalle pastoie d'argento, ch'era fine come le miniature? 138 1| della cortina, la sua figura era forse più dissimile a quella 139 1| lontana, sono lontana!» Ella era separata dai suoi carnefici; 140 1| aura fortunosa che forse era per trarla più lungi ancora. 141 1| E soltanto quel piacere era certo, ché tutto il resto 142 1| certo, ché tutto il resto era confuso. Ed ella sentiva 143 1| dello stesso colore.~ ~Egli era animato da un'ebrezza inconsueta, 144 1| abbandonavano. Tutta la sua anima era avvolta intorno a una nuova 145 1| a una nuova fatalità e n'era rischiarata ma la nascondeva, 146 1| lui quella creatura, ch'era la sorella della donna che 147 1| sotto le travi? La tettoia era in quel punto piena di turbine 148 1| pianura selvaggia. Un uomo era nel cielo, fragile e invitto, 149 1| la membratura volante gli era come un prolungamento e 150 1| passava a portata di voce, era preso nel vortice dell'elica 151 1| cacce nei bivacchi. Gli era giunto? La risposta s'era 152 1| era giunto? La risposta s'era perduta nel rombo?~ ~- Àrdea!~ ~ 153 1| novissima età. Il cielo era divenuto il suo terzo regno, 154 1| di violenza e d'infinito. Era uno di quei sublimi cieli 155 1| sparso azzurro intorno non era come quel poco. Altre simigliavano 156 1| soffocatore della vampa era sorto in piedi, nericcio, 157 1| dello sguardo. La lotta era incessante, il pericolo 158 1| incessante, il pericolo era onnipresente. Come l'Ortìa 159 1| cielo; e il pollice riverso era di continuo sopra lui. Un' 160 1| decimoquinto giro. Il Latino era per ritogliere il primato 161 1| palesi.~ ~- Tarsis!~ ~Egli era omai solo. Il cielo ridiveniva 162 1| antenne s'allungavano.~ ~Egli era solo: non vedeva più nulla, 163 1| settupla consonanza. - Dov'era il suo compagno? che gli 164 1| il suo compagno? che gli era accaduto? quale cagione 165 1| modulò la voce gutturale; ch'era il segno del contento nel 166 1| omero tubulare dell'uccello, era penetrata dall'aria stessa 167 1| eroico lasciato da colui ch'era scomparso anche una volta 168 1| nell'intentato. L'ansia era ancora aspettante: L'annunzio 169 1| annunzio della nuova prova era una promessa magnifica e 170 1| alto.»~ ~Il polo del cielo era sgombro, in forma di orbe, 171 1| Nike su la colonna romana era grandissima.~ ~«La porterò 172 1| da quel solo.~ ~La folla era protesa in ascolto, con 173 1| profondo, che la sua vista n'era illusa. L'uomo sembrava 174 1| Lo spasimo della folla era come la pulsazione incessante 175 1| unanimità sublime e selvaggia era come un elemento che si 176 1| impune. Omai l'ordegno non era se non una freccia sospesa 177 1| cielo impallidito. L'attimo era eterno. Nessuna parola poteva 178 1| aperti e fissi; la bocca era intatta e tranquilla, senza 179 1| sera su tutte le strade era come una sera di battaglia. 180 1| Ora su tutte le strade era l'inferno del fuoco e del 181 1| volti. La sera di giugno era umida ed elettrica. Lampeggiava, 182 1| per preservarle. Tutto era oltranza audacia constrizione, 183 1| della pazienza terribile ch'era in fondo alla sua furia 184 1| smarrito dell'uomo che non era più, il movimento delle 185 1| che li aveva guardati c'era un poco di morte; anche 186 1| anche quello sguardo, che s'era piaciuto di quel sorriso, 187 1| piaciuto di quel sorriso, era morto; quel freddo, ch'ella 188 1| in alto in alto...» Non era egli stato ucciso da quella 189 1| suo orgoglio selvaggio. S'era appena allentato il nodo, 190 1| delle sentine. L'acredine era irrespirabile.~ ~- Vana, 191 1| dei Consoli e dei Tiranni, era piena di fragore, di ardore, 192 1| tutto dalla vita. Tutto era dovuto alla sua giovinezza 193 1| mai conosciuto. Né mai gli era apparso tanto estraneo, 194 1| cuore di Vana balzò. Ella era distesa sul letto, supina, 195 1| sommessa e pure imperiosa, ch'era come un colpo coperto.~ ~ 196 1| nascosta quell'amicizia, s'era sempre studiato di non parlare 197 1| un maleficio? Quella gli era forse più cara del suo amore? 198 1| del suo amore? E l'amore era vinto dal lutto? forse offerto 199 1| perché mi ardi?» Ora quello era il viso stesso dell'amore, 200 1| svenga e non si spenga. Era il viso della passione e 201 1| pupille indimenticabili. Era il viso della voluttà e 202 1| possibilità d'essersi ingannato; s'era acquetato nella continua 203 1| parole; rompeva i ritegni; era pronta alla ventura. Gli 204 1| voci violente. La città era insonne.~ ~- È viva la madre 205 1| sorriso penoso.~ ~Egli, ch'era per uscire, si volse e senza 206 1| nel guanto rossastro. Ben era sveglia, ma l'incubo premeva 207 1| istinto profondo: ella più non era intesa al suo dolore ma 208 1| allegrezza felina. L'astuzia le era agevole come il respiro, 209 1| energia facile e pronta. Ella era simile a una giovine fiera 210 1| ingannevoli delle parole ch'ella era per dire, le particolarità 211 1| particolarità degli atti ch'ella era per compiere. Si guardava 212 1| verso il vaso delle rose, ch'era accanto al capezzale: «E 213 1| proposito; il quale omai le era divenuto come un comandamento 214 1| remoto. Il suo voto funebre era come il voto d'una fidanzata 215 1| che nelle mani inviolabili era divenuto come un pegno fedele. 216 1| dell'orribile schianto, era entrata anch'ella nel buio, 217 1| entrata anch'ella nel buio, era caduta giù senza conoscenza, 218 1| limitare della morte. Non era forse vero, questo? non 219 1| forse vero, questo? non era vero? Udendo Isabella nominare 220 1| dolcezza. Il suo compagno era già in alto, allo sforzo. 221 1| che per lui e per me non era simile ad alcun altro. Cominciavo 222 1| forse quella gentilezza non era ancor mai apparsa sul suo 223 1| alla madre, se non io?» E s'era ridistesa col suo segreto.~ ~ 224 1| Un'ora dalla mezza notte era già passata. Bisognava osare 225 1| picco inespugnabile. Egli era lucido e libero come non 226 1| verso la colonna, là dove era stata infissa un'asta a 227 1| custodivano la Vittoria. Era una notte umida ed elettrica. 228 1| baroccio su la strada maestra. Era come una notte nota che 229 1| prima di lui sentì che non era quella. Chi era? Forse una 230 1| che non era quella. Chi era? Forse una creatura ignota 231 1| voce da cui ogni calore s'era ritratto. - Che posso fare, 232 1| interminabile. Tutto quel che era dietro, nella notte, ora 233 1| trascinandosi per la via.~ ~Che cosa era per dirgli? Tante parole 234 1| entrata là, mentre mia sorella era con voi; sono entrata all' 235 1| della giovine Indiana ch'era presso il banco del mercante 236 1| Ed ecco, il fervore che s'era esalato si riaccendeva in 237 1| riaccendeva in lei; il sogno che s'era dileguato la rioccupava 238 1| Non so, non ho veduto; non era possibile.~ ~Un tremito 239 1| baroccio su la strada maestra. Era come una notte nota che 240 1| quella d'una catacomba. - Dov'era il grande angelo abbagliante 241 1| vedova dell'Ombra.~ ~La forza era venuta in lei; che non era 242 1| era venuta in lei; che non era quella di lei fuggita, non 243 1| quella di lei fuggita, non era la sua ma delle mani che 244 1| mortuario. La sua preghiera era per il suo dio; ma la sua 245 1| ravvicinandosi a Paolo ch'era assorto nelle cose inesplicabili.~ ~- 246 1| Poiché il marinaio s'era ritratto, le fiammelle dei 247 1| voce, là dove il silenzio era suggellato.~ ~- Non debbo 248 1| di lei, e la sua voce non era se non un'ambascia appena 249 1| scendesse a quella china. Ed era come il rivo che fluisce 250 1| materia e a possederla, egli s'era anche avventurato in quei 251 1| lungo coltello scintillante. Era uno di quei fanatici maomettani 252 1| quella della rosa. E tutto era comunione e legame, in un 253 1| supremo cerchio dell'anima era l'eco di quella dimanda: « 254 1| cammino?»~ ~L'atto ch'egli era per compiere al conspetto 255 1| al conspetto della folla era un atto di silenzio, un 256 1| sperava nella morte? Non v'era in lui né l'ansia del presentimento 257 1| eccitazione della prodezza; sì v'era una pacata potenza di dolore 258 1| aquilino.~ ~Ma l'apparenza era semplice e netta, come un 259 1| vertebrato d'una sola spina.~ ~Era un pomeriggio nemboso. La 260 1| bronzo su la svelta colonna era verde come la fronda del 261 1| delle sette voci. Il tono era eguale e possente. Rapita 262 1| mai, non mai l'Ombra gli era stata presente come in quell' 263 1| una gioventù impaziente era il cielo. Un riso indocile 264 1| nuvola immobile della terra era piena di delirio, era piena 265 1| terra era piena di delirio, era piena d'un clamore che non 266 1| tutta la gloria della stirpe era alzata su la colonna di 267 1| cuore gli tremò perché v'era nato il pensiero d'andare 268 1| brillò di sette zone.~ ~Era l'iride.~ ~E il superstite, 269 2| di forbici sottili. Ella era seduta sul murello tondo 270 2| grazia dell'infanzia felina v'era colta in contorni e scorci 271 2| lieve cenno del capo, ma era tutta intenta alla chioccia 272 2| ombra della capelliera ch'era sciolta e folta come quella 273 2| indomita. Tanto pervicace era il suo vigore a traverso 274 2| poggio; ma la sua corteccia era ferrigna come il più vecchio 275 2| quella magnanima vecchiezza, era passato su le maligne piagge 276 2| Qual virtù di divinazione era in quegli occhi limpidi, 277 2| giorno e la notte.~ ~ ~ ~Era tardi. Era sorta la luna 278 2| notte.~ ~ ~ ~Era tardi. Era sorta la luna logora dietro 279 2| quella dei reclusi. Non era anch'ella una trista prigioniera? 280 2| trista prigioniera? Non era una ignobile schiavitù anche 281 2| loro padre Curzio Lunati era passato in seconde nozze 282 2| entrare?~ ~- Entra, Aldo.~ ~Era il fratello. Entrò come 283 2| piccolo divano basso ch'era accanto a una tavola ingombra 284 2| grido pareva l'ultimo, e non era. Certe volte, ora, canti 285 2| in ascolto. La tua voce era sopra un abisso. Stavo pensando 286 2| coperchio fastigiato. Anch'ella era piena di cenere e di ori 287 2| impresse nella cartapecora, e v'era questo distico:~ ~ ~ ~Dal 288 2| quel libro appena aperto. S'era alzata; e china strisciava 289 2| trovato oggi stesso.~ ~- Si.~ ~Era un grande trifoglio della 290 2| L'ho veduta cantando.~ ~- Era bella.~ ~- Sì, era bella.~ ~- 291 2| Era bella.~ ~- Sì, era bella.~ ~- Due cose belle 292 2| che la cosa mostruosa non era uscita da lui; perché egli 293 2| conosciuto.~ ~ ~ ~Le parole ch'era per dire gli scottavano 294 2| trattenerle. Una specie di delirio era entrato in lui, una strana 295 2| commisti. Una materia umana era presa là, con i due pugni, 296 2| Una visione inevitabile era alzata in mezzo alla notte, 297 2| lo credesti tuo?~ ~Ella era curva, annodata in sé stessa.~ ~- 298 2| annodata in sé stessa.~ ~- Non era nato un sogno in te?~ ~Ella 299 2| Guardistallo il suol marino era una profondità eterea come 300 2| scintille.~ ~La sala non era nel palagio edificato da 301 2| di grandezza».~ ~Il luogo era fatto pel grido lirico e 302 2| di gaudio e di strazio.~ ~Era il sospiro d'un'arietta, 303 2| il sospiro d'un'arietta, era il gorgheggio d'una di quelle 304 2| ghirlanda con le mani trafitte. Era un arioso, era un lamento, 305 2| trafitte. Era un arioso, era un lamento, una monodia 306 2| nel suo proprio fulgore. Era una confessione improvvisa 307 2| ginocchia della Santa Madre era come il grido della passione 308 2| sublime. Ma tutta l'ombra era in basso, tutta l'ombra 309 2| tutta l'ombra sepolcrale era sopra una sola carne, era 310 2| era sopra una sola carne, era sopra la Madre oscurata, 311 2| femmine ignare e caduche, ella era già come un lembo della 312 2| una sola cosa importa».~ ~Era Vana allora, che pregava:~ ~- 313 2| Il giardino del museo era dinanzi a loro, coi suoi 314 2| Quando faceva il suo digiuno, era un poco più pallido dell' 315 2| avvelenava. Il suo amore era aizzato come la fiera nel 316 2| la forza dell'estate; ed era come un uomo infermo su 317 2| insorto in lui diceva: «L'ora era deliziosa, l'ora del tuo 318 2| sul corsetto sanguigno. Era di forme così vive che, 319 2| impregnava d'amore. L'aria v'era irrespirabile; anche perché 320 2| delle donne maure.~ ~E tanto era certa di far soffrire che 321 2| paragone la grazia di Amar era una grazia tra d'istrione 322 2| scorta di color variato egli era tutto vestito di lana bianca, 323 2| so dirlo. E il cavaliere era un giovinetto o una vergine 324 2| meditativo e di trasognato era in quel caldo pallore imperiale. 325 2| la coda strascicante. Chi era l'inviato del deserto? Come 326 2| mani dure.~ ~- Aini, Aini, era mio fratello, era Aldo che 327 2| Aini, era mio fratello, era Aldo che uno sceicco aveva 328 2| tutta. Ti adoro.~ ~ ~ ~Ella era cangiante come il fianco 329 2| bocca. Ma la sua alchìmia era ben più ardua e strenua, 330 2| Michelangelo. La contradizione non era se non apparente pel contemplatore 331 2| la virtù del suo rilievo era tanta che i prossimi ne 332 2| occhio dell'artista ella era il genio stesso del rilievo, 333 2| nessuna sostanza organata era potente come la sua. Le 334 2| si trasmutava su lei. Non era più la luce del giorno né 335 2| quella della lampada; ma era la fiamma fortunosa che 336 2| follia, sentiva ch'ella era promessa a un destino severo.~ ~ 337 2| mostrando il viso nudo ed egli s'era volto a guardarla con qualcosa 338 2| qualcosa di cavo nel petto ch'era come l'impronta di quella 339 2| chiara delle voluttà.~ ~Dov'era mai la muta promessa fatta 340 2| perverso, quando la tentatrice era per donarsi e si ratteneva, 341 2| donarsi e si ratteneva, era per concedersi e si negava. 342 2| ch'ella più non fosse qual era. E il carro era là, coi 343 2| fosse qual era. E il carro era là, coi lunghi tronchi protesi 344 2| gli esaltava l'animo. Egli era entrato nella più misteriosa 345 2| sentimento della convivenza s'era pervertito in acredine e 346 2| in crudeltà. Allora egli era col suo compagno verso l' 347 2| verso l'ignoto; ora egli era nell'ignoto contro la sua 348 2| larve e di quanti segreti era composta quella creatura 349 2| violacea dal crepuscolo. Era solo. E pareva che il ritrovarsi 350 2| qualcuno in lui, a un tempo, era in ascolto se mai udisse 351 2| avvicinarsi; qualcuno in lui era come il fanciullo occupato 352 2| dolcezza del mar cinerino. Era entrata Isabella, senza 353 2| finestra. E il cinguettio era così vivo che pareva fosse 354 2| chinandosi sul tappeto.~ ~La voce era bassa, tutta fra gola e 355 2| verso la gronda, ma non v'era nido. Il cielo le toccò 356 2| ribrezzo ma fioco perché era fasciato di silenzio che 357 2| cortina della finestra ed era caduta sul tappeto.~ ~- 358 2| fai questa paura?~ ~Egli s'era alzato, e le andava incontro. 359 2| fremito. La prateria salmastra era già immersa in una umidità 360 2| melodia. La bellezza del tutto era così dolce che trapassava 361 2| deserto a cui lo sguardo era fiso.~ ~- Parla. Che hai 362 2| Pause, dinanzi a cui Aldo s'era inginocchiato.~ ~- Se ti 363 2| faccio male.~ ~Egli non s'era mai accorto che tanto ella 364 2| inondati d'essenza. Egli era insensibile alla carezza; 365 2| simile all'impazienza ond'era presa talvolta quando una 366 2| Ora vedrai.~ ~Egli era serrato nell'ostilità nell' 367 2| si svolgeva per lampi. Ma era il racconto di cose già 368 2| visione di cose già vedute. Era come s'egli si ricordasse 369 2| infinito, sopra un'onda ch'era sempre la stessa e sempre 370 2| aggrottate il suo sguardo ardente era inesplicabile. Le narici 371 2| Egli non la guardava. Era crucciato contro sé stesso 372 2| E laggiù, su le acque, era un punto eroico ove il lido 373 2| di là dall'Arcipelago, era la grande isola selvaggia, 374 2| Ponente una quarta a libeccio!»Era la rotta fra la spiaggia 375 2| orribile schianto.~ ~E il mondo era pieno d'un'altra gloria, 376 2| dal flauto di Amar? Che era divenuto egli ondeggiando 377 2| parapetto verso la prateria ov'era alzata la tenda che ricoverava 378 2| chiamò:~ ~- Giovanni!~ ~Era l'artiere prediletto da 379 2| Nessuno rispose. La tenda era chiusa e muta. Anche i meccanici 380 2| con te, Aini!~ ~Ella gli s'era accostata ancor più, con 381 2| si disgregava s'involava: era un immenso fremito d'ali, 382 2| In un fosco nuvolo s'era converso il mucchio subitamente, 383 2| trasparenza, la larva di Ornìtio era china verso l'Elisio e verso 384 2| resina e del legno arso era così dolce e triste che 385 2| ciò esala tanto incenso.» Era il sole basso nel mare, 386 2| férmati!»~ ~Il fiume di Dante era trasfigurato, fulvido di 387 2| Ardente!~ ~Una chiara pace era nell'aria; ma il petto dell' 388 2| ossa, tanto il rapimento era forte. S'avvicinava all' 389 2| della poesia nel suo cuore era sì veemente ch'ella ebbe 390 2| veramente e affocata d'amore era la città ai piedi del suo 391 2| dall'oscurità del forteto: era una piscina per gli armenti. 392 2| Ma una tenerezza accorata era nel suo sorriso.~ ~- Che 393 2| Forbicicchia stramba!~ ~Il Salonico era un vagabondo a cui ella 394 2| la ninna nanna a Tiapa.~ ~Era quella di Modesto Mussorgski « 395 2| appena. Aveva sorriso e poi s'era fatta grave, tenendo su 396 2| un atto precipitato, ov'era forse un poco di spavento 397 2| sole occidente; e la luce era gialla come se percotesse 398 2| nell'ocra, e la sua ombra era quasi fulva. Il colore del 399 2| abisso; ma il cerchio secondo era cinerognolo e grommato d' 400 2| muffa verdastra, il terzo era livido e sbavato di colaticci. 401 2| rinfacciava il patto di morte. Ed era simile a colui che per tentare 402 2| dunque veramente morire? Non era più tempo d'indietreggiare? 403 2| fenditura del metallo:~ ~- Era forse per oggi? Ma la vertigine 404 2| ghirlanda di rose gialle, ch'era la sua ghirlanda funebre; 405 2| amore sublime, come quando era coricata sul letto nella 406 2| Tutta la campagna gibbosa era sonora come se ogni monticello 407 2| edera più nera di questa?~ ~Era una porticella di pietra, 408 2| paura cieca. Ogni pietra era alla sua imaginazione come 409 2| cigolio incessante dei passeri era triste come il rumore della 410 2| tanto docile.~ ~Anch'ella s'era adattata alla nuova industria 411 2| nelle vuote mura. La porta era socchiusa; la chiave era 412 2| era socchiusa; la chiave era nella serratura e le altre 413 2| le spalle. Il refettorio era deserto. Ella rivide su 414 2| scricchiolavano. Una sala era aperta; e v'apparivano le 415 2| Una larva smorticcia era apparita su la soglia, venuta 416 2| disse la mite Attinia ch'era indietro riguardosa.~ ~La 417 2| scoperse il capo. S'avanzò. Non era un uomo, era un sorriso, 418 2| avanzò. Non era un uomo, era un sorriso, era come un 419 2| un uomo, era un sorriso, era come un sorriso in una pietra. 420 2| aveva ascoltato? quale suono era per uscire dalle sue labbra 421 2| ritrassero. La finestra era dietro di loro; e gli stormi 422 2| e la sua faccia glabra era come la lampada fioca della 423 2| sfondato d'un palco, ed era il riverbero di chi sa quale 424 2| Su l'architrave di pietra era scritto in lettere corrose: 425 2| sacre.~ ~La vasta chiesa era smantellata, le mura erano 426 2| indelebile. Ogni imagine era vanita; soltanto il rosso 427 2| E il sorriso del demente era là, era il sorriso d'una 428 2| sorriso del demente era là, era il sorriso d'una pietra, 429 2| il sorriso d'una pietra, era il sorriso di tutte quelle 430 2| sorella. Nell'ombra umida era un cicaleccio di femmine 431 2| del Montefeltro. Riarsa era la campagna come dopo il 432 2| vortice.~ ~Dunque non c'era scampo. Si preparava il 433 2| nella sua e nell'altrui vita era per trasmutarsi. Tutto crollava..~ ~- 434 2| Inghirami.~ ~- Bisogna.~ ~Era per essi il ritorno alla 435 2| avvenire incerto. Ognun d'essi era due volte colpito, due volte 436 2| tanta paura? - disse.~ ~Egli era per rispondere: «Sì, ho 437 2| Eccomi. Sono pronto.~ ~Egli era più pallido della morte. 438 2| pallido della morte. Ella era presso la muraglia, in piedi, 439 2| ma qualcosa di spietato era nel suo profilo che si rilevava 440 2| valle d'abisso. Lo sterpeto era deserto. La mole ferrigna 441 2| astuzia lugubre. La voragine era là, a due passi: con un 442 2| lanciarsi nel vuoto. Egli era nella tenaglia dell'angoscia 443 2| altra di laggiù, la voragine era spaventevole. Dalla profonda 444 2| sospiro di Cristo. Quivi era la fauce inestinta che aveva 445 2| le ripe e per le lacche. Era la riviera del bollor vermiglio 446 2| luceva tra le grotte allamate era la lorda pozza ove Dante 447 2| inconciliabile. Egli viveva, era incolume con tutti i suoi 448 2| lunga convulsione. Il dèmone era uscito da lei, l'aveva lasciata 449 2| rapita dal vento la ghirlanda era scomparsa nel baratro.~ ~ ~ ~ 450 2| pomeriggio. E l'ora seguente le era parsa sempre più bella; 451 2| più bella; ma quell'ora era più bella d'ogni altra e 452 2| Monti Pisani il plenilunio era già chiaro; ed ella rievocava 453 2| cipresso?~ ~- No.~ ~Ella era avvolta in una di quelle 454 2| rosea; poi s'affiosciava ed era per cadere ai piedi, quando 455 2| indistinte imagini bestiali, era simile alla larva labile 456 2| fugace lo spirito di ciò che era immobile e duraturo. Tutte 457 2| vita vespertina, quale s'era rivelata alla sua anima 458 2| sentiva compiersi quel ch'era appena apparito; cangiava 459 2| desiderio; ché quel gemito era il noto richiamo, triste 460 2| paesi ch'egli aveva percorsi era profondo come quel corpo 461 2| quanto più acre ebrezza era il penetrare perdutamente 462 2| chinò a guardare da presso. Era una vecchia scatola armonica, 463 2| che la sonatina incominci. Era l'aura dei miei sogni puerili. 464 2| ricordo che sul coperchio c'era ancora un frammento del 465 2| ricoprì col quadro di seta ch'era un conopeo di ciborio.~ ~- 466 2| voce piccola e infinita. Era un gran silenzio, con qualche 467 2| piccolo moto nervoso che gli era involontario: una rapida 468 2| dalla radice del naso, ov'era incisa la grande ruga verticàle, 469 2| sorrise.~ ~- Ti burli di me?~ ~Era tutto perduto in lei. La 470 2| ho anche una gazella.~ ~Era scivolata quasi su le ginocchia 471 2| aderire e di avviluppare ch'era istintiva nelle sue membra 472 2| chiami così? Una gazella s'era impigliata nelle reti. Madschnun 473 2| ella faceva un incanto che era una follia artificiata. 474 2| intimo spettacolo. E la mensa era sparsa di frutti, dì confetture, 475 2| velò tutta di fumo. Egli era in un malessere che non 476 2| fosforeggiavano come quando l'anima era per divenirle «il veleno 477 2| armatura di silenzio, ed era anche abile ed acre nell' 478 2| porta mentre mi baciavi? Era come una morta.~ ~Entrambi 479 2| più serrarli.~ ~- Forse era già là da qualche tempo, 480 2| orecchi mi rombavano. Ma certo era là, e vide. Io non ci vedevo; 481 2| così nudati, ove il respiro era come un'esalazione morbosa 482 2| premetti e poi guardai: c'era la macchiolina rossa. Poi 483 2| riesco a rammentarmene. Era un piccolo fazzoletto color 484 2| L'imagine della sorella era così viva in lei, ch'ella 485 2| gli somigliava più. Egli era separato da lui per un'infinita 486 2| prima stanza del Paradiso io era presso il davanzale, e mio 487 2| attesa del martirio, ch'era quasi luce.~ ~- Mi ricordo - 488 2| quei luoghi onde la vita era esclusa, entrambi sentivano 489 2| a una forza estranea ch'era per trascinarlo verso eventi 490 2| fondo alla sua riluttanza era l'ansietà d'esperimentare 491 2| d'esperimentare il nuovo, era una curiosità amara e ardente 492 2| arcana, della promiscua pena, era il fascino dell'inferno.~ ~- « 493 2| pronunziata dal Signore era adempita: «Ecco, io accendo 494 2| settentrione». Tutta la terra era come il ceneraccio che rimane 495 2| nella conca del ranno. Non v'era albero, né verde né secco; 496 2| intatta, per colei che lassù era sola col suo amore e col 497 2| dell'indugio perverso, ch'era per donarsi e si ratteneva, 498 2| donarsi e si ratteneva, ch'era per concedersi e si negava. 499 2| dantesco, all'improvviso era apparso il lungo lineamento 500 2| la città disparve.~ ~Vana era salita sul ripiano del castello, 501 2| affatica la fronda bruna.~ ~Non era forse là in quell'ora, china 502 2| stretta faccia olivigna? Non era là sotto il sole, con tutta 503 2| sorella indomabile? Quale era su la tempesta degli elci 504 2| spezzasse.~ ~Una greggia era ammassata sul cocuzzolo 505 2| Rispondimi.~ ~Ora la terra era tutta occupata da tumuli 506 2| patiboli sul Calvario. Il vento era come l'agitazione sonora 507 2| Andiamo. È destino.~ ~Intorno era un mare di fango inaridito, 508 2| cenere.~ ~ ~ ~E la notte era venuta.~ ~Le forze inverisimili 509 2| ai muscoli dominati.~ ~Ed era alfine venuta la notte. 510 2| alla sua. E l'uscio comune era aperto. Ma non giungeva 511 2| non s'udiva respiro. Tutto era silenzio nella villa murata. 512 2| petto. Laggiù, di là dall'Era, su i Monti Pisani, lampeggiava 513 2| inesorabili. E la realtà era in loro come il mattone, 514 2| nella massa dei suoi capelli era come un incantesimo che 515 2| ritornando dal fondo, e non era più il suo viso.~ ~Ella 516 2| S'è seduta accanto; ed era come quando mi racconta 517 2| scalzi, chi sa dove...» Era come una novella, e non 518 2| pena nel suo tenue petto era come l'uragano su la canna, 519 2| qualcosa di imprevedibile era sempre imminente alla sua 520 2| estenuata e affannosa. Era in lei come una vicenda 521 2| sensazione confusa di duplicità era nel suo corpo. Ella stessa 522 2| natura quando l'orecchio era per riconoscerli. Qualcosa 523 2| passo diveniva più forte: era sopra di lei. Allora ella 524 2| comprese. La stanza superiore era quella di Vana. Il passo 525 2| quella di Vana. Il passo era il passo di Vana. Era Vana, 526 2| passo era il passo di Vana. Era Vana, lassù, che non aveva 527 2| aveva il dolore di Vana. Era una potenza irrefrenabile 528 2| guardato, con una tristezza che era come quella tristezza, con 529 2| tristezza, con un segreto che era come quel segreto. Che vale 530 2| si rimetteva in piedi; ed era tutta rotta come l'inferma 531 2| turbine; E l'altra insonne era là! E l'una stette di fronte 532 2| si guardarono. Quel che era indomato dolore e furore 533 2| L'acredine dell'odio era tale in ciascuna di quelle 534 2| Ah, perversa, perversa!~ ~Era stupenda di furore e di 535 2| compiaceva di ciò che le era rinfacciato come scelleratezza.~ ~- 536 2| fatto questo.~ ~E non v'era nella sua voce il contrasto 537 2| supplichevole, qualcosa che era come un raccapriccio confuso 538 2| giorni d'un silenzio ch'era pesante come un dispregio, 539 2| e l'ombra del mio bene? Era non so che smania, non so 540 2| far la corte alla minore era il mezzo quasi sicuro per 541 2| delle mie disfatte! Non c'era nulla di comune fra il mio 542 2| suoi denti. L'altra, ch'era curva, si sollevò verso 543 2| di non svegliarmi più.~ ~Era di gelo perché riviveva 544 2| perché in quell'atto s'era compiuta l'intera sua vita, 545 2| l'intera sua vita, perché era orribile che la sorte l' 546 2| indietro. E certo lo spavento era sotto l'audacia provocatrice 547 2| spavento ben più profondo era nell'altra che sentiva percosso 548 2| chiuso. Laggiù, di là dall'Era, su i Monti Pisani lampeggiava 549 2| dietro la schiena come quando era in atto di cantare. Si fermò 550 2| davanzale.~ ~ ~ ~Quel che era inconciliabile fu conciliato; 551 2| fu conciliato; quel che era impatibile fu patito. Come 552 2| Voltraio solitario tra l'Era viva e l'Era morta, spesso 553 2| solitario tra l'Era viva e l'Era morta, spesso di querci 554 2| allora Isabella, ché tutto era domato dal canto di Vana 555 2| Lunella. Il suo strumento era ben quello che il sogno 556 2| fronte imperlata di luce era bella che a volta a volta 557 2| funeste e senza nome, ella era intentissima a distinguere 558 2| ove l'occhio di madreperla era espressivo. Le nari aspiravano 559 2| grande ruga verticale ond'era inciso alla radice del naso 560 2| quando Paolo Tarsis non era volto verso di lui, lo perseguitava 561 2| radicato nel tufo cavo ch'era la volta d'un vasto ipogeo. 562 2| Cavalcavano in silenzio? Qual era il loro testimone invisibile? 563 2| voleva seguirlo. Certo essa era fuggita e aveva ritrovato 564 2| e di rigagni.~ ~Il cielo era un solo faticoso manto; 565 2| di Neri Maltragi.~ ~- Chi era Neri Maltragi?~ ~- Un volterrano 566 2| nel ceneraccio. La cagna era inquieta, di là dal pantano. 567 2| abisso.~ ~- Aldo!~ ~La voce era forte, era viva. Bisognava 568 2| Aldo!~ ~La voce era forte, era viva. Bisognava accorrere 569 2| con quell'alito che non era il suo ma del fuoco che 570 2| il suo ma del fuoco che s'era appreso a lei come s'apprende 571 2| aridezza». Quante volte s'era levata, era andata alla 572 2| Quante volte s'era levata, era andata alla porta, era rimasta 573 2| era andata alla porta, era rimasta a piedi nudi su 574 2| nell'ora quando perduta era dentro di sé fuori di sé 575 2| dentro di sé e fuori di sé era perduto.~ ~- Stanotte? - 576 2| riversa bruciacchiando l'erba. Era vestito di tela bianca, 577 2| Michele Marullo.~ ~Non era acre di sarcasmo, non era 578 2| era acre di sarcasmo, non era dubbia d'ambiguità la voce 579 2| Vanina! Vanina!~ ~La fiaccola era a terra, accusata dalla 580 2| e di più occulto.~ ~Non era il bacio dell'amante. Era 581 2| era il bacio dell'amante. Era un bacio di frode e di perdizione. 582 2| pioggia notturna la polvere era divenuta melma simile al 583 2| alle tue porte.~ ~Vana gli era vicina. Aveva quella povera 584 2| di lei, e la sua voce non era se non un'ambascia appena 585 2| quell'attimo; che questa era la mia demenza. E non so 586 2| allora là dove il silenzio era suggellato. Egli riceveva 587 2| esanime, quello che tanto gli era stato dolce nell'arido lutto. 588 2| fenditura irreparabile, una fuga era in lui continua, una fuga 589 2| naufrago sommerso. - Qual era, qual era quella sola parola? 590 2| sommerso. - Qual era, qual era quella sola parola? la medesima 591 2| Mentre in basso l'aria era morta, lei percoteva la 592 2| fumido attraversava il passo: era tinto dallo scolo d'uno 593 2| addosso, come esanime.~ ~Aldo era là, Isabella era là, spinti 594 2| Aldo era là, Isabella era là, spinti esciti dalla 595 3| disse Vana Lunati, che s'era scossa udendo il suo nome.~ ~- 596 3| Vergine del Cilizio.~ ~Tutto era odio e oltranza e constrizione, 597 3| constrizione, dentro di lei. Ella era là, seduta nella poltrona 598 3| attesa del gran ballo ch'era per dare Ortensia Serristori, 599 3| faceva ridere o maravigliare. Era tutta chiara e gaia in quel 600 3| per la festa del suo nome. Era parata con quelle tappezzerie 601 3| Che nome strano!~ ~- Era bellissima e intrepida.~ ~- 602 3| non la minacciasse.~ ~- Era un ossesso d'amore. Si faceva 603 3| da Fondi alcune miglia. Era tardi quando arrivò a cavallo 604 3| una mano cruda, ciascuna era una preda e una vittima. 605 3| Simonetta.~ ~L'odore più acuto era quello dei rami di lilla 606 3| Io non vedo nulla.~ ~Era un tempo umido e dolco. 607 3| nel cielo verdino, tanto era esigua, simile a un'armilla 608 3| enormi come valanghe. Ella era quella medesima che, addossata 609 3| Come la voglia di ruzzare era sempre pronta a svegliarsi, 610 3| ero nella mia. Mia madre era dolce per me. Siamo cresciute 611 3| la mia nuca. Una purità era in me, una forza era in 612 3| purità era in me, una forza era in me, tutt'e due grandi. 613 3| due grandi. Questa voce era in me per cantare alla vita 614 3| confuso che quella voce era la voce d'una vita simile 615 3| col fazzoletto la bocca ch'era ardente come quella ove 616 3| riprese la sua attitudine. S'era fatta l'ombra nella stanza. 617 3| improvviso perché il pianto era già all'altezza del ciglio. 618 3| abbandonavano, che il commiato era dato, che ciascuna aveva 619 3| sue sorti, che laggiù c'era una scala da scendere, poi 620 3| scala da scendere, poi c'era la strada la casa la notte 621 3| sobbalzò, pel corridoio scuro. Era la voce d'Isabella che l' 622 3| apparendo su la soglia. Aldo era disteso sul divano. La sensazione 623 3| fatta così?»~ ~La porta era là. Si volse, gittò un'occhiata 624 3| capo all'altro della via ch'era quasi deserta. Entrò.~ ~ 625 3| vide con terrore che egli era già convulso nell'aspettazione.~ ~- 626 3| scoppio d'ira. Il viso di lei era come il viso della creatura 627 3| proruppe ella con una voce che era stridula come un'irrisione 628 3| in un sasso che un giorno era stato un uomo, laggiù, alla 629 3| sera in cui il mio male era più grande della voragine. 630 3| fascino della perdizione era ben più letale, e nessuno 631 3| dal viandante malvagio. Era il mio rifugio, era il luogo 632 3| malvagio. Era il mio rifugio, era il luogo del mio voto. Ma 633 3| parlare del mio amore!~ ~Ben era viva, uno stretto nesso 634 3| stretto nesso di vita ella era; un tenace nodo di potenza; 635 3| intorno alla sua fronte era come quel torsello che è 636 3| freno e senza maschera. Ella era smarrita, ella era atterrita 637 3| Ella era smarrita, ella era atterrita dinanzi a quel 638 3| Fa' dunque ch'egli t'ami». Era una sfida superba? La raccolsi? 639 3| dalla fronte al piede, era congegnato per portarlo. 640 3| nell'aspetto di lei quel che era la volontà prima, quel che 641 3| volontà prima, quel che era la cagione della visita 642 3| più lasciarla: la sorella era venuta per accusare la sorella. 643 3| il vigore della rampogna. Era omai allo sbaraglio, non 644 3| inginocchiò ai piedi. Ella era come in una intermittenza 645 3| intermittenza di sogno e di veglia, era come chi si assopisce in 646 3| come una scheggia di esca; era tutto disseccato, dalle 647 3| fosse per compiersi, ella era discesa a quel punto. «Non 648 3| di Volterra, l'amato le era apparso vittima di un sortilegio, 649 3| dall'urto violento, ella era rimasta sul la spalliera 650 3| spasimo della bestia.~ ~Era come se invisibili branche 651 3| fibre del dolore disumano. Era come una lacerazione incruenta 652 3| Egli ritrasse la mano. Roca era la sua voce.~ ~- Non vi 653 3| Ella non rispondeva. Era più facile trarre una voce 654 3| all'altezza della sua mano: era sfiorita; si sfogliò subito. 655 3| liberata da tutto il resto. Era come se le avessero capovolta 656 3| a una vettura pubblica. Era d'un bianco qua e là giallastro, 657 3| veramente nessuna creatura umana era stata per lei tanto dolce 658 3| dal portiere che Isabella era uscita, che Lunella era 659 3| era uscita, che Lunella era rientrata. Salì all'appartamento 660 3| spiò, non vista.~ ~Lunella era seduta accanto alla finestra, 661 3| carta. Ai suoi piedi Tiapa era seduta su la seggiolina 662 3| lembi della tenda. La stanza era chiara e tranquilla, con 663 3| figura geometrica. Lunella era intenta alla sua arte, sporgendo 664 3| inconsapevole di ciò ch'era sospeso su la sua chioma 665 3| non si chiamava Lunella ma era dolce come Lunella, si partì 666 3| chiamava Madura, dove c'era un Dio che si chiamava Visnù; 667 3| rimescolò, a quell'accento. Era come un'eco ritornante, 668 3| remotissima ora. Quell'accento era sorto all'improvviso dal 669 3| s'accorse che Lunella s'era addormentata; e l'anima 670 3| piombo, - o cara madre.»~ ~S'era fatto il vespro. L'azzurro 671 3| i vivi e i morti...» Ben era quell'onda stessa che le 672 3| sorella faceva quell'atto, ed era come s'ella medesima lo 673 3| incupiva; il respiro di Lunella era eguale. Il sopore si propagava 674 3| nella confusione del sonno era atterrita sentendo le mani 675 3| Chiara!~ ~La donna rispose. Era là, nella camera da letto.~ ~- 676 3| donna credette avesse riso. Era veramente più atroce che 677 3| tratto le faceva ribrezzo. Era lo stesso modo, era la stessa 678 3| ribrezzo. Era lo stesso modo, era la stessa voce della notte 679 3| Volterra. Il gran letto era preparato; la lunga camicia 680 3| camicia molle e trasparente era posata su la rimboccatura 681 3| menzogna la bestia ruggente. Era incolume. L'ora del pericolo 682 3| incolume. L'ora del pericolo era trascorsa. Non schiacciata 683 3| peso.~ ~Subito pensò ch'era disarmata e che le bisognava 684 3| commiserare la sua giovinezza. Ma era tanto bella nel suo rigore 685 3| finestra, l'aperse: la notte era stellata ma fredda su gli 686 3| silenzio.~ ~ ~ ~Paolo Tarsis era uscito dalla sua casa, poco 687 3| qui. Dormivi?~ ~Egli non s'era levato, non le era andato 688 3| non s'era levato, non le era andato incontro, non l'aveva 689 3| ogni dolcezza. Perché? S'era addormentato aspettandola? 690 3| addormentato aspettandola? era stordito dal sonno?~ ~Ancora 691 3| Paolo! Mi vuoi spaventare?~ ~Era come in quel giorno marino, 692 3| detto?~ ~Atterrata ella non era ancora: ma certo qualcosa 693 3| ma certo qualcosa di lei era piombata a terra, se bene 694 3| abbandonata dal calore. Era stroncata, era perduta, 695 3| dal calore. Era stroncata, era perduta, era un fasciume 696 3| stroncata, era perduta, era un fasciume da gettare sul 697 3| È il mio torto.~ ~Ella era là, discosta, in piedi; 698 3| vederla scomparire. Ed ella era ancora là, per lui, come 699 3| alzata sul suo varco. E v'era per lui un solo varco un 700 3| la mia sciagura!~ ~Ella era fisa. Qualcosa come un flutto 701 3| delle gambe apparivano. Ella era assorta nelle sue penose 702 3| Mantova, quel giorno, c'era nelle sue affettazioni qualcosa 703 3| che tutta la vita di lui era protesa verso una fatalità 704 3| denti. Il maschio già s'era precipitato sopra lei, l' 705 3| lei, l'aveva atterrata, era caduto in un viluppo. E 706 3| piangere.~ ~Il suo pianto era come il pianto di Lunella, 707 3| come il pianto di Lunella, era come il torrente, strabocchevole, 708 3| perdonami, Isabella!~ ~Era folle di rimorso, di pietà 709 3| voce supplichevole, che era l'anima sua stessa divelta.~ ~- 710 3| parola, vinti da un amore ch'era più grande del loro amore 711 3| sei tanto inquieta?~ ~Non era l'inquietudine ch'egli le 712 3| inquietudine ch'egli le conosceva, era un'altra; che si manifestava 713 3| apparente e sparente, che le era estranea. Egli la guardava, 714 3| aspetti, ma non mai in quello. Era come una gravità rassegnata, 715 3| smilzi. L'orlo della camicia era squisito di scollo e di 716 3| Ricomparve nella stanza ov'era preparata la piccola tavola, 717 3| ventagli numerosi. Quella era d'un nero blu ramificata 718 3| scapigliati color d'ardesia.~ ~S'era riacceso in lui il fuoco 719 3| gonfiore livido. E il silenzio era interrotto a quando a quando 720 3| colore dell'osso in cui era sculto.~ ~- Poi ti parlai 721 3| infiacchito dal digiuno, s'era proposto di fisare i suoi 722 3| d'una fatalità ritornante era nell'aria chiusa. Ed egli 723 3| frenetica. Ma ben più misterioso era quello che ora gli stava 724 3| avvicinato a lui. Fragile era tuttavia ma remoto, in finito, 725 3| una profondità dove non era dato discendere a lui ch' 726 3| dato discendere a lui ch'era disceso nel fondo del mare.~ ~- 727 3| lontano. Il mio lo conosci?~ ~Era ella in un di quei momenti 728 3| percorrerla. Veramente ella era come l'Aurora, scolpita 729 3| palpitò d'aspettazione. Tutto era silenzio. Il clamore dell' 730 3| clamore dell'anfiteatro era cessato. L'orecchio vigile 731 3| le sue armi accanto a sé, era inerme e spoglio; appariva 732 3| divino vasaio; l'occhio era incastrato sotto l'arco 733 3| il naso di retto profilo era nettissimo, come le cose 734 3| eppure indissolubile.~ ~Era l'ultima notte, l'ultima 735 3| senso confuso di duplicità era nel suo corpo. Ella si sforzava 736 3| natura quando l'orecchio era per riconoscerli. A un tratto 737 3| suo cieco sgomento.~ ~- Era Vana, era proprio Vana. 738 3| sgomento.~ ~- Era Vana, era proprio Vana. L'ho veduta. 739 3| Tienimi. Stringimi.~ ~Non era più la grande creatura titanica, 740 3| grande creatura titanica, non era più l'Aurora. Era una povera 741 3| titanica, non era più l'Aurora. Era una povera creatura tremante 742 3| perché ora il suo dolore era fatto di tanti piccoli dolori.~ ~ 743 3| Ahi - ella gemeva; ma non era più il lamento puerile.~ ~ 744 3| più il lamento puerile.~ ~Era l'allarme del desiderio 745 3| non ruppero quel sonno, ch'era veramente il fratello del 746 3| trovato quel sonno.~ ~Non era, ancora non era.~ ~Era la 747 3| sonno.~ ~Non era, ancora non era.~ ~Era la donna discreta 748 3| Non era, ancora non era.~ ~Era la donna discreta che, non 749 3| lembi della tenda un viso ch'era come quello di laggiù. Isabella 750 3| tratto dai sei buoi lombardi, era tornata nella sua cella 751 3| dalle scannellature profonde era rimasta alzata nel mezzo 752 3| bolognese Iacopo Caracci, era già pronta nella bottega 753 3| scrollo di sollievo, tanto era il bisogno di essere altrove, 754 3| con violenza il mattino.~ ~Era un mattino d'aprile, ma 755 3| cabina ottusa. L'apparecchio era pieno d'un balbettio incomprensibile, 756 3| tettoia il forno fusorio era già acceso. Il fumo si spandeva 757 3| a lui con l'ali aperte. Era Dedalo? era Icaro? era il 758 3| l'ali aperte. Era Dedalo? era Icaro? era il Dèmone del 759 3| Era Dedalo? era Icaro? era il Dèmone del folle volo 760 3| del folle volo umano? Non era l'artefice ateniese, il 761 3| fabro della falsa vacca, né era il suo figlio incauto; perché 762 3| il Pilota invisibile gli era tra l'una e l'altra ala 763 3| cuore gli tremò perché v'era nato il pensiero d'andare 764 3| tutta la gloria di sua gente era alzata su la colonna di 765 3| poco alito. Il bagno non era ancor pronto, né il canale; 766 3| di potertela ripetere! Ma era necessario che così fosse. 767 3| consumata nella sterilità. Era necessario che così la consumassi 768 3| delle stesse rose! Ti amava. Era veramente la tua fidanzata 769 3| rivide la tavola dove s'era seduto con Isabella nella 770 3| assistiti dall'arbitro. Ma non era un combattimento, era una 771 3| non era un combattimento, era una carneficina disgustosa. 772 3| vendetta da compiere. Il bianco era ornai stremato di forze; 773 3| sinistra. Tutto il palco era sparso di sangue. Le viscere 774 3| che pure tante volte s'era appassionato a quegli spettacoli, 775 3| umidicci su le lastre. Ed era una notte d'aprile.~ ~«Spero 776 3| bronzo liquido. Il mastro era salito in piedi sul tavolone 777 3| delle divine meteore. E non era la colata del metallo strutto 778 3| cavo della statua bella, ma era la bellezza e l'immortalità 779 3| che il rito del fuoco s'era compiuto dentro di lui e 780 3| Egli sentiva che in colui era per crearsi un grande evento. 781 3| lo getti nel bacino.~ ~Era un povero cerchietto d'ottone, 782 3| la forma di una mano.~ ~Era notte alta, ma la nuvola 783 3| fuoco.~ ~Quando si svegliò, era tardi: non era giunta notizia 784 3| svegliò, era tardi: non era giunta notizia alcuna. Diede 785 3| guardarlo, tanto il suo aspetto era miserabile.~ ~Non respirava 786 3| congegni, sapendo che la sorte era congiunta allo scocco d' 787 3| al distacco d'un filo. Era a pochi chilometri dal Covigliaio, 788 3| prese l'uomo.~ ~Il tempo era lentissimo. Il giorno si 789 3| di dietro un culmine ch'era simile a un omero che ritenesse 790 3| orizzonti, il mimo dell'ape. Dov'era, che faceva in quell'ora 791 3| di riaccordare il motore era perduta. Stava in ascolto 792 3| velate e incappucciate. Era un'allegra compagnia. Com' 793 3| altri indugi. La montagna era tutta violacea. Faceva freddo. 794 3| qui da lei. Un altro uomo era accanto alla signora, che 795 3| poteva essere accaduto? Com'era ella capitata in mano delle 796 3| orrore nella cabina cupa non era l'estremo: né l'estremo 797 3| l'estremo: né l'estremo era pur quello, certo.~ ~«Bisogna 798 3| verde, La tunica nerazzurra era sospesa alla lettiera, con 799 3| ignorava tutto. Nessun ordine era stato dato. Nessun rapporto 800 3| stato dato. Nessun rapporto era pervenuto. Nessuna signora 801 3| pervenuto. Nessuna signora era stata condotta in camera 802 3| camera di sicurezza. Inoltre era da escludersi che quelle 803 3| degli Albizzi. Il palagio era chiuso, impenetrabile nelle 804 3| Ma la signora oggi c'era.~ ~- Ora non c'è.~ ~- Dov' 805 3| formelle e i suoi chiodi, era incrollabile. La mole di 806 3| palazzo abbandonato. Dov'era ella? dov'era? dove la trascinavano?~ ~ 807 3| abbandonato. Dov'era ella? dov'era? dove la trascinavano?~ ~ 808 3| pentola putrida bollisse.~ ~Era stanco, era digiuno, ma 809 3| bollisse.~ ~Era stanco, era digiuno, ma non trovava 810 3| vera casa, in quella dov'era venuta Vana a rivelare la 811 3| domestico di Mrs. Culmer. Egli era omai rassegnato a patire 812 3| sfuggente, con occhi fuggevoli. Era la mutazione umana dell' 813 3| parole.~ ~Venne la donna. Era grassa e placida, con piccoli 814 3| del vituperio Isabella s'era abbandonata quasi prona 815 3| quella ragione vacillante era stato dato dal caso con 816 3| mestiere immondo! E la porta era chiusa. Battuta dai pugni 817 3| Battuta dai pugni e dai calci, era rimasta chiusa.~ ~Paolo 818 3| tappeto, attonito. La vita era veramente quale gli era 819 3| era veramente quale gli era apparsa nella caligine piovigginosa, 820 3| imagine di Giulio Cambiaso era chiusa nella custodia di 821 3| terrore che dianzi la gente era assembrata sotto la finestra.~ ~ 822 3| sono io? non lo sa? Prima c'era uno solo nel mondo, che 823 3| Il delirio della demente era cresciuto. Non era stato 824 3| demente era cresciuto. Non era stato ancora possibile trarla 825 3| battuto alla porta, quegli era dentro e udiva gli oltraggi 826 3| per inganno del vetturino, era falsa e forviò le ricerche. 827 3| ne uscì la seconda volta, era già buio. Come dava in ismanie, 828 3| rifiutato il cibo ostinatamente. Era d'un pallore e d'un'emaciazione 829 3| perciocché l'odio che le portava era maggiore che l'amore che 830 3| come dal fuoco: «E Amnon era in grande ansietà, fino 831 3| caverna verde. La scala era lugubre, rischiarata dalla 832 3| accesa sul pianerottolo; era come quella ove rimasero 833 3| lavate, dopo il delitto; era deserta e tacita, ma per 834 3| e consapevole. Isabella era per ovunque. s'egli si moveva, 835 3| approssimarsi della voluttà era come l'approssimarsi dell' 836 3| domandò il superstite che era già pronto al suo viaggio.~ ~ 837 3| piccola porta, per ove ella era entrata, si apriva sotto 838 3| ferri robusti. L'andito era bianco, con le pareti coperte 839 3| di stemmi. Appesa in alto era una lunga scala di legno; 840 3| Un pergamo di legno scuro era abbandonato a fianco dell' 841 3| del pavimento ov'ella s'era inginocchiata, dinanzi ai 842 3| l'una e su l'altra porta era l'iscrizione: Reliquiae 843 3| nessuno dei due sconosciuti era agente di polizia. Si tratta 844 3| bellezza, ogni gentilezza era distrutta. Il volto dell' 845 3| distrutta. Il volto dell'Amore era osceno come quello d'un 846 3| e un colpo di ginocchio, era per isprigionarsi dall'aspra 847 3| d'una carta marina su cui era segnata la giacitura degli 848 3| primi voli.~ ~Ben quella era l'ora propizia, l'ora di 849 3| veleggio dei grandi rapaci. Ben era un'ora come quella, una 850 3| nume, quando un di loro era riuscito a raggiungere per 851 3| nella sua ultima sera. Tutto era grande e dolce come se l' 852 3| Il carme delle origini era per ovunque diffuso. Non 853 3| dominante.~ ~Il silenzio era come quando la città guerriera 854 3| Lanuvini brillava l'Orsa. Era come una notte nota che 855 3| airone lo sentì e si scosse. Era uno dei due aironi tutelari 856 3| gaiezza. Per gioco egli s'era piaciuto di deificarli coi 857 3| comodità e alle necessità, era sparsa intorno, di metallo, 858 3| che il rito del fuoco s'era compiuto.~ ~Vide la forma 859 3| papiro ove l'airone bianco era molto inquieto - Dauno, 860 3| credere alla libertà che gli era offerta.~ ~- Daune, hac 861 3| cielo di primavera. Tutto era nuziale. Il mare le spiagge 862 3| Tirreno d'Ulisse e d'Enea, ch'era chiaro e dolce come in un 863 3| su le sue ali adeguate. Era la grande serenità alcionia 864 3| favolosi del solstizio iemale; era l'albàsia mattutina senza 865 3| congegni non aveva risonanza ma era simile al moto del cuore 866 3| apparire dell'arcobaleno, ma era egli medesimo quel pilota; 867 3| quel pilota; e la sua anima era la guida della sua anima, 868 3| sua anima, e la sua mente era la luce della sua mente; 869 3| abbagliante segnò le acque. Era il Sole.~ ~L'estasi letèa 870 3| tono della raggiera ignita era pieno ed eguale; l'astro 871 3| ed ala tra becco e coda era costante. La lieve brezza 872 3| broccato. Ma ora il silenzio era pieno del rombo che il volatore 873 3| prima pausa. La solitudine era tutta d'acqua e d'aria, 874 3| mente: il ritmo interno s'era accelerato. «Che farei se 875 3| tono della raggiera ignita era pieno e gagliardo. Il sole 876 3| metallo di legno e di canape era immune dall'ombra, come 877 3| fuggivano di continuo Quel ch'era insperato poteva esser raggiunto! 878 3| cuore gli tremò perché v'era rinata la volontà di vivere, 879 3| il senso per prodigio.~ ~Era la terra. Era la terra!~ ~ 880 3| prodigio.~ ~Era la terra. Era la terra!~ ~E il suo amore 881 3| immortalità incitatrice.~ ~Era la vita. Era la vita!~ ~ 882 3| incitatrice.~ ~Era la vita. Era la vita!~ ~Tale quel sogno 883 3| elica trivellava il cielo.~ ~Era la vittoria. Era la vittoria!~ ~ 884 3| cielo.~ ~Era la vittoria. Era la vittoria!~ ~E come allora 885 3| Al calore s'accorse che s'era spezzata o distaccata la 886 3| della sinopia.~ ~La costa era là, deserta sterile gialligna;