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E colei che non dorme è mia sorella.
Solo ne la memoria oggi mi canta
unico il verso d'un poeta antico
quasi obliato; che fu dolce amico
al Petrarca nel tempo ch'ei patìa
l'ontosa guerra da l'Amor nemico;
quasi obliato; cui Marsilio vanta
sovran maestro d'ogni melodia.
«A vo', gentil Francesco di Vannozzo,
sovran maestro d'ogni melodia.»
Solo e misterioso oggi risale
quel verso da la mia melancolìa.
Solo e misterioso il musicale
spirito il mio pensiero ha in signoria;
ha tutta in signoria l'anima mia
ch'è insonne e che si pasce del suo male
ne la notte infinita ove l'appella
«E colei che non dorme è mia sorella.»
Non d'altro verso né d'altre parole
mi sovviene. lo non so altro pensiero
di quell'antico, né so altra imago,
né so dolore alcun di quella vita
ne l'oblio. Ma che può dunque il mistero
d'un sol verso? Qual muove desìo vago
ne l'anima ch'è insonne e che si duole
vanamente in sue chiuse notti sole?
«E colei che non dorme è mia sorella.»