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- Odi tu? Odi tu? Questo romore
sempre questo romore... Ascolta! Ascolta!
Forse dormi, sorella? - Dorme in pace.
E sogna. Alcun romore nel silenzio
del suo sangue non giunge. Il suo respiro
è come un flutto languido, lontano.
Vanno i suoi muti sogni assai lontano.
La notte è immensa. Cade ogni romore.
E come un flutto placido il respiro
del bianco petto; eguale. Anima, ascolta.
Ella, dormendo, genera il silenzio;
crea dal petto una lene onda di pace.
Oh memoria! Piovea dal ciel la pace
ai lidi; l'acque ardean presso e lontano;
pendea la luna sul divin silenzio;
faceano l'acque e gli alberi un romore
alterno, come di parole. - Ascolta! -
Vincea tutte le voci il suo respiro.
Movea per certo allora il suo respiro
i cerchi de le stelle in quella pace.
Ora dorme, co' sogni. Anima, ascolta!
È come un flutto languido, lontano...
Ahi me! Non odi tu? Questo romore,
sempre questo romore... Ov'è il silenzio?
Oh desiderio mio lungo, oh silenzio
agognato! L'incanto del respiro
è dunque rotto? E mai questo romore
non mi darà, non mi darà mai pace?
Nessuno mai mi porterà lontano,
in fondo a un mare, in un sepolcro? Ascolta,
buona sorella: déstati ed ascolta.
Non odi tu? - Non giunge nel silenzio
del suo sangue la voce mia. Lontano
me la traggono i sogni. Ed io respiro
quest'aria ov'ella beve la sua pace!
Dunque è vero? È così? Questo romore
è supplizio a me solo? Anima, ascolta.
Fosse rombo di morte! Alto silenzio,
dopo ne la gelata ombra, lontano.