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«E le piccole foglie in cima ai rami
di primavera? e il cielo così grande?
e i fanciulli? e le tombe venerande?
e la madre? e la casa che tu ami?»
Venir può da tal voce, anche una volta,
questo bene! - O sorella, dunque in cima
ai rami, ai rami teneri, è la prima
foglia? e brilla? E tu hai dunque raccolta
la rugiada nel cavo de la mano?
Son queste, è vero?, cose ancóra buone.
E tu cantasti già qualche canzone
a la madre pensosa d'un lontano?
Non pianga. Tornerà quel suo figliuolo
a la sua casa. È stanco di mentire.
Tornerà. Né vorrà più mai partire:
certo, più mai. Da troppo tempo è solo.
Domani tornerà... - Vuoi tu che torni
domani? Dunque aspettami, sorella.
Io le piccole foglie, la novella
erba, e le acque correnti, e certi giorni
così chiari che sembra vi si effonda
quasi un latte divino, e certe lente
notti ove quasi un'ansia occultamente
sospira e poi la canna è più profonda,
io veda, io goda: queste cose io veda,
io goda, e tu mi sia compagna sola.
E sol ne' tuoi puri occhi di viola,
ed in quelli materni, io guardi, io creda.
Oh al fine io tocchi l'albero e l'arbusto
con mani monde e non mi turbi alcuna
brama! Oggi tutta la bontà s'aduna
in quel cuore che seppe ogni disgusto:
tanta bontà che parmi ismisurato
il cuore... - E dimmi, dunque, dimmi: in cima
ai rami, ai rami teneri, è la prima
foglia? e brilla? E tu hai dunque, cantato?