Gabriele D'Annunzio
Laudi

LAUDI DEL CIELO, DEL MARE, DELLA TERRA E DEGLI EROI

LIBRO SECONDO - ELETTRA

8 - La notte di Caprera

VII.

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VII.

 

Seduto sta; le sue semente ei sparte,

faville d'oro dall'una all'altra mano.

Sparte e col soffio ventila come fa

esso il colono che non mai fece altra arte.

La man non falla quando l'occhio s'inganna:

sa come pesi nella palma il buon grano.

Tenne la spada ed or terrà la marra.

Mezzo novembre avran repente e chiaro

l'opre, poiché non anco Aldebarano

sorse dal mare ed ecco il Maestrale

porta il sereno a chi vuol seminare.

«O cuore, o cuore, entra nella tua pace

Gli àlbatri intorno soli rosseggeranno,

cui tolta fu la terra lavorata.

«Guardiamo innanzi, all'alba che verrà!»

Chino la fronte, le sue semente ei sparte,

faville d'oro dall'una all'altra mano.

«Ciò che compimmo altri lo canterà

 

 


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