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LAUDI DEL CIELO, DEL MARE, DELLA TERRA E DEGLI EROI LIBRO SECONDO - ELETTRA 8 - La notte di Caprera XXII. |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Col novel peso pianamente sen va
alla sua casa, portando nelle braccia
la creatura che tuttavia si lagna,
che chiama chiama, che chiama la sua madre.
Il vento cade, il mare s'abbonaccia,
il ciel s'imbianca. Ei sente nella faccia
pungere l'uzza mattutina, e la guazza
piovere sente su l'oro della barba
che si confonde con quella dolce lana.
«O creatura, non posso io darti latte»
dice il pastore sorridendo al belato
che non si placa. «Tu chiami la tua madre.
Dove sarà ella? Molto lontana?
E veggo già che s'avvicina l'alba;
sicché non giova tornare alla mia casa;
ma giova a te avere la tua madre
che anche ti chiama, che ha la poppa gonfiata
di molto latte che tu ti beverai.»
Ed ei si gode nel suo cuore piegando
a un'altra via, però che bene ei sa
la via del chiuso ove la greggia scarsa
attende l'ora della pastura. L'alba
stampa nel ciel le sue dita rosate
quando all'ovile giunge, all'ovile fatto
di schiette pietre che scelse di sua mano
e poi commesse e legò con la calce
e vi coprì tutto il tetto di lastre
pulite ed anche vi fece di legname
sodo la porta, come artiere d'ogni arte
ch'ei fu, che sempre sarà finché le braccia
gli reggeranno. Or, mentre giunge, il cane
lo riconosce come riconobbe Argo
sul concio il dire del molto travagliato
Odisseo; sì lo riconosce il sardo
mastino, forte, fulvo, e balzagli innanzi
e gli fa festa. Ma, dal chiuso, al richiamo
della deserta creatura la madre
risponde. Senza indugio il pastore apre
la porta e càuto depone al limitare
di pietra il redo che, su le oblique zampe
lanose, come un infante traballa,
bela dal roseo muso, per l'ombra calda
saltella in cerca della poppa gonfiata.
Chino alla porta, dell'avido poppare
si gode l'uomo incolpevole; è pago;
ché buono ei stima l'odore della calda
lana nell'uzza che punge aspra di sale,
e invero sol gli rincresce d'un pane,
d'un pan che manca alla sua lieta fame
sì mattutina. «Ecco che è fatta l'alba.
Riconterò le mie pecore.» Taglia
una verga, entra nel chiuso, e caccia il branco.
Nitrire i suoi cavalli di battaglia
ode all'aperto. Respira: «Oh Libertà!».
Poi, sufolando ne' modi della Pampa
e dell'Oceano, pascola verso il mare.