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LAUDI DEL CIELO, DEL MARE, DELLA TERRA E DEGLI EROI LIBRO TERZO - ALCYONE 62 - Sogni di terre lontane 6 - LA MUTA |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
6 - LA MUTA
Settembre, ora nel pian di Lombardia
è già pronta la muta dei segugi,
de' bei segugi falbi e maculati
dall'orecchie biondette e molli come
foglie del fiore di magnolia passe.
La muta dei segugi a volpe e a damma
or già tracciando va per scope e sterpi.
Erta ogni coda in bianca punta splende.
Presso il gran ponte sta Sesto Calende.
Corre il Ticino tra selvette rare,
corre, spumeggia su la china eguale,
cèlere intesta di nevosi fiori.
Chiudon le grandi conche antichi ingegni,
Il sorriso tu sei del pian lombardo,
o Ticino, il sorriso onde fu pieno
l'artefice che t'ebbe in signoria;
e il diè constretto alle sue chiuse donne.
Oh radure tra l'oro che rosseggia
dello sterpame, tiepide e soavi
sì che al calcar repugna il cavaliere!
Vanno i cani tra l'èriche leggiere
con alzate le code e i musi bassi,
davanti il capocaccia che gli allena
per mezz'ottobre ai lunghi inseguimenti.
S'ode chiaro squittire in que' silenzii.
Il suon del corno chiama chi si sbanda
e chi s'attarda e trae la lingua ed ansa.
Già la virtù si mostra del più prode.
Il buon maestro dell'arte sua si gode:
talor gli ultimi aneliti esalare
sembra l'Estate aulenti sotto l'ugne
del palafren che nel galoppo falca.
E, fornito il lavoro, ei torna al passo
per la carraia ingombra di fascine:
con la sua muta va verso il canile,
va verso Oleggio ricca di filande.
Vapora il fiume le sterpose lande.