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LAUDI DEL CIELO, DEL MARE, DELLA TERRA E DEGLI EROI LIBRO QUINTO - CANTI DELLA GUERRA LATINA 12 - All'America in armi I. |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
1. Mattino oceanico della Libertà alzata sul fondamento di sangue e d'anima dalle spalle dei suoi tredici artieri,
2. giorno della giovine Republica che delle tredici colonie fece il fascio consolare di tredici verghe intorno alla scure dei pionieri,
3. gli Italiani lodano l'Iddio che lor concesse di salutarti oggi in piedi sotto il croscio della vittoria romana,
4. essi che oggi ti danno, o Libertà, per tuo diadema il sasso scolpito del Grappa e ti danno il Piave flessibile per tua collana.
5. O Terrestre, lasciato hai il tuo piedestallo solitario e non voli, ma cammini stampando la terra co' tuoi calcagni senza calzati.
6. Guardaci. Siamo il tuo amore. Amiamo il lampo de' tuoi occhi più che il guizzo dei nostri focolari.
7. Guardaci. Riconosci il tuo amore. Abbiamo combattuto per te divinamente come la giovinezza del mondo pugnava a Maratona.
8. Per questo tuo giorno, con la mano della vita e con la mano della morte, liberali entrambe, abbiamo tessuto la tua corona.
9. La corona di spighe alla Fertile! L'ora del combattimento fu l'ora della messe per la Madre degli eroi e delle biade.
10. Per mietere, la sua gente ha impugnato le falci; e per uccidere ha brandito le spade.
11. S'inchinarono le messi e brillarono nel vento come le schiere nella battaglia.
12. Rinasce a noi un pane vittorioso, e ai nostri dolci feriti si rinnova il letto di paglia.
13. Abbiamo mietuto e abbiamo combattuto, con la faccia sempre volta a oriente.
14. Riarsi, abbiamo bevuto alla più profonda delle nostre piaghe come alla sorgente.
15. O Libertà, ma la collina tumida tra Nervesa e Biàdene ci nutriva come la tua mammella.
16. Per sette dì e per sette notti i petti eroici ne trassero una forza sempre novella.
17. Per sette mattini gli eroi videro te levarti dall'Adriatico prima del sole e aprire al giorno la porta.
18. Gridarono: «Benché tu ci uccida, lèvati. Lèvati, e che tutti moriamo per te, non importa».
19. È questo il grido di questo giorno, più alto che i gridi delle aquile d'Eschilo, più selvaggio che i gridi delle Erine di Dante.
20. È il grido che comanda alla battaglia di riaccendersi e al tempo di sostare e ai morti di risorgere e ai vivi di moltiplicarsi nel sangue.