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LAUDI DEL CIELO, DEL MARE, DELLA TERRA E DEGLI EROI LIBRO SECONDO - ELETTRA 8 - La notte di Caprera III. |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Ed or sen va il Ligure pel suo
Tirreno. Guarda vigile, dalla prua
che non ha rostro, se non vegga la rupe
brulla apparir tra i nugoli; o seduto
resta sul sacco delle semente a lungo,
tutto pensoso della seminatura
nei magri solchi e delle sue lattughe
anco e de' suoi magliuoli e de' suoi frutti.
Novera già col pensier nel suo chiuso
la scarsa greggia, e le lane valuta,
i negri velli ed i candidi, cui
non mai segnò la robbia; alla futura
prole sorride, e allarga la pastura
sopra il macigno. In quale tempo ei fu
pastore? Quando migrò con la tribù
su le grandi orme dei padri alle pianure?
Quando agli armenti cinse i fuochi notturni,
fatta la sosta presso la fonte pura?
Mondo di strage, ei beve il vento. I flutti
crespi e canuti accorrono ver lui
come le bianche pecore per l'azzurra
erba; ed ei sa il suono che le aduna.
D'antico tempo gli sovviene. Di tutto
quel che fu ieri non gli sovviene più.
Apre così le braccia la Natura
subitamente al buono figliuol suo
per riposarlo, sopra il suo petto ignudo,
di tanto sangue e di tanta ventura.
E il figlio a lei così volge dischiusa
la sua divina anima di fanciullo.