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Giovan Battista Niccolini Arnaldo da Brescia IntraText CT - Lettura del testo |
È suo retaggio
Tutta l'Italia.
Chi vi resiste, e chi v'usurpa.
A Roma!
È tua. Si affretti il successor di Pietro
A coronarti imperator: già fosti
E allor potrai
Principi della Puglia, or qui mi trasse
Il dolor vostro e la mia gloria. Invano
Non cadeste ai miei piè, quando in Vusburgo
L'armi invocaste dell'Impero. È sua
Quella provincia che usurpò Guiscardo. —
Sergio e Roberto, ognun di voi nel regno
Entri coi suoi vassalli, e lo sollevi
Ai danni del tiranno; allor che splenda
Su questa fronte la maggior corona
Che doni il mondo, ad accertar l'impresa
Cesare viene. —
(Sergio e Roberto partono. Federigo
rivolge le sue parole agli Ammiragli Pisani.)
Possanza ed armi, e la sua causa avvezzi
Sempre a seguir, non la fortuna, abbiate
A perpetuo retaggio il mar Tirreno,
Pisane genti. Oro e navigli indarno
A Genova richiesi: i suoi tributi
Eran delizie d'Orïente, e deggio
Pascer di molta carne i suoi leoni,
Re del deserto; e fur la sola preda
Che lietamente mi donò l'avara.
S'armi Pisa fedele, e tosto sparga
Sopra le vie dei suoi trionfi antichi
Le belligere navi: i miei vassalli
Rechin nella Sicilia, e in feudo a voi
A quanto brami
Siam preparati: già d'armate navi
Son pieni i lidi; ognun freme, ognun chiede
Che si spieghin le insegne, e venga meno
All'infida città ch'è a noi rivale,
Del marittimo stuolo, io vel prometto,
E a voi pegno ne sia questa possente
Mia destra, già per fede e per valore
(Gli ammiragli Pisani partono.)
Spero tornar l'Impero, e qui discesi
Vendicator dei dritti suoi. Volete,
Prodi Alemanni, che tra voi rinasca
Il destino di Roma, esser del mondo
Il popolo primiero, e sotto i piedi
Vedervi quanto l'Ocean circonda
Ed illumina il Sol? Fate retaggio
La corona ch'io porto, e qui s'impari
Quai siano i frutti d'un voler discorde.
Mobile Italia, che obbedir non vuoi
E reggerti non sai, pace non trovi
Né libertà. Ma pria compor si deve
I vani moti suoi: librar potrete
Il mio disegno allor che corsa avremo
Questa provincia di Germania, e il mare
Dell'opposta Sicilia ai piè s'infranga
Del tedesco corsiero, e dir si possa,
Siccome Autari un dì: Questi confini
Sol ci diè la natura, e pel Tedesco
Non vi son l'Alpi… Italia è sua.
(Ottone Palatino a un cenno dell'imperatore
Ite alle vostre tende; e voi, fedeli,
Snudate il brando a custodir l'ingresso
Del regio padiglione.