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Giovan Battista Niccolini Arnaldo da Brescia IntraText CT - Lettura del testo |
Otton, da me che brami? Un vil consiglio
Che ai pontefici schiavo, e vil nemico
Del padre mio, seppe rapirgli il trono
Con bassi accorgimenti? E tu non pensi
Che se costui, che andò di chiostro in chiostro
Mendicando la vita, e fu davvero
Allor dei servi il servo, addestro al freno,
Frenar non posso in sulla via superba
Roma, che già converte in suo diritto
La viltà di Lotario? Il nuovo esempio
Sarà dottrina; e il nostro antico Impero,
Ch'io dalla Chiesa liberar vorrei,
Feudo papal; dei suoi vassalli il primo,
Ove Pietro sedea, quel da Splimberga
Grato fu troppo: ma pietoso o vile
Fosse costui, che primo a tanto omaggio
Scender potea dalla suprema altezza,
Periglio or t'è non imitarlo. Il mondo
Dirà che vieni a rinnovar la guerra
Onde si piange ancora; e benché scorra
In te dei Guelfi e degli Arrighi il sangue,
Preferito ad Alfordio hai Ghibellina
Federigo ti chiami: è nel tuo nome
Un augurio di pace: or le mortali
Nel dolce seno della tua Lamagna?
Nel pontefice il Ciel dietti un compagno
Necessario e tremendo; e se speranza
Esser vi può che torni al nostro freno
Questa ribelle Italia, or si presenta,
Che libertà conosce a sé fatale
L'antico re dei sacerdoti. Afferra
L'occasïon che fugge, e l'empio Arnaldo
Una vittima sia che coll'Impero
Riconcilii la Chiesa.
Oh dove andaste,
Giorni della mia gloria? O fortunati
Monarchi d'Orïente, ove nel campo
Dell'esercito l'onde aduna e regge
Assoluto comando, e basta un guardo
Ad annunziar la morte, e col sorriso
La speranza vi mandi, e la fortuna!
Qui sul trono è servaggio: io son costretto
A divenir scudiero, e ai miei compagni
Oh questo
Impeto giovanil che ti trasporta,
Raffrena, imperator…. Duci son molti
Nell'esercito tuo che nella Puglia
Seguian Lotario, ed han qui sparso il sangue
D'Innocenzo a difesa; e se or ti pieghi
A quell'ossequio che da lor fu visto,
Non puoi vile parer. Deh solo ambisci
Dei canuti il suffragio: un senno antico
Mostrasti in Aquisgrana.
Dell'Impero, ch'io tengo, andranno, Ottone,
Conculcati per sempre?
In me riposa.
Provvidi a tutto: tengo anch'io per fede
Che sol da Dio vien la corona il modo,
Onde l'omaggio che così ti grava
Maestà non le scemi, io nella mente
Ho già disposto, e tel farò palese.
Sappia Adrian che tu sei pronto…
A che mi sforzi?
Onde così rimani
Fieramente ostinato? Or via, deh cedi
A quell'autorità che vien dagli anni:
Pensa che per amor padre ti sono.