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Giovan Battista Niccolini
Arnaldo da Brescia

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Scena ventunesima. Adriano in compagnia del cardinale Ottaviano, e Detti

 

FEDERIGO

(Al papa che giunge in quello che i legati proferiscono l'ultime parole.)

Udisti?

 

ADRIANO

UdiiConosci

(Gli la bolla della scomunica.)

Se fedele ti son: leggi. Vibrato

Ho sui Normandi l'anatèma e lungi

Muovon da Roma, ove il valore antico

Spento non è: spirti superbi, astuti,

E vïolenti ha la sua plebe; aborre

Sacerdoti e Tedeschi. Eleggi il fiore

Dei cavalieri: essi occupar di Pietro

Denno la chiesa, e la città che il nome

Ha da Leone: a guardia i miei fedeli

Io vi ho lasciato, e schiuderan le porte

Se a lor fia noto il mio voler… T'appressa,

Ottavïanso che ti è caro, e tosto

La grazia mia gli ho reso.

 

FEDERIGO

O Padre, un vero

Alleato mi sei: che un altro amplesso

 

SOLDATI

Viva Cesare, e Pietro!

 

ADRIANO

Ai prodi eletti

Tu sarai guida, o cardinale… Avranno

Degno e fedel compagno; in sen gli scorre

Antico sangue… Or dei la schiera eletta

A quel loco affrettar che le destino,

Onde non vista penetrar vi possa

Col favor della notte, e ci preceda

Nella santa Cittade: al novello

Poi l'esercito tuo guidiamo insieme;

E spettator di tua grandezza, il sole

Dentro il tempio di Pier fia che risplenda

Sopra il sacro tuo capo, incoronato

Dal vicario di Cristo.

 

L'ESERCITO

A Roma! a Roma!





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