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Giovan Battista Niccolini
Arnaldo da Brescia

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Scena sedicesima. Adelasia e Detti

 

UNA PARTE DEL POPOLO

Chi s'inoltra?

 

ALTRA PARTE DEL POPOLO

Una donna.

(Adelasia si appressa, e il marito la riconosce.)

 

OSTASIO

A che venisti,

Sventurata Adelasia?

 

ADELASIA

È salvo… è salvo…

Oh portento di Dio! fra le sue braccia

Si corraEmpia, tu l'osi?

 

OSTASIO

Ognor delira!

Sul suo destin piangete.

 

ADELASIA

Ah sì piangete

Ma non deliro… il mio consorte, i figli,

Lassa, io tradii… la tua fortezza è presa.

 

OSTASIO

(Ponendosi la mano sul petto.)

La mia fortezza è qui.

 

ADELASIA

Pur cadde Arnaldo

In poter dei nemici.

 

OSTASIO

Oh Dio! che ascolto!

 

UNA PARTE DEL POPOLO

Oh sventura!

 

ALTRA PARTE DEL POPOLO

Oh dolor!

 

ADELASIA

Che gli era asilo

La tua rôcca in Astura io fea palese

Al perfido Adrian: porre io credea

In balia della Chiesa il suo nemico;

Non la prole, non te.

 

OSTASIO

Stolta, crudele,

Tardi conosci i sacerdoti: io sento

(Fa un movimento di collera che tosto reprime.)

Nel cor quell'ira che c'invita al sangue

 

ADELASIA

M'uccidi per pietà!

 

OSTASIO

Sapessi almeno

Dove Arnaldo fu tratto!

 

ADELASIA

È coi tuoi figli

Nel Castel di Sant'Angelo.

 

OSTASIO

Si voli

Ad espugnarlo: rimirar volete

Da questo ponte, ove noi siam prigioni,

Il martirio d'Arnaldo? a lui ci guidi

Libera via dai nostri brandi aperta

Fra le schiere tedesche.

 

UN CAPITANO DI ROMA

Ah pria conviene

Vincerle, sterminarle, o quell'assalto

Può tornarci funesto, e sulla fronte

A noi cader nembo di strali e pietre,

E sulle spalle, fulmine seguace,

Il teutonico brando.

 

GIORDANO

Ho nel castello

Pratiche occulte: non ancor si tiene

Per lo Svevo monarca, e sol v'impera

Il prefetto di Roma. Alcun de' miei

Entrò di furto col favor dell'ombre

Nel mal guardato loco, e m'ha promesso

Aprirmi un varco. Di qui lunge, il fiume

Con pochi forti io guaderò non visto:

E se m'arride il Cielo, allor coi prodi

Trasteverini, che ci son fedeli,

Occuperò la rôcca; e Arnaldo io spero

Sottrarre a morte, ed al servaggio i figli

Del generoso Ostasio.

 

ADELASIA

Io ti precedo,

Né senza loro io tornerò.

 

UNA PARTE DEL POPOLO

L'insana

Non si lasci partir

 

ALTRA PARTE DEL POPOLO

Fuggiva… i passi

Il dolore le affretta, e si dilegua

Dagli occhi nostri.

 

OSTASIO

Abbi pietà, Giordano,

Della povera madre, e i figli miei

Non obliar: ma pria si salvi Arnaldo.

 

Dalla Città Leonina, ove sta l'esercito tedesco,

si ascolta dal Clero cantar l'inno che segue:

Cristo vince, e Cristo impera,

Nostra speme e tua vittoria:

Tu non devi a plebe altera

Questa insegna della gloria.

Il pontefice Adriano

La ponea sulla tua chioma,

Né di strepito profano

Risonâr le vie di Roma.

Sol nel tempio il pio guerriero

Ripetea preghiere e voti,

E diviso hai qui l'impero

Con il re dei sacerdoti.

 

SOLDATI TEDESCHI

Viva Adriano!

 

CLERO

Federigo evviva!

E lunghi anni e trionfi il Ciel conceda

All'esercito suo: fama e possanza

Nel Teutone guerrier.

 

Dalla parte opposta.

 

OSTASIO

Romani, udiste?

Come prima ci oltraggia, e poi ci oblia

Quest'empio clero!

 

POPOLO

Ed a pugnar si tarda?

 

OSTASIO

Statevi… ancor tempo non è… Che veggo?

O Repubblica santa, il tuo vessillo

Nel castel di Crescenzio all'aura ondeggia!

 

POPOLO

Viva il prode Giordano!

 

OSTASIO

Alfin risuoni,

Squilla del Campidoglio! All'armi! all'armi!

 

Combattimento generale fra Romani e Tedeschi.

 

 

 




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