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Giovan Battista Niccolini Arnaldo da Brescia IntraText CT - Lettura del testo |
La tua pietà s'implora… assolvi, o padre,
Di che? parlate.
Ah troppo
Sangue si sparse, e incrudelito abbiamo
Nel gregge tuo, perché la spada e l'ire
Trattener non potemmo…
Udir non voglio
Della battaglia i casi: io sol vi chieggo
E a Cesare s'avea: noi lo giuriamo.
Basta; non più… Ma della vinta plebe
Ben dugento soldati or qui traete,
Che han grave il collo di servil catena.
Voi pugnaste per me; dunque costoro
Son prigionieri miei.
Deh non oblia
Che pur son miei ribelli.
Odi.
(Sommessamente all'imperatore.)
Saranno
Ognun s'appressi
Il pontefice a udir: faccia tesoro
Delle parole sue.
Quei che difende
La ragion della Chiesa e dell'Impero,
Se da crudel necessità costretto
Fu la spada a macchiar nel sangue umano,
Non può dirsi omicida: in questa guerra
È merito, non colpa. Io vi dichiaro
Puri d'ogni reato, e vi apro il Cielo
Colle chiavi di Pietro, e qui v'assolvo,
Come dall'ara; ed i miei figli abbraccio
Nel loro imperator.
Udiste? Ognun torni nel campo, e pace
E gioia in voi.
(I soldati Tedeschi partono allegramente; i Romani sono posti nelle mani dei fedeli di Adriano.)