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Giovan Battista Niccolini Arnaldo da Brescia IntraText CT - Lettura del testo |
Come dell'Eritreo l'acque divise
Dalla man di Mosè, possa alla Croce
E ad un mio cenno rispettosa aprirsi
Questa plebe crudel che ondeggia e freme,
E il mite agnello trionfar del lupo
Ch'entrò d'un salto nell'ovil di Cristo.
Ma invan si spera; ed Adrian nel santo
Impeto dello zel pose in oblio
Quanto caro alla plebe e a noi fatale
il Campidoglio sia. Quivi al Senato
Lucio fe' guerra, e gli piombò la morte
Sull'adorato capo: ugual destino
Sarei lieto incontrar, ché del martiro
Bella è la palma che disserra i Cieli;
Ma ben deggio vietar che in mezzo all'ira
Si profani di Pietro il gran vessillo,
Ch'è la gloria maggior del Paradiso.
Meco verrà Leone in sua difesa.