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Giovan Battista Niccolini Arnaldo da Brescia IntraText CT - Lettura del testo |
Questo ferètro
Celi il corpo di Guido, e sia locato
Presso l'ara maggior.
(Così dice ad alcuni servi che mettono il cardinale nel catafalco. S'aprono le porte della chiesa, e il popolo vorrebbe entrarvi.)
Non ti rincresca
Che lo seguiam.
(Non visto.)
Qual voce è questa?
(Adriano si mostra con maestà minacciosa sulla porta della chiesa.)
Avrà vendetta.
Qui regna Arnaldo. Ognun di voi la Chiesa
Dal grembo suo respinge, e queste soglie
ALTRI CARDINALI
ALCUNI DEL POPOLO
Oh vili!
La chiesa è nostra: essa è di Dio la casa,
Del Padre nostro che a nessun la serra.
UNO DEL POPOLO
(Vorrebbe entrarvi.)
Io non ardisco.
Io tremo.
Sopra i cardini suoi rugge, e si chiude
Ferreo cancello, e ne respinge.
(Si chiude solamente il cancello della chiesa, onde è concesso vedere quello che dentro vi si fa.)
Sul limitar prostriamoci: si gridi:
(Tutte te donne gridano come Adelasia.)
Adriano, pietà; gittar ne lascia
Ah forsennate, e vili!
Ai cardinali
Mormora nell'orecchio, e poi sparisce
Fra tenebre improvvise: ahi che prepara?
Ma di pallidi ceri al lume incerto
Ricompar fra gli altari: egli si posa
Sul gran seggio di Pietro. Oh qual tremenda
(Il discorso di Adelasia è accompagnato da gemiti e gridi di donne devote.)
Oh da noi che mai s'ascolta!
Crocifisso un'altra volta
(Suona la campana dell'agonia.)
UNA DONNA
Preghiamo, amiche; e tu, Roman Pastore,
Coi tuoi voti soccorri a quei che muore.
Non annunzia privata sventura:
Tutti avvolge la stessa ruina…
Siete morti alla grazia divina.
È muto il suon degli organi devoti,
E fra gl'ignudi altari è luce tetra;
Stanno in mesto silenzio i sacerdoti
Abbandonati sulla fredda pietra.
Pietà di noi!
ALCUNE DONNE
UNA DONNA
UN'ALTRA DONNA
Ed io son madre!
IL PAPA COI CARDINALI DENTRO LA CHIESA
Ed ogni reliquia
Costoro delirano
Prostratevi agl'idoli,
Omai più non ragiona:
Ciò che in lei fece Iddio;
Venne di molti secoli,
Quando Attila volea fino alla polvere
L'altezza umilïar delle tue mura,
E che tu fossi vasta solitudine
Senza un'orma di gloria e di sventura;
Non pei derisi fulmini dell'aquila
Ma poiché a Paolo e a Pier, di Cristo eroi,
Mirò la spada che vuoi tôrre a noi.
Al vicario di Cristo il suo diritto
Negava Arnaldo, e sciolse agli empi il freno,
E cieca di furor corse al delitto
Roma, che inebriò del suo veleno:
Né basta il sangue di quel pio trafitto
Che ha di cinque ferite aperto il seno;
Arsi egli vuol col tempio i sacerdoti,
E senza altare il mondo, e senza voti.
UN CARDINALE
E qui l'empio trionfa? Ahi Roma ingrata!
Nelle vie la solitudine,
IL PAPA
Come nube che il vento persegua,
Come fumo che in Ciel si dilegua,
E che appena guatato, non è;
Spariranno i nemici di te.
IL PAPA
I lor giorni sian brevi ed incerti,
E raminghi in sentieri deserti
Li sgomenti ogni fronda che trema.
IL PAPA
Di lor case alle gelide soglie
Col figliuolo che accanto le gema.
IL PAPA
IL PAPA
Vada alle case d'oppressor straniero,
Ch'empian le spoglie dei fratelli uccisi,
Di donne che svenò nel vitupero;
E là con detti ignoti, oppur derisi,
A porte inesorabili prostrato,
Che gli sia negato.
IL PAPA
Odo l'empio che grida: Io dal Signore
M'involerò sopra veloci antenne…
Nell'Oceàn mi segue il suo furore…
Fuggo al deserto… oh chi mi dà le penne?
In tenebroso orror chi mi conduce?
Ahi per l'occhio di Dio la notte è luce!
E s'estingua la gioia, e in Dio l'amore,
Nel cor di queste genti a Pietro ingrate,
Come la luce che qui cade e more
In queste faci che col piè calcate.